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Quello che serviva all'America era "una nuova Pearl
by Zab Friday, Mar. 14, 2003 at 5:09 PM mail:

Due anni fa un progetto ideato dagli uomini che ora circondano George W Bush diceva che quello che serviva all'America era "una nuova Pearl Harbor". I suoi scopi dichiarati sono diventati spaventosamente realtà. di John Pilger 9-3-2003

La minaccia posta dal terrorismo degli USA alla sicurezza delle
nazioni e degli individui è stata delineata in dettagli profetici in
un documento scritto più di due anni fa e rivelato solo recentemente.
Esso diceva che ciò che serviva all'America per dominare la maggior
parte dell'umanità e delle risorse mondiali era "un evento
catastrofico e catalizzante - come una nuova Pearl Harbor". Gli
attacchi dell'11 settembre 2001 procurarono la "nuova Pearl Harbor",
descritta come "opportunità epocale". Gli estremisti che da allora
hanno sfruttato l'11 settembre vengono dall'era di Ronald Reagan,
quando vennero costituiti gruppi e "think- tanks" di estrema destra
per vendicare la "sconfitta" americana in Vietnam. Negli anni '90
venne aggiunto un altro obiettivo: giustificare il rifiuto di
un "dividendo di pace" seguente alla guerra fredda. Venne costituito
il Project for the New American Century, assieme all'American
Enterprise Institute, allo Hudson Institute ed altri che da allora
fusero le ambizioni dell'amministrazione Reagan con quelle
dell'attuale regime Bush.

Uno dei "pensatori" di George W Bush è Richard Perle. Intervistai
Perle quando era consigliere di Reagan: e quando parlò di "guerra
totale" erroneamente lo scartai come pazzo. Recentemente ha ancora
usato il termine nel descrivere la "guerra al terrore"
dell'America. "Nessuna tregua" disse. "Questa è guerra totale. Stiamo
combattendo diversi nemici. Ce ne sono molti là fuori. Tutto questo
parlare sul fatto che prima andremo in Afghanistan e quindi in
Iraq... questo è il modo interamente sbagliato di considerare la
faccenda. Se noi solamente portiamo avanti la nostra visione del
mondo e la adottiamo completamente e non proviamo a mettere assieme
pezzi di abile diplomazia, ma facciamo meramente una guerra totale...
i nostri figli in futuro canteranno grandi canzoni su di noi".

Perle è uno dei fondatori del Project for the New American Century,
il PNAC. Gli altri fondatori sono Dick Cheney, ora vicepresidente,
Donald Rumsfeld, segretario alla difesa, Paul Wolfowitz,
vicesegretario alla difesa, I Lewis Libby, capo di gabinetto di
Cheney, William J Bennett, segretario all'istruzione di Reagan e
Zalmay Khalilzad, l'ambasciatore di Bush in Afghanistan. Questi sono
i moderni cartisti del terrorismo americano. Il rapporto originario
del PNAC, Rebuilding America's Defences: strategy, forces and
resources for a new century, era la bozza completa delle mire
americane. Due anni fa esso raccomandava un incremento nella spesa
per armamenti di 48 miliardi cosicché Washington potesse "combattere
e vincere guerre multiple e simultanee nei principali teatri". Ciò è
accaduto. Esso diceva che gli Stati Uniti potevano sviluppare armi
nucleari "bunker- buster" e fare di "guerre stellari" una priorità
nazionale. Ciò sta accadendo. Esso diceva che, nel caso Bush fosse
andato al potere l'Iraq avrebbe dovuto essere un obiettivo. E così è
stato.

Per quanto riguarda le presunte "armi di distruzione di massa"
dell'Iraq, esse venivano ignorate, in molte parti, come la
conveniente scusa che sono. "Mentre l'irrisolto conflitto con l'Iraq
procura una giustificazione immediata", esso dice, "la necessità di
una sostanziosa presenza delle forze americane nel Golfo trascende il
tema del regime di Saddam Hussein". Come è stata implementata questa
strategia fondamentale? Una serie di articoli sul Washington Post,
dei quali è coautore Bob Woodward, quello del Watergate, e basati su
lunghe interviste con alti funzionari dell'amministrazione Bush,
rivelano come è stato manipolato l'11 settembre.

La mattina del 12 settembre 2001, senza alcuna prova su chi fossero i
dirottatori, Rumsfeld chiedeva che gli USA attaccassero l'Iraq.
Secondo Woodward, Rumsfeld alla riunione del gabinetto di guerra
disse che l'Iraq doveva essere "il principale bersaglio della prima
fase della guerra al terrorismo". L'Iraq venne temporaneamente
risparmiato solamente perché Colin Powell, il segretario di stato,
persuase Bush che "l'opinione pubblica deve essere preparata perché
sia possibile una mossa contro l'Iraq". Come opzione più facile venne
scelto l'Afghanistan. Se la stima di Jonathan Steele nel Guardian è
corretta, circa 20.000 persone in Afghanistan hanno pagato con la
loro vita il prezzo di questa discussione.

