Aggiornamenti al 9 luglio sulla bio-occupazione

Allo stato attuale gli occupanti sono dentro la cascina, mentre l'amministrazione comunale rifiuta di riceverli.
Le richieste dei bioccupanti sono semplici e chiare:
a) blocco della vendita dell'immobile pubblico per la sua messa a disposizione per usi sociali;
b) uso della cascina per la produzione e diffusione di prodotti no-OGM;
c) sperimentazione di una nuova forma di autoreddito legata alla messa a disposizione della cascina come luogo di vita e di autoproduzione (casa + prodotti biologici);
d) adozione di una forma di autorecupero dell'immobile da parte dei bioccupanti (ci vivono, lo restaurano col proprio lavoro, non pagano di conseguenza l'affitto).

Gli amministratori del Comune rifiutano ufficialmente di incontrare i bioccupanti non tanto per le loro richieste che reputano "interessanti"... quanto per il fatto che non accettano di trattare in un quadro di "illegalitą" generato dall'occupazione.
Ricordiamo che la giunta Chiamparino ha fatto della battaglia per il rispetto della "legalitą" la bandiera con cui ha affrontato tutti i problemi sociali della cittą: da quelli dei migranti a quella dei lavoratori della Fiat, da quelli dei giovani sempre pił precari a quella della diffusione del consumo delle sostanze stupefacenti pił disparate... Di qui le uscite pubbliche del Chiamparino a favore dei CPT, la sua disponibilitą a sperimentare l'apertura di un cpt per minori, la linea di chiusura generale rispetto alle nuove occupazioni (quelle vecchie sono attualmente riconosciute de facto).

Vista la situazione al limite del paradosso, i bioccupanti stanno trattando per trattare. Nel frattempo hanno definito un piano settimanale di piccoli lavori di recupero e manutenzione del posto.