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15 Luglio a Catanzaro: appello di solidarietà
by tro Monday, Jul. 14, 2003 at 1:13 PM mail:

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Appello in solidarietà agli indagati nell'inchiesta sul 'Sud Ribelle'
Martedì 15 luglio si svolgerà davanti al Tribunale della Libertà di Catanzaro la nuova udienza in merito alla richiesta di custodia cautelare di 18 militanti del 'movimento dei movimenti', arrestati alle prime ore del 15 novembre 2002 con l'accusa di aver costituito un'associazione sovversiva dal nome 'Sud Ribelle'. Lo stesso tribunale aveva liberato tutte le persone ancora in carcere o agli arresti domiciliari il 3 dicembre scorso, ritenendo insussistente la gravità indiziaria con riferimento a tutti i reati associativi contestati. Il PM tuttavia presentava ricorso alla Corte di Cassazione. Il ricorso è stato accolto dalla I sezione penale della Corte limitatamente al primo punto, che contestava la violazione degli artt. 25 e 111 della Costituzione: il collegio giudicante che aveva rimesso in libertà le persone arrestate non sarebbe stato costituito nel rispetto delle tabelle di quel tribunale.

Si giunge così all'ennesimo tornante di una vicenda fin troppo lunga e controversa, che ha coinvolto militanti del movimento, sindacalisti di base, mediattivisti, operatori della solidarietà con migranti e richiedenti asilo, occupanti di centri sociali, uniti da un agire politico trasparente ispirato ai valori della solidarietà e della partecipazione. Contro di essi è stata scatenata un'autentica persecuzione basata su accuse costruite attraverso pratiche discorsive, prive di riscontri fattuali, basate su interpretazioni vistosamente forzate delle conversazioni tra gli indagati, ascoltati attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali che si protraggono dall'aprile del 2001.

Al movimento e ad ampi settori della società non è sfuggito il carattere persecutorio dell'indagine. La solidarietà è stata ampia e in gran parte spontanea, culminata nella grande manifestazione nazionale svoltasi a Cosenza il 23 dicembre scorso, con manifestanti venuti da ogni parte d'Italia e tutta la città a salutarli dalle finestre. Anche molte istituzioni locali si sono schierate a difesa degli indagati, a partire dal Comune di Cosenza, e la stessa Università della Calabria, trascinata di nuovo sul banco degli imputati quale presunta 'scuola di terrorismo' (due degli arrestati lavorano infatti presso quell'ateneo), ha fatto sentire la sua voce. Azioni di protesta e gesti di solidarietà sono stati compiuti infine anche all'estero in diverse forme: lettere-appello spedite ai consolati firmate da deputati ed esponenti dei sindacati europei, sit-in di fronte alle ambasciate, manifestazioni, articoli sui giornali e così via.

La solidarietà e la protesta saranno presenti anche in questa occasione. Il 15 luglio si svolgerà infatti un presidio di fronte al tribunale di Catanzaro, pacifico, 'creativo' e comunicativo, allo scopo di sottolineare la continuità dell'attenzione pubblica su questa oscura vicenda, non far mancare il conforto della solidarietà agli indagati, continuare l'opera di pubblica denuncia verso un clima repressivo che negli ultimi anni non ha risparmiato alcun settore del movimento (ricordiamo che si trovano attualmente in carcere o agli arresti domiciliari altri esponenti del movimento, accusati dalla Procura di Genova di aver causato violenze e devastazioni in occasione dei fatti di Genova del luglio 2001. Anche in questo caso mancano chiari elementi oggettivi a sostegno delle accuse).

Invitiamo pertanto il mondo dell'associazionismo, il sindacato e ogni persona sinceramente democratica ad esprimere solidarietà nei confronti degli indagati in tutte le forme opportune, a partire dall'adesione e dalla partecipazione al presidio del 15 luglio a Catanzaro.


