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Assemblea dei popoli del Mediterraneo
by a Manca pro s'Indipendentzia Sunday, Jun. 01, 2003 at 9:45 PM mail: sotzialismu_indipendentzia@hotmail.com

4-5-6- Luglio 2003 a Lanusei (NU) primo incontro internazionale per la costruzione dell'Assemblea dei popoli del Mediterraneo.

1° incontro per la costruzione
dell’Assemblea dei popoli del Mediterraneo

Sardegna 4-5-6/ Luglio/ 2003

Piattaforma politica di convocazione

Ai popoli del Mediterraneo e ai popoli in lotta per la propria indipendenza, alle organizzazioni politiche che li rappresentano nelle espressioni delle lotte contro il capitalismo e l’imperialismo.

Il Mediterraneo, culla di antiche civiltà, crogiolo di lingue e popoli, è stato per millenni il luogo d’incontro e di scontro tra culture e religioni, uno spazio in cui i popoli hanno prosperato costruendo la propria ricchezza materiale e culturale attraverso l’incontro e la contaminazione reciproca, e assistito alla propria rovina determinata dalla volontà di conquista e di dominio delle potenze imperiali. Gli Stati-Nazionali hanno costruito imperi economici e politici sfruttando le materie prime dei territori conquistati, assoggettando le popolazioni attraverso l’imposizione dei propri modelli economici e culturali. La storia dei popoli che abitano questo mare, è fatta di dominazioni coloniali di resistenza e lotte di liberazione. L’uniformità di clima e di ambiente naturale insieme alle comuni vicende storiche ha determinato la formazione di una cultura i cui tratti generali sono comuni. La vita materiale e culturale dei popoli del Mediterraneo, è oggi fortemente segnata dall’ingerenza degli interessi economici, politici e militari di multinazionali e potenze imperialiste. Il nostro comune spazio vitale non è più luogo d’incontro tra culture e di solidarietà ma confine che divide il Nord e il Sud del mondo, luogo di conflitto e di esclusione.

Gli Stati europei e l’America, distruggono la storia e la cultura dei popoli attraverso un processo di omologazione, imponendo l’unificazione del sistema di produzione capitalistico su scala mondiale. In questo senso la globalizzazione neoliberista è la manifestazione più chiara della natura del capitalismo. L’imposizione della legge del mercato, della “democrazia” e della “libertà” occidentali, è la nuova forma di totalitarismo fondato sulla dittatura del pensiero unico neoliberista che tende a destrutturare se non a cancellare, le potenzialità rivoluzionarie insite nell'appartenenza di classe e nell'identità di popolo. Governi e multinazionali affermano i propri interessi conquistando, con l’uso delle armi, nuovi spazi per il mercato e il possesso delle risorse energetiche. Con una feroce repressione poliziesca soffocano la crescente opposizione popolare alle politiche sociali, alla trasformazione del mondo lavoro e alla guerra. Il conflitto sociale è assorbito, normalizzato in una logica di mercificazione dei bisogni e dei diritti. Il ricorso alla guerra è la misura della debolezza della civiltà occidentale e dell’ordine borghese-capitalista, che dietro alle conquiste tecnologiche, alla sovrapproduzione di merci e all’opulenza dell’elite politica, economica e finanziaria, nasconde l’impoverimento e la precarizzazione della vita di milioni lavoratori e lavoratrici, la schiavitù culturale e materiale di due terzi della popolazione mondiale, la distruzione dell’ambiente.
Il continente latinoamericano è attraversato da un radicale movimento anticapitalista, in seguito alle crisi economiche e alla bancarotta dei governi-fantoccio legati agli interessi degli USA e dell’Europa. Il Medio Oriente è obiettivo strategico per le potenze occidentali che vogliono spartirsi le risorse del sottosuolo e fare della zona un punto di partenza per la conquista dell’Asia centrale. La conquista dell’Iraq, caduto sotto il fuoco dell’esercito anglo-americano, è solo un tassello della colonizzazione imperialistica del mondo arabo e asiatico. Gli stati europei, dopo aver allineato le politiche economiche e sociali sul modello americano e aver conseguito l’unificazione economica, cercano di fare dell’Europa un’entità politica e militare. Su questo progetto ripongono le speranze di resistere e sopravvivere agli USA. L’Unione Europea è un cantiere in costruzione dove non sono rispettate le elementari norme di sicurezza. Voluta dalle classi dirigenti per meglio tutelare i propri interessi, è imposta ai popoli. Il prezzo più alto al processo d’unificazione è pagato dalle Nazioni senza Stato, alle quali, di fatto, non è riconosciuto il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza.

