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Comunicato
by Nemo Friday, Mar. 14, 2003 at 5:35 PM mail:

il mosaio cattolico della pace


COMUNICATO STAMPA



A seguito della vicenda irachena e del possibile intervento armato preventivo statunitense, al di là di quelle che sono le questioni contingenti, oggetto in questi giorni di interminabili discussioni sui media (Saddam ha ancora le armi, non le ha mai avute, si è disarmato, ecc...), ci sembra doveroso intervenire su quelle che sembrano ormai essere le due posizioni che hanno sostanzialmente diviso i cattolici: da una parte c'è la frangia più progressista (e spesso catto-comunista) che ha sposato la tesi pacifista e non teme di andare a braccetto con la sinistra, anche quella più estrema. Dall'altra c'è invece la frangia più conservatrice (Comunione e Liberazione, Alleanza Cattolica, don Baget Bozzo, ecc...) che, in sintonia con le forze di governo, sembra appoggiare incondizionatamente la politica interventista del Presidente Bush.

Come cattolici, riteniamo che, posti di fronte alla necessità di propendere per una delle due prese di posizione, sia indispensabile farlo alla luce del Magistero perenne della Chiesa cattolica e della sua Dottrina Sociale.

I motivi per cui scartiamo immediatamente la prima delle due posizioni in quanto inconciliabile con il suddetto Magistero, sono la vergognosa collaborazione con tutta la sinistra (compresi i centri sociali, i no-global e i "disobbedienti"), e, soprattutto, perché essa, in via di principio, nega a priori e irenisticamente la possibilità per un cristiano di imbracciare le armi o di essere favorevole ad una guerra giusta, o come si dovrebbe dire più propriamente, ad una Guerra Santa.

Detto questo, ci addentriamo nell'analisi della seconda, ossia di quella che sembra essere la posizione più controversa e più bisognosa di un chiarimento. In maniera più generale, sembra che tale posizione sia dettata da una presunta contrapposizione tra il mondo musulmano e l'Occidente, o più semplicemente, un confronto tra l'islam e il cristianesimo. In questa ottica, gli Stati Uniti appaiono come il "gigante buono" che si rimbocca le maniche e, come ha già fatto in passato, interviene generosamente per salvare un'Europa decadente e incapace di difendersi da un vecchio avversario della civiltà cristiana, che in questi ultimi tempi si fà sempre più aggressivo e minaccioso. Posto in questi termini, un intervento armato americano sarebbe non solo positivo, ma addirittura auspicabile. Ma, a nostro avviso, le cose non stanno per nulla così. Questa visione molto semplicistica ci sembra non volere tener conto di ciò che sono e di ciò che vogliono realmente gli Stati Uniti d'America, e per tale motivo la riteniamo dannosa e fuorviante.

Se da una parte è indubbio che l'islam sia un pericolo che di giorno in giorno si affaccia sempre più su un'Europa senza Dio e senza ideali, dall'altra il ritenere gli Stati Uniti un "baluardo" da opporre all'islamizzazione ci pare a dir poco ingenuo e privo di contatto con la realtà quale ci insegna la Storia. L'America - intesa come i detentori del potere e non come il popolo americano - è l'incarnazione degli "immortali" principî della Rivoluzione Francese e dei Diritti dell'Uomo (contrari ai Diritti di Dio), che tanto male hanno fatto alla Chiesa e all'umanità intera. Questa nazione, che si vanta di essere la prima democrazia moderna, laica e pluralista, è in realtà una creatura ebraico - massonica, imbevuta quindi di principî contrari alla dottrina cattolica sullo Stato e sulla società, il cui valore supremo non è la fede e la salvezza dell'anima, bensì quella Libertà figlia diretta del liberalismo (condannato dalla Chiesa) sia ideologico che economico. E' innegabile che gli Stati Uniti sono stati la fucina di tanti dei mali che - almeno dal dopoguerra - attanagliano l'Europa, e che deve ritenersi in buona parte responsabile del degrado morale in cui versa la nostra società. Da questo punto di vista, se l'talia è seriamente minacciata da un processo di islamizzazione, possiamo affermare con certezza che essa è già stata largamente contagiata da un non meno distruttivo processo di americanizzazione, le cui prerogative sono un materialismo gretto ed edonista e una "spiritualità" che in molte sue forme (vedi il New Age) attinge abbondantemente dall'occultismo.

