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Il Pakistan e i Talebani (I)
by sydbarrett76 Tuesday, May. 06, 2003 at 2:28 PM mail:

Gli USA ritengono che a compiere l’attentato alle torri dell’11/09/2001 siano stati i fondamentalisti Islamici appartenenti alla rete di Al-Quaeda, il cui presunto leader, Osama Bin Laden, avrebbe trovato per anni appoggio e sostegno nel “governo” Afghano tenuto dai Talebani. Come è noto il fondamentalismo Islamico di alcuni gruppi Afghani fu fomentato dagli stessi USA in chiave anti-sovietica, e gli stessi Talebani furono “creati” dall’ISI, il servizio segreto Pakistano. Tutto ciò è illustrato ampiamente nel libro “Afghanistan anno Zero” di Giulieto Chiesa e Vauro, scritto in tempi non sospetti e terminato nel Giugno 2001. Inoltre cito stralci di un interessante articolo di Yacov Ben Efrat preso da Carta.org.

“L'esistenza di questi gruppi dissidenti [gli integralisti Afghani che combattevano l’URSS n.d.r.], con le loro insolite interpretazioni, non ha destato perplessità a Washington. (...)
In Afghanistan, uno di questi gruppi, i Talebani, ha preso il potere con la forza nel 1996 e ha protetto e sostenuto Osama Bin Laden, il quale ha emesso un decreto religioso nel 1998 proclamando il jihad, la guerra santa, contro gli Stati Uniti. Tuttavia un altro fattore ha ingannato Washington: i suoi alleati regionali, l'Arabia Saudita, il Pakistan e gli Emirati Arabi Uniti, sono stati i soli a riconoscere il governo dei Talebani appoggiandolo con armi e finanziamenti.” (...)
“Se l'amministrazione Carter impose sanzioni al Pakistan a causa del suo programma sugli armamenti nucleari e per gli abusi sui diritti umani, Reagan li annullò immediatamente, fornendo, in cambio di sostegno politico, una generosa assistenza militare. Il Pakistan divenne così il terzo paese fra le nazioni che ricevono aiuti dagli Stati Uniti (Archivio Digitale per la Sicurezza Nazionale).Per ottenere legittimazione interna al suo regime dittatoriale, il Generale Zia iniziò a dipendere dalle tendenze degli Islamisti. Mentre sopprimeva i partiti e cancellava le libertà politiche, tentò di dare al regime una nuova identità. Fra i movimenti religiosi si appoggiò all'Al-al-Islam di Jama'at, un partito fondamentalista di destra fondato nel 1941 a cui diede ampi poteri nella gestione del sistema scolastico, università compresa, e che inoltre sostenne nel conseguire l'appoggio dei mezzi di informazione. (Alavi .)Il potere di questo partito esteso a tutti gli aspetti della vita, compreso quello militare, destò preoccupazione all'interno dell'opposizione pakistana. L'idillio fra Zia e gli Islamisti raggiunse il suo picco nel 1980, quando la legge islamica (Shariah ) si trasformò nella legge del paese. Il carattere fondamentalista del regime Pakistano non disturbò Washington, al contrario, la CIA adottò l'opinione proposta dall'ISI pakistano (Interservizi di intelligenza): appoggiare gli estremisti islamici in Afghanistan nella loro lotta contro le classi più colte, più liberali, propendenti per la sinistra.”
“II. La conquista Talibana dell'Afghanistan Il movimento dei Talebani è nato nella rete delle scuole religiose, stabilita in Pakistan da un altro partito Islamico, Al-al-Islam di Jama'iyyat Ulama . Nei primi anni '90, sono nati, in tutto il paese pakistano, circa quattro mila madrassas (collegi), in particolare vicino alla frontiera afgana (dove due milioni di rifugiati afgani vivevano nei campi profughi) Queste scuole erano aperte non soltanto ai bambini dei rifugiati, ma anche ai figli delle famiglie pakistane ricche. Attualmente hanno circa mezzo milione di studenti (Rashid .)
Fino al 1993 Jama'iyyat Ulama-al-Islam era ancora un partito piuttosto isolato nella politica pakistana. All'epoca, tuttavia, aderiva al governo di Benazir Bhutto. Il Partito del Popolo Pakistano (PPP) si trovava alla testa della coalizione. Sotto questa egida, i madrassas di Al-al-Islam di Jama'iyyat Ulama formarono i loro studenti in ambito militare e politico, sviluppando, sotto la supervisione e la responsabilità dell'ISI Pakistano, il movimento dei Talebani.