La nostra condizione è quella di Nazioni senza Stato, colonizzate economicamente e culturalmente, rapinate della terra su cui il capitale impone il proprio modello di sviluppo economico.
Lo sfruttamento capitalista è aggravato dalla dominazione neo-coloniale, che genera rapporti di dipendenza attraverso il processo di deculturazione e disarticolazione dell’identità di popolo, la cui espressione culturale assume caratteri di statiticità e folclorizzazione divenendo così funzionale allo sfruttamento capitalista. Il tessuto economico e sociale legato alle forme tradizionali di produzione, divenuto residuale a causa dell’imposizione di nuove strutture e modelli economici, è destinato a scomparire. Nelle nostre realtà questo processo è strettamente legato all’imposizione dell’economia turistica alla quale si aggiunge la privatizzazione di tutti servizi, dei beni primari come l’acqua, del territorio e delle sue risorse. Questo è ciò che chiamiamo turismo totale.
Gli USA e gli stati aderenti alla NATO, che occupano il Mediterraneo con le loro basi militari, impongono la propria egemonia politica ed economica, oppure ne fanno strumento funzionale al dominio coloniale attraverso l’esproprio della terra, la sua totale militarizzazione e la forte limitazione dello sviluppo delle attività economiche locali. In virtù di questa condizione, la nostra lotta contro le basi militari e l’opposizione alle guerre imperialiste, non è un fatto di coscienza ma rappresenta un momento fondante della nostra critica al sistema capitalista e di dominio borghese.

Noi, patrioti di manca di Sardigna e di Corsica concepiamo la realtà dei nostri popoli come un contesto autonomo di lotta di classe. E’ il “popolo lavoratore” che vive sulla propria pelle il dominio coloniale e lo sfruttamento capitalista, che deve reggere il peso del processo di Liberazione Nazionale imprimendogli il suo carattere di classe, riconoscendosi come soggetto politico collettivo capace di pensare in termini di autodeterminazione, di conquista e gestione del potere.
Proiettando la nostra volontà d’indipendenza in una dimensione internazionale di lotta, crediamo sia di vitale importanza contrastare il progetto di Unione Europea e i disegni federalistici delle borghesie nazionali, e dare vita a nuove solidarietà e relazioni politiche, culturali ed economiche tra tutti i popoli, riconoscendoci in un progetto comune, fondato sull’idea che il Mediterraneo debba essere uno spazio geopolitico autonomo, non più soggetto all’egemonia politica militare ed economica degli stati europei e dell’America; un luogo di comunicazione, in cui la vita materiale e culturale dei popoli sia il prodotto di un processo dinamico in cui la tradizione si trasforma e si arricchisce attraverso l’incontro tra culture.

Dare vita a questo progetto significa porsi l’obiettivo della demilitarizzazione del Mediterraneo, e della ricerca di alternative allo sviluppo economico capitalista.

Su questa piattaforma politica e con questa finalità convochiamo il 1° incontro per la costruzione dell’Assemblea dei popoli del Mediterraneo, e invitiamo tutte le organizzazioni politiche anticapitaliste e antimperialiste a partecipare.


a Manca pro s’Indipendentzia (Sardegna)
Movimentu di a Manca Naziunale (Corsica)

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