Falsa e tendenziosa ci pare anche la capziosa distinzione tra le diverse amministrazioni, catalogando i democratici come i "cattivi" e i repubblicani come i "buoni". Una seria analisi della politica interna ed estera degli USA di questi ultimi sessant'anni rivela che, al di là dello schieramento vincitore, vi è una linea di continuità. Nonostante l'alternanza, i "consiglieri" della Casa Bianca, ovvero quelli che determinano la direzione da tenere, sono sempre i soliti ebrei: i Rockefeller, i Kissinger, e, in generale, i grandi proprietari di trust economici ed i banchieri (i Larzare, i Soros, i Rothschild, i Warburg, ecc...), le cui fondazioni sono le finanziatrici dei grandi abortoi e dei centri di controllo delle nascite che esercitano la loro influenza su tutto il globo. A coloro che, pur riconoscendo i limiti e i difetti degli Stati Uniti, ritengono che in questo particolare momento della Storia gli Stati Uniti rientrino in un piano "provvidenziale" per arginare la tracotanza del fondamentalismo islamico, ricordiamo che gli stessi USA, durante la guerra del Kossovo, hanno apertamente appoggiato - c'è chi dice creato - il musulmano UCK , che si sono in più occasioni detti favorevoli alla creazione di uno stato islamico in quest'area, e che sono propensi all'entrata in Europa della Turchia, fatto che se si verificasse provocherebbe una vera e propria ondata islamica composta dai successori di Saladino e di Solimano.

Forti di queste convinzioni, noi gridiamo: no all'islam! No a una falsa religione che (al pari del giudaismo) rifiuta la SS.ma Trinità! No ad una falsa religione che fà di Cristo un semplice profeta inferiore a Moametto! No a una cultura misogena che tratta la donna come merce di scambio! Ma con altrettanta fermezza gridiamo: no agli Stati Uniti e al virus liberale di cui sono i portatori malati! No alla loro cultura mortifera in cui ogni abiezione è ammessa e trova cittadinanza, fosse anche il satanismo! No all'intervento americano dietro il quale si scorge l'ombra della lobby ebraica a cui non importa nulla del pericolo islamico e semmai vede nell'islam un ostacolo al processo modialista per coagulare un "Nuovo Ordine Mondiale" retto dai banchieri e dai tecnocrati! No a questi falsi "crociati", che non credono nel Dio Trino, ma nel dio quattrino! No ad uno Stato che sostiene pubblicamente il sionismo e che non vuole intervenire militarmente affinché Israele rispetti le risoluzioni del 1973 dell'ONU riguardanti i territori occupati (il Golan...). No a una forza che ripristina la "democrazia" con le bombe al napalm e all'uranio impoverito! No al disgustoso servilismo dei nostri politici nei confronti del più forte!

Nè musulmani, nè americani! Se l'Europa vorrà uscire dalla plurisecolare crisi che l'attanaglia dovrà ritrovare la sua anima cattolica, dovrà ritornare - anche pubblicamente - a quella Regalità di Cristo che ha bandito dalla società. Non c'è altra via di salvezza.




COMUNICATO STAMPA



A seguito della vicenda irachena e del possibile intervento armato preventivo statunitense, al di là di quelle che sono le questioni contingenti, oggetto in questi giorni di interminabili discussioni sui media (Saddam ha ancora le armi, non le ha mai avute, si è disarmato, ecc...), ci sembra doveroso intervenire su quelle che sembrano ormai essere le due posizioni che hanno sostanzialmente diviso i cattolici: da una parte c'è la frangia più progressista (e spesso catto-comunista) che ha sposato la tesi pacifista e non teme di andare a braccetto con la sinistra, anche quella più estrema. Dall'altra c'è invece la frangia più conservatrice (Comunione e Liberazione, Alleanza Cattolica, don Baget Bozzo, ecc...) che, in sintonia con le forze di governo, sembra appoggiare incondizionatamente la politica interventista del Presidente Bush.

Come cattolici, riteniamo che, posti di fronte alla necessità di propendere per una delle due prese di posizione, sia indispensabile farlo alla luce del Magistero perenne della Chiesa cattolica e della sua Dottrina Sociale.

I motivi per cui scartiamo immediatamente la prima delle due posizioni in quanto inconciliabile con il suddetto Magistero, sono la vergognosa collaborazione con tutta la sinistra (compresi i centri sociali, i no-global e i "disobbedienti"), e, soprattutto, perché essa, in via di principio, nega a priori e irenisticamente la possibilità per un cristiano di imbracciare le armi o di essere favorevole ad una guerra giusta, o come si dovrebbe dire più propriamente, ad una Guerra Santa.

Detto questo, ci addentriamo nell'analisi della seconda, ossia di quella che sembra essere la posizione più controversa e più bisognosa di un chiarimento. In maniera più generale, sembra che tale posizione sia dettata da una presunta contrapposizione tra il mondo musulmano e l'Occidente, o più semplicemente, un confronto tra l'islam e il cristianesimo. In questa ottica, gli Stati Uniti appaiono come il "gigante buono" che si rimbocca le maniche e, come ha già fatto in passato, interviene generosamente per salvare un'Europa decadente e incapace di difendersi da un vecchio avversario della civiltà cristiana, che in questi ultimi tempi si fà sempre più aggressivo e minaccioso. Posto in questi termini, un intervento armato americano sarebbe non solo positivo, ma addirittura auspicabile. Ma, a nostro avviso, le cose non stanno per nulla così. Questa visione molto semplicistica ci sembra non volere tener conto di ciò che sono e di ciò che vogliono realmente gli Stati Uniti d'America, e per tale motivo la riteniamo dannosa e fuorviante.