Il Comitato di solidarietà


Cosenza, 10 luglio 2003


Adesioni:

Associazione "Marianela Garcia"; Arci Calabria; Cantiere Sociale "Terra Terra" Lamezia Terme; Associazione culturale multietnica "La Kasbah"; Comunità Curda di Badolato; Cosenza Social Forum; Tirreno Social Forum; C.S.O.A. "Angelina Cartella"; C.S.A. Gramna; Spazio Sociale Autogestito Filo Rosso; Disobbedienti Cosenza; Commercio Equo e Solidale; Associazione culturale "Cotronei informa"; Ora Locale; Radio Ciroma; Associazione Praticambiente; Coop. Sociale "Orizzonti nuovi" Crotone; Forum Ambientalista della Calabria; Comitati contro gli inceneritori Savuto; Coordinamento calabrese contro il ponte.

Fiom Calabria; Snur Cgil Calabria; Cgil Catanzaro; Cgil Cosenza; RdB-Cub Calabria; Confederazione Cobas Calabria; Sin.Cobas Calabria; Cobas Scuola Federazione provinciale Cosenza; Cobas Telecom Calabria; Slai.Cobas Praia a Mare

Partito della Rifondazione Comunista Calabria; Federazioni PRC di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia; Circolo PRC "Fausto Gullo" Cosenza; Circolo PRC Rende; Federazione Provinciale Verdi Cosenza.
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Un pullman contro l'ingiustizia

Lo scorso 7 maggio, si è svolta in corte di cassazione a Roma l'udienza di discussione del ricorso presentato dal PM di Cosenza Fiordalisi contro l'ordinanza di scarcerazione decisa dal tribunale della libertà di Catanzaro. Nel corso dell'udienza, il procuratore generale, Veneziano, rappresentante dell'accusa, aveva chiesto il rigetto di tutti i motivi del ricorso del pm di Cosenza, aderendo di fatto alle richieste della difesa, e soprattutto all'impostazione data dal tribunale della libertà nell'ordinanza di liberazione. I difensori avevano ovviamente sottolineato la inammissibilità del ricorso del pm, basato su un'interpretazione dei reati associativi di cospirazione politica e di associazione sovversiva totalmente aderente alla relazione introduttiva del codice Rocco, datata 1930 (!).

Incredibilmente, la I sezione penale della corte di cassazione, dopo svariate ore di camera di consiglio, ha accolto il ricorso del pm per un motivo procedurale, ossia la violazione dell'art. 25 della costituzione. Secondo quanto sostiene il pm di Cosenza, i giudici del tribunale della libertà che hanno emesso l'ordinanza di scarcerazione si erano "autonominati" giudici di quel processo che, invece, in base alle tabelle interne del tribunale di Catanzaro, avrebbe dovuto essere assegnato ad un altro collegio. Con questa inaspettata decisione, la corte di cassazione praticamente contraddice la sua stessa giurisprudenza relativa a tale questione, sempre considerata una mera questione interna di ufficio non determinante alcun motivo di nullità degli atti compiuti.

Così ora il fascicolo torna al tribunale della libertà di Catanzaro che, composto da giudici diversi da quelli del 29 novembre 2002, dovrà riesaminare nuovamente l'ordinanza di custodia cautelare del gip di Cosenza. In realtà fino al momento dell'emissione delle motivazioni della corte di cassazione, che avverrà nel giro di un mese circa, non si può prevedere a quali limiti e principi dovrà attenersi il "nuovo" tribunale della libertà di Catanzaro. Infatti, nel caso in cui – come purtroppo è immaginabile – la cassazione si limitasse ad accogliere il motivo del ricorso del pm senza entrare nel merito delle accuse mosse ai compagni, il nuovo collegio del tribunale della libertà di Catanzaro avrà mano libera nel riesaminare completamente tutta l'inchiesta, magari pervenendo ad una decisione differente dalla prima ordinanza (quella annullata, per intenderci) che scarcerò i compagni ritenendo non sussistente il reato di associazione sovversiva per la rete del Sud ribelle.

