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Autodeterminazione
by imc italia Wednesday, May. 14, 2003 at 12:03 AM mail:

Il Diritto all'autodeterminazione: cos'è, chi lo sancisce, perchè i baschi non ne hanno diritto.

Una risoluzione dell'ONU datata 1966, sottoscritta da quasi tutti i Paesi del mondo, sancisce il diritto all'autodeterminazione per le minoranze etniche presenti all'interno di uno Stato, con lo scopo di riconoscere loro l'identità e la sopravvivenza che gli spettano. In teoria, questa sembrerebbe una legge creata appositamente per porre fine al conflitto in Euskal Herria; però, non potendo trovare uno sbocco, questa disposizione risulta purtroppo del tutto inutile. Infatti, seppur emanata dall'ONU, rimane pur sempre di grado inferiore rispetto alla Costituzione, massima espressione a livello giuridico cui ogni cittadino possa appellarsi: ebbene, questa stessa stabilisce che esiste una sola Nazione, ovvero la Spagna. E' facile capire che, proprio quest'ultima, non intende concedere l'indipendenza che i Baschi giustamente reclamano; anzi, tenta con ogni mezzo - sia fisico che legale - di eliminare il movimento antagonista. Un movimento forte, che rivendica la necessità di uno strumento politico per organizzare la vita sociale, economica e culturale del proprio popolo, un popolo che ad oggi conta quasi 3.000.000 di persone. Da secoli, Euskadi subisce sottomissioni da oppressori che non rispettano e non rispecchiano la sua natura, ben definita e radicata nella comunità da generazioni. Solo nel '36, con una Guerra Civile, si costituì il Governo Basco, che venne letteralmente spazzato via dalla dittatura franchista la quale lo annullò, inglobandolo nuovamente in quello spagnolo. Oggi, ad aggravare ulteriormente la situazione, si aggiunge l'ormai prossima messa al bando di Batasuna: Aznar dimostra in una maniera così plateale di voler tacere le legittime richieste dei baschi, facendole apparire come la facciata dietro cui si celano le cosiddette dinamiche del terrorismo. Ma terrorismo è quello subito da una popolazione che ambisce esclusivamente alla legittimizzazione di ciò che già esiste, ossia Euskal Herria; terrorismo è la persecuzione che Madrid - la quale si ritiene democratica - compie abitudinalmente nei confronti di chiunque tenti di esprimere il proprio dissenso. Ma non si può parlare di democrazia solo come riferimento a un potere delegato dai cittadini: la democrazia deve consistere nella libertà di potersi opporre a soprusi e leggi ingiuste che non tengono conto di un individuo. E le leggi spagnole, non concedendo la possibilità ai Baschi di scegliere il tipo di organizzazione in cui riunire la loro comunità, non possono essere ritenute democratiche. Perchè vietano la creazione del loro futuro ed, anzi, sono alla base della loro dispersione. Poichè realmente i Baschi rischiano di scomparire, se non possono usufruire di mezzi per preservare le loro caratteristiche. Rischia così di estinguersi l'EusKara, la lingua più antica d'Europa che oggi è divenuta il simbolo dell'opposizione, la quale promuove la sua diffusione e ne garantisce, seppure con enormi difficoltà, la continuità. Ma è impensabile che, senza l'esercizio del diritto all'autodeterminazione, l'Euskara possa mantenersi viva, come in generale la cultura e la tradizione basca. Ed è per questo che la battaglia va avanti: Euskadi vuole unicamente non dover sempre e solo assolvere a doveri su doveri, ma beneficiare di quel diritto cui conseguirebbe la fine degli scontri. Perchè solo i Baschi sono in grado di creare un'istituzione in cui potersi identificare. Il diritto all'autodeterminazione coincide esattamente con gli obiettivi della ragione basca ed è l'unica possibilità per costruire una vera democrazia che porti finalmente alla pace. torna a AnalisiPoliticheEuskadi

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