l'umiliazione prosegue

5 ore
5 ore ha atteso, con la carta di identita' di gerusalemme, per passare il check point di Qalandia, per tornare a casa. Sotto la pioggia, apposta li' hanno messo tutta la folla, anche se ci sono le tettoie. Le tettoie sono nuove al check point di Qalandia. Che nato come provvisorio, con sacchi di sabbia, ogni mese acquista nuovi "elementi architettonici". Acquista stabilita'.
5 ore sotto l'acqua, con la carta di identita' azzurra, quella israeliana, quella per i residenti di Gerusalemme. Per vedersela strappare dalla solita arroganza di un soldato.
E' tornato a Ramallah, Ahmad. Stanotte cerchera' da dormire da amici qui in citta'.
Sperando che domani in check point riapra. Per tornare a casa sua.
E spero anche io che Qalandia sia aperto domani. Dobbiamo andare al consolato italiano. Dobbiamo aiutare per i visti di alcuni bambini da far operare in Italia.
"Dobbiamo lavorare".
Pensare che chi ha una carta di identita' della West Bank, da 2 anni non puo' passare quel check point. Da due anni non puo' andare a pregare a Gerusalemme. O a vedere amici e parenti. O a visitare banalmente la citta'ed i negozi. A volte neppure andare a studiare alla propria universita'. Se non correndo il rischio per le strade clandestine.
Due amici italiani mi hanno telefonato ora. A loro, in entrata a Ramallah, non hanno fatto storie. Ma appena hanno solo provato a parlare con i soldati, per capire che sarebbe stato di tutta la folla lasciata da ore in attesa al bagnato, per aiutarla, sono stati cacciati "in malo modo". Quasi mi stupisco che non li abbiano malmenati. Ma forse hanno solo chiesto, senza insistere.
Qui, troppo spesso, il confine tra legge e violenza e soprusi e' del tutto aleatorio.
In nome del concetto di "sicurezza" della popolazione israeliana, l'umiliazione quotidiana e sistematica della popolazione palestinese.