Nel mese di agosto 1994, il regime pakistano decise di usare il Talebani per stabilire il controllo sull'Afghanistan, a cui voleva imporre ordine e stabilità. Inviò, così, giovani combattenti per portare avanti l'operazione in cui Hekmatyar aveva fallito (quattro anni prima della crisi del golfo infatti Hekmatyar, assunse una posizione filo-Irachena, ponendosi contro, oltre il potere pakistano, anche i suoi patroni sauditi.)
All'epoca il capo di Jama'iyyat Ulama-al-Islam Mullah Fadel al-Rahman (una volta capo del comitato affari esteri del Parlamento pakistano) fece una serie di visite in Arabia Saudita, con lo scopo di convincere i Sauditi a sostenere la nuova politica pakistana in Afganistan. Altresì il capo dei servizi segreti sauditi, il principe Turki Al-Faisal, visitò il centro dei Talebani a Kandahar nell'Afghanistan del sud. La pressione del Pakistan diede i suoi frutti: i Sauditi decisero di finanziare i Talebani (Hiro).
In realtà esisteva anche un altro motivo che spingeva i Sauditi ad agire in questo modo. Ulama al-Islam e i Talebani appartengono, infatti, ad una scuola di pensiero islamica conosciuta come Deoband - chiamata così per la città indiana in cui è stata fondata nel 1867 - basata su una interpretazione separatista e reazionaria dell'Islam e inoltre molto vicina alla scuola di Wahabi, alla quale appartiene la famiglia reale saudita.
Nel sostegno al movimento dei Talebani gli Stati Uniti si affiancarono ai loro alleati sauditi, ignorando le crudeltà che il movimento infliggeva ai cittadini afgani. Il solo obiettivo di Washington era raggiungere il pieno controllo delle risorse del gas e del petrolio nel Mar Caspio.
Il 26 settembre 1996, dopo sette anni di guerra civile, I Talebani conquistarono Kabul, imponendo la loro autorità e assicurando, per un breve periodo, una certa stabilità. (Maroofi).
Un anno più tardi venne firmato un contratto fra un gruppo di compagnie petrolifere, compresa la Unocal americana e la Delta Oil saudita e il governo del Turkmenistan (già Repubblica sovietica). L'accordo includeva la posa di un oleodotto di 790 chilometri, dai giacimenti di gas di Turkmenistan sul Mar Caspio all'Oceano Indiano. La conduttura doveva passare attraverso l'Afghanistan ed il Pakistan, permettendo agli Stati Uniti di escludere l'Iran e la Russia. Inoltre il governo dei Talebani promise al Pakistan di mantenere la stabilità nella zona intorno all'oleodotto. (Haque .)
Il 29 ottobre 1997, Trud, un giornale russo, riportò le parole del vice-direttore di Unocal, Chris Taggart: "se i Talebani stabilizzano la situazione in Afghanistan e ottengono un riconoscimento internazionale, le possibilità di costruire un oleodotto miglioreranno significativamente." Nel mese di agosto del 1998, le ambasciate americane in Al-Salam di Dar e di Nairobi subiscono attacchi terroristici. Gli attacchi vengono collegati a Osama Bin Laden, stabilitosi in Afghanistan sotto la protezione del governo dei Talebani. Tre mesi più tardi, Unocal annulla la propria partecipazione nell'affare dell'oleodotto.
La vittoria dei Talebani in Afghanistan non è il risultato di un intervento divino, ma piuttosto il risultato dell'appoggio dell'esercito e dei servizi segreti pakistani, insieme ai soldi americani e sauditi. In realtà però in condizioni meno anormali, neppure tutto questo sarebbe stato sufficiente. Era necessario un altro elemento: la totale arretratezza dell'Afghanistan. Se non fosse stato per questo, un movimento con un'interpretazione così limitata dell'Islam non avrebbe mai potuto prendere il controllo politico. Il movimento poteva svilupparsi soltanto in un paese privo delle infrastrutture tipiche della vita moderna.
La vittoria dei Talebani in Afghanistan non è dovuta ad un intervento divino, ma all'appoggio dell'esercito Pakistano, sostenuto da fondi sauditi e americani.”

Fonte di riferimento: http://www.carta.org/articoli/00_01/011129boomerang.htm

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