Un donna del Medical Teal racconta le condizioni terribili in cui e' avvenuto il suo arresto al villaggio della Bourdonnette di Losanna e in cui e' stata detenuta, domenica 1 giugno.
Innanzitutto, noi medici eravamo troppo pochi rispetto alla folla.
La polizia ha cominciato a sparare gas lacrimogeni, quando non stava
ancora succedendo nulla. Senza avvertimenti in nessuna lingua, hanno
sparato a caso nella folla.
Io in quel momento ero nel blocco "pink & silver". Ho sentito dire che
siamo stati gassati una ventina di volte in due ore.
Hanno sparato sulle persone da subito, prima alle gambe, poi allo
stomaco e poi alla testa.
Ho visto varie persone colpite direttamente allo stomaco.
Avevamo solo un kit medico di base, ma avendo visto una donna
con una seria bruciatura sulla gamba dovuta ad un proiettile
lacrimogeno, sono andata a controllare la sua ferita.
Quattro poliziotti ci hanno caricato e manganellato. Lei e un'amica
sono partite in una direzione, io nell'altra, con la polizia dietro.
Ero chiaramente riconoscibile come medico. Abbiamo visto parecchi
medici e due avvocati del Legal Team presi esplicitamente a bersaglio.
Poco dopo, ho vissto un uomo incosciente sdraiato sulla strada.
Non ero nemmeno sicura che stesse respirando. Ho cercato di avvicinarmi
per valutare le sue condizioni, ma la polizia non mi ha lasciato arrivare
e nemmeno scoprire il suo nome.
Hanno cominciato a minacciarmi, e poi ad inseguirmi. Sono corsa in un
boschetto, con la polizia dietro. Ad un certo punto, ho incontrato una
persona a me nota ed un dottore svizzero sulla sessantina. Siamo tornati
indietro per cercare l'uomo incosciente. Era ancora li', ma la polizia
non ha lasciato avvicinare il dottore ed ha addirittura impedito ad un'ambulanza
di raccoglierlo. Come gia' e' stato raccontato, ci hanno riportato tutti
in gruppo al villaggio ufficiale (Bourdonnette, ndt) e identificati.
Parlavano solo francese, e non hanno atteso nemmeno 10 minuti per trovare i
traduttori o il Legal Team. Quando hanno deciso di arrestare me, ho spiegato
che ero l'unico medico nel campo in quel momento. Molte persone soffrivano
gli effetti del gas lacrimogeno e avevano bruciature. Non mi hanno fatto
rimanere, ne' hanno permesso che lasciassi il kit medico. Siamo stati portati
via nelle camionette.
Alcune persone con cui ho parlato piu' tardi nel centro di detenzione dicevano
che erano stati trattenuti nel caldo di pullmann e camionette per ore senz'acqua,
legati per ore prima di arrivare al centro.
Questa operazione era stata effettuata dall'esercito, e dalle polizie svizzere
e tedesche. Nessuno sapeva dove eravamo stati portati e molte delle persone
detenute rivestivano ruolo non suscettibili di arresto, come me. Il centro di
detenzione era una serie di bunker di cemento ingabbiate nel filo, di circa
7 metri per 7. Siamo stati separati per sesso, ma siamo stati divisi solo da
un corridoio. Nelle gabbie non c'erano coperte ne' panchine. Nella mia, c'erano
31 done, nella gabbia opposta 46 uomini e in un'altra 37 uomini. Tra i detenuti
c'erano anche minorenni. Una ragazzina di 15 anni e' stata chiusa in un
deposito per uniformi per ore. Non ci e' stato permesso di fare telefonate, di
mangiare e ci hanno dato da bere solo attraverso le gabbie, come agli animali
di uno zoo. Ci hanno insultato, con particolare razzismo nei confronti delle
persone di colore. Non ci hanno fatto usare il bagno finche' hanno potuto e
quando hanno lasciato andarci le donne, hanno tenuto aperte le porte dei
cubicoli, in modo che il personale maschile le guardasse urinare. Un uomo ha
cercato di andare al bagno di corsa. Lo hanno manganellato sui testicoli.
Quando piu' tardi ci hanno rilasciato, senza alcuna accusa, ci hanno lasciati
andare alla spicciolata. Era gia' buio e, invece di riportarci dove ci avevano
preso, ci hanno abbandonato su strade di campagna, in mezzo al nulla. Sono stata
in varie manifestazioni e azioni di protesta, ma non ho mai visto il livello
di violenza e di repressione cui ho assistito oggi.
Una persona con cui ero ha registrato almeno parzialmento la detenzione ed il
trasferimento, e deve esserci una qualche denuncia legale contro le autorita'
per questi abusi. Nonostante le pressioni e gli effetti fisici dei gas e delle
violenze, la solidarieta' tra le persone e' stata grande. Penso davvero
che abbiano volutamente organizzato il villaggio "ufficiale" in un luogo
che puo' essere facilmente isolato, e che avessero premeditato almeno una parte
degli accadimenti di oggi. Avevano annunciato che non avrebbero utilizzato l'esercito
o la polizia tedesca o gli idranti, che invece oggi hanno ampiamente adoperato.
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