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lettera del compagno siriano dal carcere di salonicco
by trad st3 Monday, Jun. 30, 2003 at 3:35 AM mail: ste@autistici.org

Lettera dal carcere di Diavata - Salonicco di Souleiman Dadouk - 'Kastro' rifugiato politico siriano che ha vissuto in Grecia per 18 anni, ora uno dei 7 arrestati per la partecipazione alle manifestazioni a Salonicco contro il summit UE del 21 giugno.

Ero sedicenne quando per la prima volta mi hanno rasato e torturato per la prima volta.

Questo perche' dicevo NO all'oppressione razzista del regime militare e dittatoriale in Siria, stato chiamato Repubblica araba di Siria. Non lo trovavo strano, e' un regime dittatoriale, l'esercito regna, in modo che la polizia possa fare cio' che vuole, indisturbata.

In queste condizioni molta gente cercava altri stati in cui vivere e condizioni piu' umane - e io ero uno di quelli che dicevano che un paese democratico dove vivere e dove i diritti umani erano rispettati fosse la Grecia.

Dopo 18 anni, nello stato chiamato Repubblica greca, questa volta in un regime che prende parte nel decidere quali popoli moriranno, chi avra' fame e chi potra' migrare, dopo 18 anni nei quali probabilmente in Siria hanno dimenticato situazioni del genere, mi sono ritrovato con gli altri arrestati, per dire ancora una volta NO, rasato e depilato con la violenza. Non ho mai provato ne' visto tanta violenza prima d'ora, nemmeno nel regime dittatoriale, ne' avevo avuto a che fare con minacce di abusi sessuali da parte della polizia ("ti butteremo in una cella con gli zingari perche' ti violentino").

Non voglio togliere nulla alle persone che hanno combattuto per la democrazia, e hanno pagato questa lotta con l'arresto e l'esilio, ma probabilmente faro' loro pensare, lasciandoli con la domanda se questo sia uno stato di giustizia o uno stato di polizia.

Il pubblico magistrato e il giudice non hanno ascoltato nessuno degli accusati, ma solo i testimoni tra i poliziotti che davano gli ordini. E questa giustizia assurda e' stata applicata, senza ombra di dubbio, nonostante molti testimoni tra la polizia raccontavano storie chiaramente false o ridicole, se solo qualcuno avesse indagato meglio su di loro.

Hanno messo a verbale, per me e per uno spagnolo, che siamo stati ritrovati con la stessa borsa con le stesse cose: 2 fionde, 3 viti e un rotolo di filo di rame, ma ci hanno accusato di possesso di molotov, resistenza alla pubblica autorita', etc.

I magistrati e i giudici ci hanno tenuto in prigione, non solo in celle differenti ma anche in piani diversi. Io non so se questi credono che sia davvero giusto, o se eseguono semplicemente degli orgini... Cos'e' la prigione, e cos'e' un trattamento medievale? Io spero che succeda questo solo nel carcere di Salonicco, e che la ragione stia nel fatto che sia cosi' vicino alla dittatoriale Turchia. Violenze senza fine, psicologiche e fisiche, dal momento del nostro arresto fino adesso.

Ho qualche speranza nella ridotta possibilita' che la Grecia sia uno stato di giustizia e che ci sara' un processo (giusto), perche' cio' che abbiamo visto noi, gli stranieri, e' solo uno stato di polizia e situazioni medievali di questo tipo, per le quali ogni cittadino proverebbe vergogna.

Dal carcere di custodia di Diavata - Salonicco
27 giugno 2003,
Kastro

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