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In contatto con Baghdad (32)
by robdinz Wednesday, Mar. 26, 2003 at 6:24 PM mail: robdinz@hotmail.com

Shaab

Il distretto di Shaab, alla periferia nord di Baghdad era un quartiere piccolo e nuovo, né bello né brutto, come possono essere, in tutte le periferie del mondo, le urbanizzazioni mai completate.

La costruzione più bella di Shaab era il mercato, in parte al chiuso costruito in muratura bianca con dei grandi archi di pietra che si affacciavano sulla parte all’aperto, quella in genere più affollata, anche in questi terribili giorni, di uomini, di donne e di bambini in cerca di cibo a buon mercato e vestiti economici.

Alle 11.00 di questa mattina due missili ed una bomba grande come un’automobile hanno disintegrato il mercato di Shaab, e tutte le abitazioni intorno.
Sangue, pietre, il fuoco degli incendi, i feriti terrorizzati che cercavano aiuto.
Un cratere profondo almeno 3 metri è rimasto lì, colmo d’acqua delle tubature esplose che scorrevano sotto le strade. Shaab era romasta l’unica zona della città che ancora servita dall’acqua potabile.

Hassan Hafidh, corrispondente della Reuters era proprio a Shaab nel momento dell’attacco. Vi era arrivato pochi minuti prima in compagnia del collega David Chater di “Skynews”.

Le vittime immediatamente riconosciute sono 16, ma almeno una trentina di persone mancano ancora all’appello. I feriti portati con mezzi di fortuna negli ospedali una cinquantina, alcuni, come sempre in questi casi, in gravissime condizioni.

Tutti i gli abitanti dei quartieri vicini si sono subito mobilitati, accorsi per cercare di portare aiuto. poi è esplosa la rabbia: grida ed invettive all’indirizzo degli americani e degli inglesi. Colpi di fucile e di pistola sparati in aria.

E’ stata una giornata terribile, davvero terribile mi riferiscono, con le condizioni metereologiche che hanno fatto la loro parte rovesciando sulla città una serie di acquazzoni e temporali che mischiandosi con la sabbia della tempesta di ieri hanno coperto di fango intere aree della città.
Difficilissimo muoversi, persino a piedi senza affondare in quel pantano che trascinava con sé anche i liquami delle fognature saltate per i bombardamenti.

Dopo circa un’ora dalla esplosione a Shaab, free-lance ed operatori dell’informazione indipendente sono arrivati sul posto. Prima di tutti i network “ufficiali”. E, mi confidano di aver provato un sentimento di smarrimento di impotenza di fronte ai tantissimi feriti in lacrime ed alle vittime che giacevano ancora sotto i resti di quallo che era il mercato.
Frutta, verdura, carne, utensili per la cucina, abiti, zainetti per bambini, tovaglie, gabbie con e per gli uccelli tutto sparso in un raggio centinaia e centinaia di metri quadrati sotto i rovesci della pioggia che mischiata al fango insozzava ogni cosa.

La contabilità delle vittime nella sola Baghdad è passata d’un colpo dalle 194 vittime “ufficiali” di ieri alle attuali 210.
Senza contare i corpi che mai verranno recuperati.


Mi riferiscono ancora che gli “humans shields” hanno cercato in ogni modo di verificare lo stato di alcune strutture pubbliche, non militari e non facenti riferimento ad organi di potere, che sono considerate di vitale importanza per i cittadini di Baghdad. Centrali elettriche, aziende alimentari, acquedotti che se fossro stati colpiti e distrutti porterebbero al collassso definitivo della popolazione, già straziata dai bombardamenti, dall’intermittenza delle linee elettriche e telefoniche, dalla quasi totale mancanza di acqua.
Gli indirizzi di questi siti, ripeto, civili e di fondamentale importanza per un minimo di qualità della vita di quasi 5 milioni di persone che ancora (soprav)vivono
nella capitale mi sono stati riferiti con la preghiera di renderli pubblici perché nessuno possa poi dire di non aver saputo che tipo di infrastrutture fossero.
Ci tengono a precisare che queste aree sono isolate, nella periferia est, sud/est ed ovest della città, lontanissime da qualsiasi potenziale obiettivo militare delle forze anglo-americane.

Colpito anche l’hotel “Rashid”che ospita una parte della stampa internazionale. Danni alle strutture ma nessun ferito tra i giornalisti o il personale iracheno e sudanese dell’hotel.

Mi dicono che gira voce in città che i tre grandi ponti visibili da tutta la capitale che attraversano il Tigri siano stati minati. Voce non confermata. Anche se potrebbe ricevere una conferma indiretta da quel via vai di barchini sul fiume al quale accennavo ieri che facevano la spola tra un ponte e l’altro nella notte, apparentemente senza alcun motivo.

Le trincee scavate nei giardini pubblici e perfino nelle aiuole spartitraffico sono invase d’acqua della pioggia e tutti i sacchetti di sabbia e sassi zuppi.

Le truppe irachene e soprattutto la Guardia Repubblicana sembrano esseresi ammassate nella’area sud della città in prevsione dell’arrivo degli americani e degli inglesi.
Sempre numerosissimi gli uomini in borghese che noncuranti della pioggia girano armati per le strade come a pattugliare la città.

Ormai è buio a Baghdad, “humans shields” e free-lance cercheranno di organizzare una cena tutti insieme per fare un po’ di “morale” dopo la tristissima e drammatica giornata di oggi.
Forse di nuovo all’Hotel Andalus, per dormire magari tutti insieme.

Appunatmento telefonico intorno alle 21.00 italiane

A dopo


Siti civili essenziali per la sopravvivenza della popolazione di Bghdad


"Taije Food"
Azienda alimentare per la trasformazione e la fornitura di cibo per 5 milioni di persone.
Quartiere di Taije (Baghdad)


"Jaizert"
Azienda Municipale Delle Acque (Fornisce acqua potabile per 3 milioni di persone)
(Baghdad)



"Almasbah"
Area Sud di Baghdad ( Loc.Rasheed)
Centrale Elettrica,con la capacità di copertura del 15% della fornitura giornaliera
per le abitazioni civili.



"Daura"
Raffineria di petrolio per alimentare le centrali elettriche per l'uso uso civile.-
Baghdad (Loc. Daura)


"Durah"
Centrale di trasformazione e diffusione dell'energia elettrica per l'alimentazione
della distribuzioine della'cqua potabile e per le forniture elettriche degli ospedali.
Con una capacità di copertura del 40% dell'areaa della capitale.
Baghdad (Loc. Durah)


"Al-Mamun"
Centrale di Comunicazione (telefoni ad uso civile)
Baghdad (Loc.al-Madain)


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