L'11 settembre viene ripetutamente descritto come una "opportunità".
Nel New Yorker dell'aprile scorso, il giornalista investigativo
Nicholas Lemann ha scritto che il principale consigliere di Bush,
Condoleezza Rice, gli disse che aveva convocato insieme alti
funzionari del Consiglio per la Sicurezza Nazionale ed aveva chiesto
loro di "pensare su 'come capitalizzare su queste opportunità'", che
lei paragonava a quelle del "1945-1947": l'inizio della guerra
fredda. Dall'11 settembre l'america ha installato basi nei punti di
accesso a tutte le principali fonti di carburanti fossili,
specialmente in Asia centrale. La società petrolifera Unocal
costruirà una pipeline attraverso l'Afghanistan. Bush ha strappato il
Protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas da effetto serra, gli
accordi sui crimini di guerra della Corte Criminale Internazionale ed
il trattato sui missili antibalistici. Ha detto che "se necessario"
userà armi nucleari contro stati non nucleari. Sotto la copertura
della propaganda sulle presunte armi di distruzione di massa
dell'Iraq il regime Bush sta sviluppando nuove armi di distruzione di
massa che minano i trattati internazionali sulla guerra biologica e
chimica.

Nel Los Angeles Times l'analista militare William Arkin descrive un
esercito segreto costituito da Donald Rumsfeld simile a quelli
gestiti da Richard Nixon e Henry Kissinger e messi fuori legge dal
Congresso. Questa "attività di supporto di superintelligence" metterà
assieme le "operazioni militari segrete della CIA, la guerra
dell'informazione e l'inganno". Secondo un documento classificato
preparato per Rumsfeld, la nuova organizzazione, nota con il nome
orwelliano di Gruppo Operazioni Proattive e Preventive o P2OG,
provocherà attacchi terroristici che quindi richiederebbero
il "contrattacco" degli Stati Uniti contro paesi che "danno rifugio
ai terroristi".

In altre parole, gente innocente verrà uccisa dagli Stati Uniti.
Questo è una reminiscenza di Operazione Northwoods, il piano
presentato al Presidente Kennedy dai suoi comandanti militari per una
falsa campagna terroristica, completa di attentati, dirottamenti,
incidenti aerei ed americani morti, per giustificare l'invasione di
Cuba. Kennedy lo rifiutò. Egli venne assassinato alcuni mesi più
tardi. Ora Rumsfeld ha riesumato Northwoods, ma con risorse
impensabili nel 1963 e con nessun rivale globale che possa invitare
alla cautela. Dovete continuare a ricordare a voi stessi che questa
non è fantasia: quegli uomini veramente pericolosi, come Perle,
Rumsfeld e Cheney, hanno potere. La trama che ricorre nelle loro
elucubrazioni è l'importanza dei media: "il compito prioritario di
portare a bordo giornalisti di fama che accettino la nostra
posizione".

"Nostra posizione" è il nome in codice di menzogna. Certamente, come
giornalista, non ho mai visto la menzogna ufficiale essere più
permeante di oggi. Possiamo ridere delle inconsistenze nel "dossier
Iraq" di Tony Blair e della goffa bugia di Jack Straw che l'Iraq ha
sviluppato una bomba atomica (che i suoi seguaci si sono precipitati
a "spiegare"). Ma le menzogne più insidiose, che giustificano un
attacco non provocato all'Iraq e collegano questo a sedicenti
terroristi che si nascondono in tutte le stazioni, sono continuamente
spacciate come notizie. Non sono notizie, sono propaganda nera.

Questa corruzione rende giornalisti e presentatori dei meri stupidi
ventriloqui. Un attacco ad una nazione di 22 milioni di persone
sofferenti viene discusso dai commentatori liberal come se fosse una
materia di un seminario accademico, nel quale i pezzi possono essere
mossi intorno ad una mappa, come facevano i vecchi imperialisti.

L'argomento di questi umanitari non è primariamente la brutalità di
una moderna dominazione imperiale, ma di quanto "cattivo" sia Saddam
Hussein. Non vi è ammissione che la loro decisione di unirsi al
partito della guerra sigilla ulteriormente il destino di forse
migliaia di iracheni innocenti condannati ad attendere nel braccio
della morte internazionale dell'America. Questa doppiezza non
funzionerà. Non si può sostenere la pirateria omicida in nome
dell'umanitarismo. Inoltre, gli eccessi del fondamentalismo americano
che ora fronteggiamo ci stanno contemplando da troppo a lungo perché
coloro di buon cuore e buon senso non possano riconoscerli.

Si ringraziano Norm Dixon e Chris Floyd


Reprinted for fair use only


Fonte: http://freebooter.da.ru/


[1] giapponesi attaccarono a Pearl Harbor alle ore 13 della domenica
7 dicembre 1941. I Servizi americani intercettarono messaggi e per le
ore 8 dello stesso giorno avevano concluso con certezza che cinque
ore dopo ci sarebbe stato un attacco aereo massiccio a Pearl Harbor.
Avvertirono immediatamente sia i vertici militari che la Casa Bianca
ma l'informativa per la base fu autorizzata solo alle ore... 13. Ad
autorizzarla per quell'ora fu il gen. Marshall. Vedi The Puzzle
Palace di James Bamford; Penguin Books, Harmondsworth-Middlesex,
England, 1988; pagg. 58-61. Dopo l'attacco Roosevelt disse che quel
giorno "sarebbe vissuto per sempre in infamia". Certamente.

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