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Scuole occupate. Ma dai professori
by E. Vallarolo Monday, Jun. 09, 2003 at 4:00 PM mail:

A Torino iniziativa di lotta contro la «riforma» Moratti (da il Manifesto del 04.06.2003)

Se il ministro Letizia Moratti aveva intenzione di cambiare radicalmente il volto della scuola italiana, da oggi può dire di esserci riuscita. Non però nel modo che si augurava: dalla tarda serata di ieri, infatti, una decina tra licei, istituti tecnici e commerciali di Torino sono stati occupati. Dagli insegnanti. Le scuole che hanno annunciato l'occupazione - ma altre potrebbero aggiungersi oggi - sono l'Itc «Sraffa» e l'«Amaldi» di Orbassano; l'Itc «Romero» di Rivoli; gli Itc «Luxemburg» e «Russell/Moro» di Torino; il liceo artistico «Cottini» e il liceo scientifico «Copernico», sempre a Torino. Sono centinaia i docenti che ieri hanno deciso di passare la notte nei sacchi a pelo per manifestare la propria opposizione nei confronti della riforma Moratti: in particolare contro il decreto che impone 18 ore di lezione. Per cui abbinando classi, discipline ed ore, può capitare che un professore non segua più gli stessi allievi anno per anno. Ne consegue anche - soprattutto - la soppressione di decine di cattedre per i docenti precari.

«L'occupazione - spiega Gino Giove, insegnante ed Rsu all'Itc Sraffa di Orbassano - durerà un paio di giorni e di notti, ma potrebbe in alcuni casi proseguire fino alla fine delle lezioni. Nel corso della mobilitazione non si interromperanno le attività didattiche al mattino per non danneggiare gli allievi in questa fase delicata dell'anno scolastico».

L'iniziativa è stata decisa dal Coordinamento delle scuole in lotta contro il decreto sugli organici, che fa riferimento ai Cub. «Saranno anche state salvate parecchie cattedre - continua Giove - dopo le proteste e gli incontri delle scorse settimane, come d'altronde affermano i sindacati confederali, lo Snals e la Direzione generale dell'istruzione piemontese, ma a noi risulta che numerosi dirigenti scolastici stiano preparando elenchi di cattedre da eliminare». Il decreto sulla saturazione delle cattedre a 18 ore viene definito - dai Cub Scuola - come «sfasciaorganici», stabilendo un meccanismo che «produce danni devastanti e permanenti alla qualità della scuola pubblica superiore».

Gli insegnanti che aderiscono alla mobilitazione resteranno in attività non-stop per 48 ore, partecipando a dibattiti, assemblee permanenti, spettacoli ai quali prenderanno parte genitori e studenti. Sempre nel pomeriggio un'altra clamorosa iniziativa è stata assunta dai professori di uno dei più conosciuti licei scientifici della città, il «Copernico». «Vogliamo far emergere il lavoro sommerso»: con questa motivazione alcuni docenti, che hanno poi aderito all'occupazione, hanno dato vita ad una pubblica correzione di compiti. Genitori, studenti e chiunque voleva assistere, è stato invitato nella sala insegnanti per assistere a questa operazione. «Sono molte - hanno spiegato i docenti del Copernico - le attività che rientrano nella busta-paga e che non sono riconosciute. Tra queste, oltre all'aggiornamento e alla preparazione di materiale didattico, vi è la correzione degli elaborati degli allievi. Ci sembra giusto che tutti se ne rendano conto».

Le uniche occupazioni da parte di insegnanti che si ricordino risalgono al giugno del 1995 quando, in alcune scuole romane, i professori dormirono nelle aule per protestare contro l'ordinanza del ministro Frattini, cosiddetta «antisciopero» perché inseriva sanzioni per il personale della scuola che si asteneva dal lavoro nelle operazioni di scrutinio e di esami; e quelle contro la circolare del ministro Lombardi sull'anticipo dell'inizio delle lezioni per le scuole superiori. «Tra le altre forme di protesta - conclude Gino Giove - abbiamo deciso di sospendere l'adozione preventiva dei libri di testo, dato che non sappiamo quali classi ci toccheranno il prossimo anno scolastico. L'iniziativa che abbiamo assunto vuole essere un segnale chiaro lanciato a livello nazionale. Sappiamo che qualcosa si sta muovendo anche a Milano e a Cagliari».

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