Per chi non lo sapesse basti dire che la I sezione penale è la stessa corte che nel caso dei poliziotti di Napoli - mandati agli arresti domiciliari per il sequestro di persona dei compagni ricoverati nell'ospedale dopo gli scontri e per le violenze brutali perpetrate nella caserma Raniero nel marzo 2001 -, affermò che "ad oltre un anno e mezzo dai fatti, in mancanza di altri pericoli, non si può tenere nessuno in stato di detenzione". E, coerentemente(!) con questa questa impostazione, ha invece decisodi non revocare le misure cautelari a carico di Alberto (Fagiolino) di Roma, nell'udienza tenutasi poche ore dopo, sostenendo che " Genova è un'altra cosa" !

L'udienza presso il tribunale del riesame di Catanzaro si svolgerà il 15 luglio. La celerità con la quale è stata fissata la data ci sembra indicativa dei proprositi coi quali i giudici si apprestano ad affrontare questa vicenda. Infatti, non essendoci nessun motivo di urgenza ( detenuti, pericolo di fuga, ecc) e considerando i tempi della giustizia italiana, si sarebbe tranquillamente potuta svolgere dopo l'estate, visto che i tribunali si apprestano a sospendere l'attività ordinaria in vista del periodo di ferie.

Non c'è molto da aggiungere, salvo la banale e scontata osservazione che se non saremo capaci, come in passato è avvenuto, di garantire una presenza e un'attenzione qualitativamente e quantitativamente significative il giorno dell'udienza a Catanzaro, dovremo prepararci ad affrontare le ripercussioni cui una così evidente falla dentro l'intelligenza collettiva di movimento spianeranno la strada una volta di più.

Noi ci saremo e proponiamo a tutte le strutture di movimento, nonostante il caldo, le ferie e le scadenze già in fase d'avvio, di fare uno sforzo anche organizzativo per costruire la mobilitazione del 15 luglio a Catanzaro.

Da taranto è già previsto un pullmann che partirà alle 6 da v.le Magna Grecia (di fronte alla concattedrale), sarebbe auspicabile riuscire a fare una carovana che dalla Puglia porti verso la Calabria un grido forte contro l'ingiustizia.

Taranto, 9/7/03

Gli indagati di Taranto – Confederazione Cobas- Collettivi di Base

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SENZA LODO...MACCANICO O SCHIFANI CHE SIA!!!

