http://italy.indymedia.org/news/2003/06/303378.php Invia anche i commenti.
G8 | Serve aiuto per le cure a Martin Shaw | ||
by pwd (traduzione) Saturday, Jun. 07, 2003 at 6:42 PM | mail: | |
Un conto corrente per aiutare Martin Shaw, l'attivista gettato dal ponte di Aubonne da un poliziotto durante il G8
Questa e' una richiesta di aiuto inviata a tutti gli amici di Martin, e a chi pensa che il poliziotto che lo ha ferito debba renderne conto.
Testimonianza dei presenti del tentativo di omicidio da parte della polizia svizzera contro due attivisti anti-g8 Traduzione della testimonianza pubblicata su www.uk.indymedia.org e ampliata da parte del gruppo d'appoggio a Martin a Losanna. Speriamo che serva per chiarire la confusione sui fatti, visto che su vari siti di Indymedia e media ufficiali girano versioni piu' o meno differenti rispetto all'accaduto... Desideriamo che questo testo, scritto originariamente da sette attivisti irlandesi che parteciparono all'azione, serva a chiarire le cose. Giugno 03, 2003 / 11:37 AM Il ponte sopra il fiume Aubonne si trova sull' autostrada Ginevra-Losanna. Siamo arrivati al ponte verso le 5 della mattina. Iniziamo a preparare gli striscioni e l'attrezzatura per la scalata. Alle 7 delle mattina tutto e' pronto, manca solo di ricevere la chiamata che ci avvisera' della partenza dei delegati del G8 che arrivano da Ginevra in convoglio. Il piano e' attraversare con una corda l'autostrada, con una persona sospesa ad ambo le estremita', per bloccare completamente il transito. La carreggiata in senso opposto non sara' bloccata. Il gruppo d'appoggio si incarica di risalire prima sul ponte, fermare il traffico e dare il tempo agli scalatori di calarsi. Verso le 10.30 ci informano che il convoglio e' uscito da Ginevra e la polizia ha bloccato tutte le entrate e le uscite dell'autostrada tra Ginevra e Losanna. Quattordici persone entrano in autostrada e si incamminano sul ponte lungo le due estremita' esterne in direzione Ginevra. Portiamo tre striscioni. Uno dice "O TI FERMI QUI O AMMAZZI DUE PERSONE". Sull'altra c'e' scritto "NON SPARATE". La terza recita "G8 ILLEGITTIMO". Blocchiamo il traffico incrociandoci sull'autostrada con gli striscioni ben visibili. Alcune persone si dirigono verso le automobili per spiegare quello che sta succedendo ed informarli dell'importanza di non avanzare. Una volta che il traffico e' stato bloccato, tre persone aiutano gli scalatori a calarsi nella loro posizione. La corda e' coperta di fogli e segnali di colore vivo e brillante per renderla visibile. Non e' una corda di striscioni. Tutti gli striscioni sono sostenuti dagli attivisti che li tengono in mano con lo scopo di allertare gli automobilisti che ci sono due persone sostenute nel vuoto da una corda che attraversa le carreggiate. Alcuni automobilisti si arrabbiano ed escono dalle vetture per prendersela con noi. Altri tentano di avanzare comunque e abbiamo dovuto sederci sulla capotte di uno per impedirglielo. Altri tentano di fare retromarcia e uscire dall'imbottigliamento dalle corsie laterali. La polizia arriva molto rapidamente e tenta di cacciarci immediatamente, in maniera aggressiva e per niente dialogante. Non vogliono sentire ragioni e pare che siano unicamente intenzionati a ristabilire il traffico. Rompono il cordone con gli striscioni di avviso, strappandoli e buttandoli sulla strada. Noi ci sediamo a terra per frenarli un po', e quando portano via a forza, corriamo verso la corda per proteggerla. Ma la polizia arriva dall'altro lato. La polizia inizia ad alzare la corda dal lato dove e' sospeso lo scalatore britannico e ordina agli automobilisti di passarci sotto. C'e' anche un motociclista, molto eccitato che li aiuta. D'un tratto, sentiamo delle grida e ci rendiamo conto che la corda e' stata tagliata. Nessuno di noi ha visto esattamente chi ha tagliato la corda, pero' piu' tardi viene confermato che e' stato uno poliziotto. Alcune persone del gruppo d'appoggio afferrano la corda per l'estremo opposto, evitando la caduta nel vuoto anche della scalatrice. Sette, otto persone tengono la corda. Un poliziotto si aggiunge al gruppo. Dopo che ha domandato per tre volte di aiutarci ai suoi colleghi, solo cinque dopo minuti, uno di loro, svogliatamente, si aggiunge. Questo primo poliziotto e' quello che chiama anche l'ambulanza. Gli altri rimangono sul ponte. Dopo venti minuti dai fatti, una attivista che e' medico arriva al fiume per assistere lo scalatore caduto. Chiede aiuto a tre poliziotti che stanno guardando e finalmente rispondono alla chiamata di ausilio. Prima lo tolgono dal fiume. Lei procede a steccargli un gamba e fa tutto cio' che le e' possibile per portare un po' di conforto all'attivista ferito. Intanto sul ponte assicuriamo un'altra volta la corda tagliata e caliamo una nuova, in maniera che