Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2003/02/172431.php Invia anche i commenti.

Indymedia ha perso
by Gnols Monday, Feb. 10, 2003 at 11:08 AM mail:

E' una constatazione che sicuramente vi farà incazzare. Ma in fondo lo sapete che una volta smesso di trastullarvi c'è un mondo intero di cose da fare.

Ho iniziato a seguire Indymedia subito dopo gli eventi di Genova 2001. Ho potuto constatare di persona, discutendo con molti e scambiando pareri, impressioni, critiche e punti di vista, la voglia di comunicare, di sentirsi meno soli ed impotenti di fronte alle porcherie nelle quali tutti i giorni ci troviamo invischiati. Mi sembrava di rivivere una stagione d'entusiasmo e comunicazione che per me era diventato un bellissimo ricordo, da raccontare ai miei figli e ai nipoti.
Con entusiasmo e spirito costruttivo mi sono impegnato a fondo, fatta eccezione per le liste, che per me rappresentano sempre una elite, tecnologica se volete, ma inevitabilmente una tribù di gente che concorda su troppi punti di vista per non diventare, nel tempo, scarsamente obiettiva. La forza vera di Indymeda era proprio il newswire, la voglia di aprire, nonostante gli attacchi, degli spazi liberi non tanto per informarsi, poiché è ormai chiarissimo che il 90% delle informazioni che si trovano qui sono riportate da altre fonti ed il restante 10% sono notizie scarsamente rilevanti, ma per potersi confrontare. Già, confrontarsi, che termine privo di significato sono andato a pescare. Il confronto, in questo spazio, è sinonimo di scontro, così come scritto nelle regole fisse dei tanto odiati talk show. Lo scambio di opinioni è sinonimo di tifo calcistico da ultras, ed è perfettamente inutile che vi affanniate a tentare di dimostrare l'inesattezza di queste affermazioni. Sapete bene che il vostro è soltanto un nobile tentativo, ma di fronte al vomito di Squalo e consimili siete completamente soffocati.
Questo, a mio avviso, perché vi siete fatti un segone mentale infinito con la storia della libertà d'espressione e la censura arma dei padroni e via discorrendo. In realtà, quando si aprono spazi liberi, la fragilità di essi consste proprio nel fatto di essere liberi. Pertanto, vanno difesi e se non si ha il coraggio di difenderli ci si deve rassegnare a consegnarli nelle mani degli psicopatici, dei disonesti, dei provocatori, degli smerdatori professionisti, ecc. Questa società non soporta gli spazi liberi, non li concepisce se non come covi di nemici, è per questo che li assalta con ogni mezzo. E chi apre spazi liberi (sia sempre benemerito) DEVE AVERE IL CORAGGIO DI OSSERVARE LE ESPERIENZE ANALOGHE DEL PASSATO E CAPIRE DOVE SONO STATI FREGATI I SUOI PREDECESSORI.
Non si può andare in costume da bagno (perché così ci si sente più liberi) a visitare l'antartide, semplicemente per ché è una cazzata! Senza perdere tempo in seghe mentali sulla libertà relativa o assoluta, se si va a scontro con una società che non soporta la libertà, bisogna sapersi difendere, oppure scegliere il martirio e sentirsi tanto pii per questo, fate voi.
E' sulla base di questi pensieri che mi sono fatto l'idea che Indymedia ha perso. Ha perso perché, con la scusa delle minoranze che hanno tutte uguale diritto di parlare, di sproloquiare, di infastidire, di ossessionare, di smerdare, di monopolizzare l'attenzione, ha dimenticato una regola fondamentale della democrazia, che è quella libertà che si applica alle comunità di persone, vale a dire: Il diritto di parola è sacrosanto. (Nel caso del newswire) Il diritto ad informarsi è sacrosanto. Chi è in minoranza, parli pure, ma rispetti la libertà che gli è stata data e si comporti con misura, PENA L'ESTROMISSIONE. Se questo non è chiaro, e c'è qualcuno che gioca sulle utopie fantastiche e sui codici di autoregolamentazione (ormai falliti ovunque), evidentemente o è in mala fede o è troppo giovane per poter capire la portata devastante della stupidità e della disonestà.
Quando su 100 post 40 sono di Squalo che inneggia furioso ai trattamenti farmacologici, 30 sono di agguerritissimi rivoluzionari riesumati in un cimitero sovietico, 20 sono di tifosi della squadra antifa o della fazione opposta e solo 10, affogati in mezzo a quella paccottiglia, sono informazione e tentativo di dialogo, non voler guardare il fallimento è solo un romantico tentativo.
Le inchieste e tutto ciò che è nella pagina centrale, perdonami Franti, valgono molto meno, non per il loro contenuto (sicuramente rigoroso e ben argomentato) ma per il semplice motivo che in realtà possono essere fatte ovunque. La differenza di Indymedia è proprio il newswire. E' quello il valore aggiunto e nel contempo la sua parte più fragile che, lo ripeto, VA DIFESA DAI DISONESTI E DAI FURBI, cosi come VA DIFESA DAI MALINTENZIONATI. Se questo non viene fatto Indymedia si trasforma da fucina di nuove idee a secchio della spazzatura delle ubie di ognuno.

Cari saluti a coloro che non vomitano.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.