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Robdinz sono io.
by robdinz Monday, Mar. 31, 2003 at 12:19 PM mail: robdinz@hotmail.com

"robdinz" sono io.

Intorno al mio nome e cognome, pubblicato su di un post nella pagina di Indy dove appaiono di seguito tutte le corrispondenze da me scritte in questi giorni (accesso dall’home page: “lettere da Baghdad”), ci tengo a dire che forse sarebbe stato sufficente chiedermelo di pubblicare la mia firma in “chiaro”. Cosa questa che stavo in questi giorni pensando di fare, anche se le ragioni che mi avevavno spinto a non farlo fino ad ora le avevo spiegate su di un paio di post pubblicati proprio da me su Indy nei giorni passati.

Senza il lavoro di ricerca di “groove”( sendmailtogroove@yahoo.co.uk) che mi indirizza un messaggio che io interpreto come pesantemente allusivo e vagamente minaccioso.

La mia storia personale, professionale e politica la conosco io, e le persone che mi sono e mi sono state vicine in quasi 50 anni di vita. Accostare il mio nome a quello di un collaboratore del Sisde (o presunto tale) è qualcosa che risiede tra l’infamia e la calunnia. E meriterebbe ben altra risposta che un post come questo che mi trovo costretto a scrivere.

In effetti il mio nome completo ed il nome altettanto completo di quel personaggio si differenziano molto poco, anzi pochissimo, con una differenza che certo “groove” non riesce a cogliere.

Ora mi rendo conto che “smentire”un simile post diffamatorio è impresa difficile, soprattutto dalle colonne di un “democracy press” come Indymedia, aperto a tutti, senza filtri né censure, dove ciascuno puà scrivere quello che vuole e firmarsi come vuole.
Ma io non voglio smentire alcunché. Per il fatto che il solo accostamento mi indigna.

Mi auguravo di poter essere letto e giudicato per quello che scrivo, dalle fonti che porto a supporto di quanto affermo, dal lavoro di ricerca che, appassionandomi, svlogo a fondo e con tutti i riscontri. E cha da solo da la misura della mia storia professionale di giornalista indipendente, niente affatto inquinata od ambigua.

Ho scritto, firmandomi per esteso, su “articolo21liberidi.org”, su “clorofilla.it”, su “informationguerrilla.org, (limitandomi al web) e su molti media italiani e stranieri senza che nessuno abbia mai avuto a che ridire sulla mia onestà intellettuale e senza che nessuno sia partito in quarta con arditi e fantasiosi accostamenti che, francamente, mi offendono.

I libri me li compro, e al di là di due sciagurate esperienze editoriali molti anni addietro (che, improvvisandomi come editore, mi hanno fatto perdere un sacco di quattrini): due guide turistico/culturali“alternative”, una su Cuba e l’altra sul Madagascàr (due fiaschi clamorosi, tanto in libreria, quanto in edicola) firmate per esteso, e solo da me.
Non ho mai scritto i libri che mi vengono attribuiti, né da solo né con altri.
Non ho mai partecipato ai “convegni internazionali”dei quali si parla.

Non mi trovo davvero a mio agio a smentire ciò che non sarebbe dovuto neppure essere scritto e pubblicato da chi, in pieno anonimato lancia, in modo questo sì davvero ambiguo, insidiose diffamazioni e calunnie nei miei confronti.

Rifletterò molto se continuare le mie “corrispondenze” da Baghdad, perché non vorrei si fosse rotto quel sottile filo di protezione (minima ed indispensabile) che avevo steso attorno ai miei contatti di laggiù.

Il non firmarmi per esteso fin dall’inizio della pubblicazione delle corrispondenze era anche dovuto (ripeto: come ho già avuto modo di scrivere proprio su Indy in alcuni post passati) ad un minimo di scrupolo personale, etico e professionale, in quanto dirigo una mia piccola (ma efficiente) agenzia stampa di politica estera, globalizzazione e diritti umani. Proprio in questi giorni, del tutto casualmente, in “ristrutturazione” editoriale. E non volevo che, neppure per un attimo, qualcuno potesse pensare che “sfruttavo” le corrispondenze per farmi una indiretta ed indebita “pubblicità”. Cosa questa che mi avrebbe fatto orrore.

In ultimo, proprio nei giorni scorsi ero entrato in contatto (sempre via mail) con “NuoviMondiMedia”, casa editrice di Bologna, per sondare la possibilità di pubblicare in un “instant book” le mie corrispondenze. Ponendo tuttavia due pregiudiziali a qualsiasi ipotesi di pubblicazione: che tutta l’operazione fosse gratuita (che non avrei insomma guadagnato una lira) e che il ricavato della vendita dell’”instant book”fosse destinato ad una associazione, organizzazione, o per uno scopo coerente con lo spirito delle corrispondenze stesse, scelto in assoluta libertà dalla Casa Editrice senza il mio concorso. Questo per evitare qualsiasi “conflitto” di qualsiasi genere e natura.

Se mai questa operazione editoriale di pura informazione fosse andata in porto, avrei firmato il libro per esteso. Spiegando in una pagina di prefazione quale erano stati i motivi che mi avevano portato fin lì a pubblicare le corrispondenze usando uno pseudonimo.

Tutto questo lo potrà confermare Laura della Casa Editrice ( che non conosco e che mi auguro non sia un’agente della Cia) che con grande gentilezza e rapidità mi ha risposto lasciandomi il suo numero di telefonino.

Questo è quanto,

“robdinz”

Roberto di Nunzio
direttore di
“Interpress”
agenzia stampa di politica estera
globalizzazione & diritti umani.

Ps.
Pubblicherà più volte questo post durante la giornata
perchè tutti abbiano modo di leggerlo.
A tutela della mia onestà professionale.

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