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Studen action project
by Sapienza Pirata Monday, Feb. 24, 2003 at 11:38 PM mail:

students action project.. studenti in azione nelle metropoli



Gli studenti sono da sempre una figura sociale transizionale anche se oggi, di fronte alla progressiva centralità
dei saperi e del linguaggio nella produzione, la loro natura anfibia assume qualità nuove e a volte difficilmente decifrabili. Se è vero infatti che sempre meno le mura
dell’università segnano i confini dei processi di formazione, quanto il limite
invalicabile per gli interessi privati e d’impresa, altrettanto difficile è
stabilire il confine che separa uno studente dalle nuove figure del lavoro precario.
Gli stage esemplificano quanto meno una tendenza alla generale coincidenza tra
processi formativi e lavoro, per non parlare poi dell’impianto generale del 3+2 e
della riforma modulare dei corsi, almeno in origine, destinata a definire una
continuità assoluta tra esperienze lavorative e università. Altrettanto evidente il
processo parallelo, ma in stretta relazione, della crescita “mondana” dei quartieri
studenteschi (vedi le ultime trasformazioni di San Lorenzo a Roma) e della d
i
ffusione di lavoro di servizio in nero (pub, pizzerie, discoteche), per la maggior
parte esercitato da studenti.
Questi elementi concorrono a porre la questione dei conflitti studenteschi su
terreni, almeno in Italia, inediti. Abbiamo, infatti, senz’altro molto da imparare
dalle lotte studentesche francesi del 95’-96’ dove con forza è stata posta la
questione del reddito e la critica ai processi di generale precarizzazione del
lavoro (questione del contratto di formazione).
Mettere al centro la questione del reddito, cominciare a declinare soggettivamente
la proposta di reddito di cittadinanza, significa confrontarsi con un profilo, come
quello italiano, particolarmente arretrato. Sempre meno le risorse destinate a un
diritto allo studio (borse di studio, mense, case) in via di definitiva
privatizzazione (Adisu, l’azienda regionale del Lazio per il diritto allo studio ha
soltanto prorogato il processo di privatizzazione del 75% del patrimonio pubblico).
Per non p
a
rlare dei servizi culturali in genere (teatri, cinema, musei) senza quasi alcuna
facilitazione per gli studenti, per i quali la “carta Veltroni” rappresenta una
buona intenzione più che una risposta concreta. Non si parla neanche per scherzo poi
di forme monetarie di reddito come accade in diversi paesi europei (Germania e paesi
scandinavi).
Alla casa, nel caso di Roma, spetta un posto privilegiato: affitti carissimi,
peculiare scarsità delle case regionali. La maggior parte delle decine di migliaia
di studenti fuori sede accetta accordi di “comodato”, affitti in nero di fatto,
senza avere la possibilità di accedere ad alcuna facilitazione (contratti per
studenti). Gli studenti in sede secondo una cristiana tradizione rimangono a casa da
“mammà” fino a trent’anni, nella speranza che la fortuna si faccia viva e li liberi
dalla sacra famiglia.
Per questo abbiamo deciso di dar vita agli sportelli di Action all’interno
dell’università, affinché si
r
iapra un terreno di inchiesta sulle forme di vita, di studio e di lavoro degli
studenti della metropoli romana, affinché si determino processi concreti di vertenza
e di occupazione di case di studenti (in sede e fuori sede) contro il ricatto
indegno del mercato degli affitti, contro la scarsità di servizi regionali. Assieme
a Action, l’Agenzia Comunitaria dei diritTI che si è costituita a partire dal
movimento delle e dei disobbedienti (e da cui ha già preso vita a dicembre
l’occupazione di via dei Reti-San Lorenzo), l’intenzione è quella di far procedere
un nuovo lavoro di mappatura e proposta sul terreno della riapproprizione di pezzi
di reddito per migranti, precari, famiglie a mezzo di erogazione di servizi e in
questa partita gli studenti giocano indubbiamente, per le ragioni sopra esposte, un
ruolo fondamentale. In/sani Action nel nuovo spazio universitario della Caserma Sani
e lo sportello dell’aula XII auto-gestita di Scienze Politiche saranno i primi
luoghi dove cominciare a dare vita a sportelli di inchiesta, di costituzione delle liste,
di produzione di conflitti sul terreno della casa e dei diritti sui servizi
culturali e la città in genere. Saranno sportelli rivolti a tutt@ le/gli student@,
in sede e fuori sede che hanno voglia di prendersi i propri diritti, la propria
autonomia, fuori dai ricatti familistici, contro i ricatti del mercato.
Il sapere è un diritto una casa ci è dovuta

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