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Le scorie nucleari sono un'arma politica...
by Halls Friday, Jun. 27, 2003 at 4:40 PM mail:

Facciamo un semplice ragionamento. Può un banale black out di un ora giustificare il diffondersi di un rinnovato interesse per l'energia nucleare?

Dopo i recenti black out verificatisi a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale mi aspettavo proprio questi primi consistenti rigurgiti di filo nucleraismo italiano. A ben vedere però, noi paranoici, non possiamo escludere che questo ritrovato amore per il nucleare sia solamente una trappola, e nemmeno di quelle meglio congegnate.
Facciamo un semplice ragionamento. Può un banale black out di un ora o poco più giustificare il diffondersi di un rinnovato interesse per l'energia nucleare? Soprattutto può accadere ora proprio quando sta esplodendo la questione spinosa delle scorie radioattive frutto della prima, breve e disastrosa avventura nucleare in questo paese? E ha senso tutto ciò dopo gli episodi dell'11 Settembre e con la costante e reiterata minaccia di un crescente allarme terrorismo legato alle armi di distruzione di massa (non mi interessa se ciò sia vero ma solo se viene percepito come tale nell'opinione pubblica)?
Allora forse questo nuovo strisciante amore per il nucleare è solo uno specchietto per le allodole; una minaccia per rendere più facile la ricerca di un compromesso. Questo compromesso si esplicita nello sviluppo di un nuovo piano eneregetico nazionale con l'introduzione di nuove centrali elettriche e la spartizione dell'immenso business causato dall'ingresso dei privati nel settore.
E' notizia di questi giorni, il TAR della Lombardia ha dato ragione agli abitanti del lodigiano che si sono opposti alla creazione di una nuova centrale elettrica sul territorio. Certo che se tali sono le premesse qualcuno comincia seriamente a preoccuparsi per la crecente e diffusa refrattarietà dei cittadini ad ospitare sul proprio territorio queste centrali di produzione energetica e per la difficoltà che si sta palesando nel porre in essere il nuovo piano energetico nazionale.
Una soluzione al problema dell'energia risiederebbe nella combinazione di alcuni fattori: riduzione dei consumi (anche con l'introduzione di elettrodomestici ad alti rendimenti), taglio degli sprechi, messa a pieno regime delle centrali esitenti (pochi sanno che molte centrali producono ben al di sotto della loro effettiva potenzialità) e la nascita di un piano di sviluppo energetico fortemente indirizzato alle energie pulite e rinnovabili; in poche parole una politica energetica basata su criteri di risparmio e di lotta agli sprechi che inevitabilemnte si scontrano con la natura del mercato. E' chiaro che il confronto sui temi dell'energia è di tipo politico e rischia di mettere in discussione comportamenti, modalità e stili di vita anche in maniera radicale. E' per questo che sono d'accordo con chi afferma che probabilmente destra e sinistra (con qualche mugugno da parte delle anime più ambientaliste) si troveranno d'accordo nello spingere verso la direzione della maggior disponibilità energetica, quindi nuove centrali, nuovo inquinamento, nuove scorie per alimentare un mercato sempre più vorace. La questione delle scorie nucleari di questi giorni ci offre un'occasione per considerare il peso di queste contraddizioni come un arma da scagliare contro l'attuale paradigma di produzione e consumo. Se non partiamo da queste considerazioni per affrontare la questione dell'energia (sia per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie e la loro destinazione, sia per la boutade neo nucleare e ste menate di black out che mandano tutti in paranoia) rischiamo di condurre una battaglia persa già in partenza. Basti vedere lo sconfortante livello dei thread sulla questione scorie nucleari in Sardegna, thread che contengono tutti i presupposti per le solite sconfortanti guerre tra poveri.

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