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http://italy.indymedia.org/news/2003/01/155620.php Invia anche i commenti.

DAVOS 03: Le paranoie dello Stato
by Coordinamento AntiWTO Ticino Friday, Jan. 17, 2003 at 6:03 PM mail: molino@inventati.org

Quest'anno Davos non sarà trasformata in una fortezza come due anni fa ma dovrà essere, secondo le raccomandazioni di Peter Arbenz, un parco giochi....

Nel recinto di questo parco gli oppositori del WEF potranno sfogarsi, purché non siano mai stati registrati in precedenza a una manifestazione. Tutti gli altri, ossia coloro che sono già stati controllati dalla polizia durante una manifestazione e figurano ancora negli schedari, che portano vestiti protettivi o hanno con sé maschere antigas o che per altri motivi sembrano sospetti alla polizia possono essere fermati a uno dei posti di blocco istituiti sulla strada per Davos. Tutte queste persone sono considerate pericolose e classificate come "manifestanti violenti".

Per la sorveglianza dell'incontro annuale dell'istituzione privata WEF la Confederazione e i Cantoni hanno messo a disposizione non meno di 1200 poliziotti, 1500 militi e 300 guardie di fortezza per un budget complessivo di 12 milioni di franchi. Le oppositrici e gli oppositori del WEF saranno perquisiti a un'apposita stazione di controllo allestita a Fideris nella Prettigovia e divisi in "buoni" e "cattivi". Le autorità stimano in 5% i partecipanti "violenti" ed è probabile che abbiano approntato locali d'arresto per circa 500 persone.

Ma la divisione in "desiderati" e "non desiderati" non inizia solo nella Prettigovia ma già al confine Svizzero dove sono predisposti appositi controlli per i manifestanti anti-WEF. Il capo dell'Ufficio federale di polizia, Jean-Luc Vez, ha annunciato che sono già stati pronunciati 100 divieti d'entrata.

In poche parole, si vuole attribuire alla polizia il diritto di decidere chi può manifestare e chi no. Il diritto alla libertà d'espressione viene così vanificato per la protezione di un party privato. Mentre le autorità svizzere stendono a Davos un tappeto rosso sotto i piedi dei guerrafondai e sfruttatori di tutto il mondo, vogliono blindare le frontiere a coloro che protestano contro la guerra e lo sfruttamento. Queste misure eccezionali vengono legittimate fomentando il panico tra la popolazione e criminalizzando il movimento.

Noi non accettiamo una divisione dei manifestanti antiWEF in "buoni" e "cattivi". Dal punto di vista della protezione dei dati è del resto assai discutibile il controllo e la registrazione dei partecipanti a una manifestazione. Altre volte questi dati sono stati utilizzati per pronunciare arbitrariamente dei divieti d'entrata nel Paese – benché ufficialmente si sia dichiarata la loro cancellazione.

Noi rifiutiamo decisamente ogni tentativo di dividere il movimento, rifiutiamo ogni forma di controllo e facciamo appello alla disobbedienza civile contro la paranoia delle autorità. Denunciamo i posti di blocco, i divieti d'entrata, i controlli e gli altri ostacoli facendo dei posti di blocco della polizia e delle frontiere luoghi di protesta. Uniti e con fantasia possiamo opporci ai divieti d'entrata, ai controlli dei documenti e ai tentativi di dividerci. Per questa ragione organizzeremo collettivamente le trasferte a Davos.

Informazioni aggiornate sui dispositivi di sicurezza predisposti dalla polizia sul sito del
Oltner Bündnis http://www.oltnerbuendnis.ch

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