Se da una parte è indubbio che l'islam sia un pericolo che di giorno in giorno si affaccia sempre più su un'Europa senza Dio e senza ideali, dall'altra il ritenere gli Stati Uniti un "baluardo" da opporre all'islamizzazione ci pare a dir poco ingenuo e privo di contatto con la realtà quale ci insegna la Storia. L'America - intesa come i detentori del potere e non come il popolo americano - è l'incarnazione degli "immortali" principî della Rivoluzione Francese e dei Diritti dell'Uomo (contrari ai Diritti di Dio), che tanto male hanno fatto alla Chiesa e all'umanità intera. Questa nazione, che si vanta di essere la prima democrazia moderna, laica e pluralista, è in realtà una creatura ebraico - massonica, imbevuta quindi di principî contrari alla dottrina cattolica sullo Stato e sulla società, il cui valore supremo non è la fede e la salvezza dell'anima, bensì quella Libertà figlia diretta del liberalismo (condannato dalla Chiesa) sia ideologico che economico. E' innegabile che gli Stati Uniti sono stati la fucina di tanti dei mali che - almeno dal dopoguerra - attanagliano l'Europa, e che deve ritenersi in buona parte responsabile del degrado morale in cui versa la nostra società. Da questo punto di vista, se l'talia è seriamente minacciata da un processo di islamizzazione, possiamo affermare con certezza che essa è già stata largamente contagiata da un non meno distruttivo processo di americanizzazione, le cui prerogative sono un materialismo gretto ed edonista e una "spiritualità" che in molte sue forme (vedi il New Age) attinge abbondantemente dall'occultismo.

Falsa e tendenziosa ci pare anche la capziosa distinzione tra le diverse amministrazioni, catalogando i democratici come i "cattivi" e i repubblicani come i "buoni". Una seria analisi della politica interna ed estera degli USA di questi ultimi sessant'anni rivela che, al di là dello schieramento vincitore, vi è una linea di continuità. Nonostante l'alternanza, i "consiglieri" della Casa Bianca, ovvero quelli che determinano la direzione da tenere, sono sempre i soliti ebrei: i Rockefeller, i Kissinger, e, in generale, i grandi proprietari di trust economici ed i banchieri (i Larzare, i Soros, i Rothschild, i Warburg, ecc...), le cui fondazioni sono le finanziatrici dei grandi abortoi e dei centri di controllo delle nascite che esercitano la loro influenza su tutto il globo. A coloro che, pur riconoscendo i limiti e i difetti degli Stati Uniti, ritengono che in questo particolare momento della Storia gli Stati Uniti rientrino in un piano "provvidenziale" per arginare la tracotanza del fondamentalismo islamico, ricordiamo che gli stessi USA, durante la guerra del Kossovo, hanno apertamente appoggiato - c'è chi dice creato - il musulmano UCK , che si sono in più occasioni detti favorevoli alla creazione di uno stato islamico in quest'area, e che sono propensi all'entrata in Europa della Turchia, fatto che se si verificasse provocherebbe una vera e propria ondata islamica composta dai successori di Saladino e di Solimano.

Forti di queste convinzioni, noi gridiamo: no all'islam! No a una falsa religione che (al pari del giudaismo) rifiuta la SS.ma Trinità! No ad una falsa religione che fà di Cristo un semplice profeta inferiore a Moametto! No a una cultura misogena che tratta la donna come merce di scambio! Ma con altrettanta fermezza gridiamo: no agli Stati Uniti e al virus liberale di cui sono i portatori malati! No alla loro cultura mortifera in cui ogni abiezione è ammessa e trova cittadinanza, fosse anche il satanismo! No all'intervento americano dietro il quale si scorge l'ombra della lobby ebraica a cui non importa nulla del pericolo islamico e semmai vede nell'islam un ostacolo al processo modialista per coagulare un "Nuovo Ordine Mondiale" retto dai banchieri e dai tecnocrati! No a questi falsi "crociati", che non credono nel Dio Trino, ma nel dio quattrino! No ad uno Stato che sostiene pubblicamente il sionismo e che non vuole intervenire militarmente affinché Israele rispetti le risoluzioni del 1973 dell'ONU riguardanti i territori occupati (il Golan...). No a una forza che ripristina la "democrazia" con le bombe al napalm e all'uranio impoverito! No al disgustoso servilismo dei nostri politici nei confronti del più forte!

Nè musulmani, nè americani! Se l'Europa vorrà uscire dalla plurisecolare crisi che l'attanaglia dovrà ritrovare la sua anima cattolica, dovrà ritornare - anche pubblicamente - a quella Regalità di Cristo che ha bandito dalla società. Non c'è altra via di salvezza.










 








 

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