l'altra scalatrice, ancora sospesa nel vuoto, possa scende fino al suolo. Piu' o meno nello stesso momento, un'ambulanza e un'auto di pompieri arrivano sul posto. Arriva anche un elicottero di salvataggio. Quest'ultimo e' quello che si utilizza per recuperare il ferito, per quanto riguarda le voci che segnalavano che la polizia aveva impedito il passaggio dell'ambulanza non sono certe: l'ambulanza arriva infatti rapidamente ma non viene utilizzata per le operazioni recupero. Lo scalatore e' gravemente ferito, pero' si ristabilira'. L'altra scalatrice e' arrivata in ospedale in stato di shock psicologico, pero' ora sta molto meglio. Gli attivisti sul ponte sono stati portati al centro di detenzione della polizia, ci assicurano che siamo solo testimoni e che siamo qui solo perché vogliono la nostra testimonianza. Successivamente ci hanno denunciato per blocco del traffico e perché siamo andati a piedi in autostrada. Non sappiamo se il resto del gruppo di appoggio sono stati arrestati e incolpati. Lo Stato svizzero ha iniziato una indagine criminale rispetto l'incidente ed abbiamo sentito, tuttavia non e' stato confermato, che il poliziotto che ha tagliato la corda e' stato arrestato. 2_Note del GRUPPO DI APPOGGIO A MARTIN
Se vuoi inviare un messaggio di solidarieta' a Martin, perché glielo facciamo arrivare in ospedale: love.to.martin@web.de Se vuoi metterti in contatto con noiper qualsiasi cosa: dontletmedown@web.de Se vuoi far parte di una "lista d'invio" per avere informazioni aggiornate periodicamente su Martin e i suoi compagni: love.tomartin-subscribe@liveproject.lu 4/ Abbiamo bisogno di soldi Chiamata alla solidarieta' A questo punto e' probabile che gia' conosci il caso di Martin Shaw. Questo elettricista inglese residente a Barcelona e' ricoverato all'ospedale CHUV di Losanna, recuperandosi dalle gravi ferite inflitte dalla polizia che taglio' la corda che lo teneva sospeso a 21 metri di altezza. Martin e l'altra compagna erano appesi con i loro corpi ad una corda che incrociava l'autostrada Ginevra/Losanna, con la finalita' di bloccare il passaggio al convoglio dei delegati del G8, alle loro politiche escludenti, genocidi e ecocidi, e alla loro illegittima posizione di potere sui destini del mondo. Una informazione dettagliata dei fatti si trova nel testo precedente. Ora la situazione per Martin e la sua famiglia e' molto complicata. Martin e' in un letto d'ospedale, imbottito di morfina, senza diritto di ricevere oltre alla visita della sua famiglia, solo altre tre persone. Tutta la sua famiglia piu' stretta vive nel Regno Unito e non ha a disposizione denaro per trasferirsi in Svizzera durante la sua degenza. Diversi partecipanti all'azione oltre a Martin e l'altra scalatrice si trovano ad affrontare imputazioni nello Stato svizzero. Inoltre Martin e la sua famiglia potrebbero essere costretti a coprire spese mediche e legali molto elevate, in cui gia' figurano i costi che sta affrontando l'appoggio logistico della squadra d'appoggio... L'intenzione e' di far pagare allo Stato svizzero queste spese, cosi' come per le spese derivate in gran parte dalle sue lesioni. Pero' queste vie di finanziamento non possono garantire per il debito del carattere repressivo dimostrato dallo Stato svizzero. E' per questo che lanciamo una chiamata alla solidarieta' internazionale anti-repressiva per Martin, gli attivisti che parteciparono all'azione e alla mobilitazione anti-G8. Considerando che faremo di tutto per far pagare ai responsabili (anche per questo mancano soldi) abbiamo creato un'associazione per gestire tutto il denaro che si puo' raccogliere. Questa associazione si presenta come Cassa di Resistenza Permanente Internazionale, indirizzata a provvedere all'appoggio finanziario in situazioni di repressione. In questa maniera speriamo di creare un fondo permanente e trasparente. Attualmente ci sono conti aperti nel Regno Unito, Spagna e Germania. Nello stato Spagnolo il conto e': 0081-0055-44-0006151525 Banc de Sabadell verificare che sia intestato a nome di Esther Cerro Ingresar a nombre de Martin Il conto in Germania e': Jan Bargen Postbank Dortmund KN (acc no): 77582466 BLZ (bank code): 440 100 46 Per ultima cosa vogliamo chiarire che non pretendiamo incolpare lo Stato svizzero solo per fargli pagare le piu' alte indennita' possibili. Il nostro obiettivo prioritario e' di avere un giudizio politico in cui siano ben chiare le responsabilita' dei poliziotti presenti sul luogo dei fatti, dei loro superiori gerarchici che predisposero il dispositivo repressivo nelle zone del G8 e lo Stato Svizzero e gli stati partecipanti al G8. La nostra intenzione e' di evitare, nei limiti del possibile, che casi come questo si ripetano nel futuro. Questa e' una lotta contro le impunita'... |
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