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sui fatti di Milano da La Stampa
by . Tuesday, Mar. 18, 2003 at 12:54 PM mail:

Milano, tre persone fermate per la morte del giovane ucciso durante una rissa Padre e due figli bloccati e accusati di omicidio

18 marzo 2003

MILANO. Padre e due figli fermati per l'omicidio di Davide Cesare, 26 anni, aderente ai centri sociali, accoltellato, assieme a due amici, in via Brioschi, nella zona sud di Milano, in quella che ha rischiato di trasformarsi in una notte di inaudita violenza, con scontri fra gli autonomi e le forze dell'ordine.

Omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d'arma da taglio le accuse ipotizzate in un'aggressione che per ore ha avuto una connotazione politica ben definita: gli estremisti di destra contro i giovani dell' area antagonista. «Sono stati i fascisti, i nazisti» hanno ripetuto gli amici della vittima, ricordando che l'accoltellamento si è verificato alla vigilia
della commemorazione del 25/mo anniversario dell' uccisione di
Fausto e Iaio, i due ragazzi del Leoncavallo.

Una connotazione che permane per le idee politiche dei protagonisti, ma che è diventata meno marcata, dopo le indagini della Digos che hanno portato, nel giro di poche ore, a mettere le mani su due fratelli di 17 e 29 anni e sul loro padre, 54 anni, tutti simpatizzanti di destra. La polizia non ha ancora elementi per ritenere che i due gruppi si conoscessero, anche se non è escluso, dato che i tre giovani dei centri sociali frequentavano la stessa zona dove abita la famiglia di G.M. (dipendente della Sea, la società di gestione degli aeroporti
milanesi) e dei suoi due figli, che hanno un laboratorio di pelletteria.

Di certo c'è che il maggiore dei due fratelli fermati, pochi giorni fa, aveva presentato una denuncia al commissariato di Porta Ticinese: aveva riferito di essere stato aggredito per strada, sempre lì, in zona, da una decina di persone da lui ritenute esponenti dei centri sociali. La Digos,
però, al momento non è in grado di dire con certezza se a quell'episodio, avvenuto la settimana scorsa, fosse presente qualcuno di coloro che sono stati aggrediti la notte scorsa.

A quanto pare la lite, poi degenerata nella feroce aggressione, è nata in un modo banale: il bersaglio di qualche frase pesante da parte di un gruppetto di quattro giovani (Davide Cesare, gli altri due feriti Fabio e Antonino, un altro Davide, amico del suo omonimo) è stato il cane dei due fratelli, un rottweiler di nome Rommel. C'è stato uno scambio
di insulti, con riferimenti alle simpatie politiche, fino a quando il più giovane si sarebbe trovato in difficoltà e sono intervenuti padre e fratello che però, secondo gli investigatori, erano presenti a tutta la scena.

È stato in quel momento che sono comparsi i coltelli (in mano a chi dei tre non si sa), con i quali sono stati selvaggiamente colpiti i rivali. Una ricostruzione che coincide con il racconto di Fabio
Zambetta, uno dei feriti: «Stavamo camminando quando sono spuntati fuori due fascisti, uno sulla trentina e uno più giovane con la testa rasata e il bomber indosso, poi è saltato fuori un terzo più anziano. Avevano un cane, mi pare un rottweiler di nome Rommel. È volata qualche parola e loro hanno cominciato a tirare fendenti».

Urla, gli aggressori spariscono (abitano lì vicino), arrivano numerose persone che erano nel vicino pub Tipotà, dove vanno spesso anche i ragazzi dei centri sociali. C'è tensione, chi ha visto parla di skin-head o bone-head. Arrivano le ambulanze, c'è un pò di concitazione, poi le Volanti. La corsa all'ospedale San Paolo, per Davide Cesare, è inutile.

Arriva morto. Lì viene portato anche Fabio Zambetta, mentre Antonino
Alesi viene ricoverato al Policlinico, dove verrà sottoposto ad un lungo intervento chirurgico. Prognosi ancora riservata.

Il tam-tam nell'ambiente dei centri sociali è immediato.
Poco dopo la mezzanotte gruppi di giovani si radunano davanti al
San Paolo. Scatta la fase-due della notte violenta. Ci sono scontri fra gli autonomi e le forze dell'ordine, davanti all'ospedale e all'interno del pronto soccorso.

Bilancio: 11 feriti tra poliziotti e carabinieri, 8 fra i giovani dei centri
sociali. Ci saranno dure accuse nei confronti delle forze dell' ordine: «è stata un'altra Genova», «avevano le mazze da baseball e colpivano con quelle». La polizia, secondo il Questore Boncoraglio, «non poteva non impedire che i giovani entrassero nell'ospedale per prelevare la salma del ragazzo nel frattempo deceduto».

Boncoraglio ha ribadito la correttezza dell'operato delle forze dell'ordine, e ha lanciato un appello
perchè «non vi siano strumentalizzazioni, prevalga il buon senso e non venga meno il clima di trasparenza e di collaborazione tra forze dell' ordine e centri sociali».

Padre e i due figli fermati sono incensurati, mai identificati nel corso di manifestazioni o incontri di estrema destra. Nella palazzina dove abitano, i vicini sostengono che non hanno mai creato problemi. La moglie e madre fa dire che non se la sente di parlare. In casa, però, sono stati trovati oggetti di inconfondibile natura «nostalgica» come un piccolo busto del Duce, stemmi e foto. I giovani appartenenti ai centri
sociali avevano invece precedenti di polizia per questioni di
ordine pubblico.

La vittima, paradossalmente, è stata segnalata come un ex appartenente agli Skin-heads, circostanza poi confermata da fonti investigative. In particolare Cesare - che aveva una figlia di 4 anni, che vive con la madre nel Bresciano - era stato identificato in diverse manifestazioni di estrema destra dei primi anni '90. Negli anni il suo percorso politico era cambiato, era assiduo frequentatore dei centro sociali. I due fratelli e il padre, sentiti per tutto il giorno in Questura, «non hanno fatto una piega» di fronte alle contestazioni. Non hanno ammesso nulla. E le armi non sono state trovate.

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