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Stop ai processi, legge pronta in due mesi
by messaggero Thursday, May. 01, 2003 at 2:09 PM mail:

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LA STRATEGIA DI PALAZZO CHIGI

Stop ai processi, legge pronta in due mesi
Alleati d’accordo sulle norme a tutela dei membri del governo, primo obiettivo la sentenza Sme

di ALBERTO GENTILI

ROMA - «Nessuno farà le cose di nascosto. Berlusconi parlerà al Paese, coinvolgerà gli italiani nella scelta: creare garanzie per impedire i colpi di mano di certi magistrati politicizzati? Oppure accettare, come nel ’94, un nuovo scippo di sovranità?». Così argomentava di buon mattino Peppino Gargani, responsabile Giustizia di Forza Italia. E, poche ore dopo, Berlusconi ha messo nero su bianco in una lettera al "Foglio" quello che sembrava solo un progetto. Un piano per il futuro. Il segno che il Cavaliere e tutta Forza Italia hanno deciso di accelerare a manetta. Di lanciare, da subito, la campagna di comunicazione per trasformare in legge l’ormai famoso Lodo Maccanico. Quello che introdurrebbe la non-procedibilità per i componenti del governo, i giudici costituzionali e «altre alte cariche dello Stato». E imporrebbe, dunque, la sospensione del processo Sme. L’immunità parlamentare vera e propria, invece, verrà resuscitata dopo con una legge costituzionale. E con tempi e procedure più lunghe. L’altro corno della strategia è l’offensiva anti-Prodi, che tocca il processo Sme.
L’obiettivo è chiaro. Creare, dopo la sentenza contro Cesare Previti, «subito un ombrello di protezione», parole di Gaetano Pecorella, «per il premier». «Perché una cosa è certa», sostengono a via del Plebiscito dove hanno ancora ben vivo in testa il film dell’avviso di garanzia spedito a Berlusconi durante il vertice di Napoli nel ’94, «i giudici di Milano, dopo aver colpito ingiustamente Previti, condanneranno anche il presidente. Bisogna perciò a tutti i costi evitare la sentenza, per impedire un nuovo scippo di sovranità a danno del popolo. E lo si deve fare per il bene del Paese, della sua stabilità, del suo prestigio internazionale: da qui a due mesi comincerà il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea».
Ed è tutto pronto, la strategia è decisa, per scongiurare «la condanna annunciata» di Berlusconi nel processo Sme. Mercoledì e giovedì prossimi, le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato cominceranno a lavorare giorno e notte sul disegno di legge Boato di attuazione dell’articolo 68 della Costituzione. Pronto anche l’emendamento che andrà a modificarlo: il lodo Maccanico, appunto, con la non-procedibilità. Scelta ammantata, a uso e consumo dell’opinione pubblica e degli alleati di governo, anche dalla «necessità di porre fine», come sostiene il sottosegretario alla Giustizia Iole Santelli, «al conflitto istituzionale che avvelena il clima nel nostro Paese e delegittima tutte le istituzioni, compresa anche la magistratura». Insomma, non contro i magistrati ma in loro aiuto.
Gli alleati non sembrano però aver bisogno di cure e attenzioni particolari. La Lega da tempo è schierata a fianco di Berlusconi sul fronte giustizia. Tant’è, che il ministro Roberto Castelli è stato il primo a riparlare di immunità e di non-procedibilità. E perfino l’Udc, molto attenta e sensibile quando si discute di diritti, non sembra per nulla intenzionata ad alzare barricate.
Alleanza nazionale merita un discorso a parte. Gianfranco Fini non ha mai voluto tagliare del tutto il filo che unisce il suo partito al filone giustizialista. Ma adesso sa bene di non potersi concedere strappi. Berlusconi, in numerose conversazioni con i suoi alleati, ha fatto capire che ogni defezione sarebbe interpretata come un tradimento. Della serie: con me, o contro di me. Perché in questa lotta per la sopravvivenza, dove si decide il suo futuro politico (e non solo), il premier non vede toni del grigio. Bianco o nero. Amici o nemici. La controprova: la minaccia di elezioni anticipate.
Per capire quanto Fini abbia compreso lo stato d’animo di Berlusconi, basta guardare cosa è accaduto dentro An nelle ultime ore. Il ministro Gianni Alemanno, esponente dell’ala giustizialista, ha preso le distanze da Previti: «Non dobbiamo costruire teoremi politici sulla sentenza. La giustizia italiana fa il suo corso e non guarda in faccia nessuno». Sono passati 50 minuti, e Fini ha smentito Alemanno per bocca del portavoce Mario Landolfi: «A Previti va la solidarietà umana e politica di An. Ieri è stata eseguita una condanna già annunciata».

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