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Talamone : in arrivo le navi
by angelo mastrandrea (post by blicero) Tuesday, Apr. 01, 2003 at 2:24 PM mail:

Avvistata ieri sera al largo di Talamone, in Toscana, arriverà in porto questa mattina. Allertati i lavoratori del porto, che dovranno caricare le bombe dirette verso il Golfo. Cgil e pacifisti organizzano «vedette» e presìdi, e preparano l'accoglienza

Solo questa mattina, quando alle 7 comincerà il carico dei primi container di armi dal porto di Talamone, sapremo se la nave che dovrà imbarcare una parte delle 3.400 tonnellate di bombe d'aereo, per portarle nel Golfo Persico, è un'imbarcazione militare come la Cape Horn, arrivata guasta e improvvisamente ripartita dal porto di Livorno qualche giorno fa senza che fosse riparata dai portuali, oppure una nave civile come la Rosa Delmas o la Thebeland, la prima battente bandiera liberiana, la seconda inglese, che qualche settimana fa caricarono, sempre nel porto di Livorno, mezzi e materiale bellico diretti in Iraq. Per il momento dobbiamo accontentarci di sapere che una nave non meglio precisata, «di quelle che abitualmente caricano armi e munizioni» sul vecchio pontile della Sipe Nobel, una fabbrica di esplosivi che ha chiuso i battenti un mese e mezzo fa, era ferma al largo dell'isola del Giglio, in attesa di entrare nel porto. Ad avvistarla, una delle «vedette» organizzate da movimenti e sindacati (dopo le anticipazioni del manifesto sulla partenza imminente di un carico di armi per l'Iraq) per tenere costantemente sott'occhio il porticciolo della località che si trova 25 chilometri a sud di Grosseto. Una svista? Possibile, se non fosse che anche i lavoratori del porto che dovranno caricare i container su delle chiatte per poi portarli al largo, stando a una fonte che preferisce restare anonima sarebbero già stati allertati. E la previsione che fanno alla Camera del lavoro di Grosseto è che il carico, in totale tre o quattro camion di «merce» per via delle modeste dimensioni del porto, dovrebbe cominciare questa mattina alle 7, quando i lavoratori italiani che dovranno sistemare il carico sulle chiatte che faranno la spola con la nave in rada si troveranno di fronte anche la protesta dei pacifisti, che nella serata di ieri si sono mobilitati per l'accoglienza. Un po' come era accaduto nella notte tra sabato e domenica, quando un camion con la scritta «no war» aveva aperto un corteo di auto che da Camp Darby a Talamone aveva percorso la via Aurelia a passo di gallina per impedire qualsiasi passaggio di tir carichi di bombe. Ma è possibile che le armi siano già state portate via da Camp Darby (dove comunque viene segnalata la presenza di container visibili dall'esterno) nei giorni scorsi e senza dare nell'occhio, e magari provvisoriamente depositate da qualche parte nei pressi del porto di Talamone, troppo piccolo per contenere tutti insieme 184 container, per un totale di 3.400 tonnellate di esplosivo. Con il vantaggio che questa mattina il carico (o meglio, una parte di esso) potrebbe saltare fuori all'improvviso per essere caricato sulle chiatte che poi raggiungeranno la nave in rada. Una procedura affatto nuova, come conferma anche Giorgio Nucci, segretario della Camera del lavoro di Grosseto, che ricorda come già nel `91, ma anche in seguito fino a qualche mese fa, furono effettuati diversi trasporti di armi proprio da Talamone e come il servizio su chiatte sia reso necessario dai fondali eccessivamente bassi per le navi.

Ad essere utilizzata non sarà la banchina turistica, ma quella ancora in concessione, nonostante la chiusura, alla fabbrica di esplosivi. E a caricare dovrebbero essere i dipendenti della cooperativa che opera nel porto (in tutto cinque lavoratori), anche se a volte accade che vengano chiamate ad aiutarli delle cooperative esterne. Nel frattempo, i disobbedienti toscani si sono organizzati per sorvegliare il porto dal tramonto all'alba per verificare se avvengano movimenti sospetti, così come sono controllati gli ingressi principali della base di Camp Darby, 180 chilometri più a nord. Mentre con una lettera congiunta Arci, Cobas e Legambiente segnalano che ieri dalla base Usa sarebbero usciti dei camion scortati diretti verso destinazioni ignote. Ma a Talamone hanno notato solo un passaggio di alcuni tir dell'esercito italiano, senza nemmeno la scorta. I responsabili toscani delle tre organizzazioni, Vincenzo Striano, Bruno Paladini e Piero Baronti, chiedono che «la Toscana dichiari il suo territorio "terra di pace non interessabile da atti collegati alla guerra"» e sottolineano «l'importanza di approvare delibere da parte di comuni e province che vietino l'uso delle strade di competenza per il trasporto di materiale bellico», come hanno già fatto diversi comuni, perché «tali atti hanno un forte valore politico ma anche, in molti casi, conseguenze pratiche al fine di ostascolare azioni di guerra». Alla proposta è arrivata l'adesione ieri di don Luigi Ciotti.

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