Non è un fulmine a ciel sereno. Anzi per certi versi c'era da aspettarselo, vista l'aria che si respira in questo periodo di stanca calura estiva e di stanca del movimento. La Corte di Cassazione non solo ha annullato la sentenza di scarcerazione pronunciata dal Tribunale del riesame di Catanzaro, ma ha accelerato al massimo il rinvio al nuovo Tribunale in modo da farlo riunire in piena estate, scongiurando il più possibile l'eventualità di mobilitazioni del movimento.
Non è un fulmine a ciel sereno, dicevamo, ed infatti le avvisaglie c'erano tutte.
Ormai fermi, perquisizioni e minacce sono all'ordine del giorno in tutta Italia, ed anzi proprio in questi giorni c'è stata l'ennesima perla: una compagna di Pisa invitata (si fa per dire) a smetterla di frequentare ambienti di movimento, pena sanzioni di carattere penale, tramite il solito articolo riciclato dal solito codice Rocco.
Intanto da Dicembre i compagni arrestati dai giudici di Genova sono ancora dentro o ai domiciliari senza processo.
Contemporaneamente continuamente si aprono e si chiudono inchieste collegate ai casi Biagi e D'Antona, per i quali continuamente vengono arrestati compagni, regolarmente scarcerati dopo pochi giorni.
Insomma da mesi circola una brutta aria tendente alla completa criminalizzazione del movimento, o perlomeno alla parte di movimento non ingabbiata dai partiti.
E naturalmente a questa regola non poteva sfuggire La rete Meridionale del Sud Ribelle.
Perchè, e questo non ce lo dobbiamo scordare mai, l'obiettivo di lorsignori non è quello di sanzionare comportamenti illeciti, al massimo portano a motivazione in modo più o meno disinvolto presunti comportamenti illeciti; il vero obiettivo è sanzionare come comportamento illecito la lotta contro la guerra, il dominio capitalista soprattutto amerikano, la repressione nazionale ed internazionale. Si vuole insomma sancire l'illegalità dell'opposizione sociale.
E l'inchiesta di Cosenza è la cartina di tornasole di questo tentativo, in quanto si criminalizza tutto un movimento in base a reati associativi e d'opinione, senza veri reati specifici dimostrati, ma solo in base agli articoli del famigerato codice fascista, denominato Codice Rocco.
Non possiamo mollare adesso. Bisogna garantire la più ampia partecipazione davanti al Tribunale di Catanzaro, per far capire che il movimento c'è e continuerà ad esserci contro la criminalizzazione.
Lo dobbiamo a tutti quei compagni arrestati per aver partecipato alla lotta del movimento contro questa società di sfruttamento, repressione e guerra.
Lo dobbiamo al compagno Puglisi e agli altri inquisiti per i fatti di Genova. Lo dobbiamo a tutti quei proletari criminalizzati dalle leggi emergenziali di questo governo autogarantista.

huambo e vittoria
imputati nel processo di Cosenza

L'Avamposto degli Incompatibili
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COLPO DI CODA DEL " TEOREMA COSENZA"
DI NUOVO A CATANZARO- IL 15 LUGLIO- IL TRIBUNALE DEL RIESAME
Con una velocità sospetta, il 15 luglio, a Catanzaro, presso il Tribunale
della Libertà, verrà riesaminato - per difetto procedurale nella
composizione del Collegio- il Provvedimento che rimise in libertà i/le
compagni/e arrestati/e per il mostruoso teorema della Procura di Cosenza che
tanta repulsione e mobilitazione sociale aveva suscitato nel Paese.
Nonostante questa accelerazione ( la Giustizia italiana è nota in Europa per
i suoi ritardi e insabbiamenti, tanto da meritare severi e costanti richiami
e sanzioni) siamo fiduciosi che il 15 luglio, a Catanzaro, si raggiunga lo
stesso risultato riconfermando la primaria decisione sull'inesistenza dell'
associazione sovversiva e, a maggior ragione, degli arresti.
Se così non fosse, ci troveremmo di fronte ad una iperbole che vede una
parte della Magistratura schierata con la guerra permanente e,
preventivamente, contro i diritti costituzionali e di chi li esercita in
funzione dell'emancipazione e della Giustizia sociale. Dovremmo prendere
allora atto che in Italia gli spazi di libertà - di pensiero, di
organizzazione, .- vanno drasticamente restringendosi, al pari delle libertà
sindacali falciate in virtù della totale preminenza della legge dell'Impresa
su qualsiasi legittima rivendicazione.
La Confederazione Cobas, che vede tra gli indagati numerosi compagni tra cui
due rappresentanti dell'Esecutivo Nazionale, impegna l'Organizzazione, nelle
sue articolazioni a mobilitarsi il 15 luglio ore 9 presso il Tribunale di
Catanzaro, e a mantenere alta la sfida contro tutti i sistemi repressivi e
coercitivi delle libertà fondamentali e personali: fa appello perché si
mantenga tutta l'attenzione e la partecipazione contro il Teorema Cosentino
e qualsiasi provvedimento restrittivo brandito nei confronti dei vari
componenti il Movimento, dei diversi, degli immigrati.

Roma 8/7/03


Confederazione Cobas
Sede nazionale V.leManzoni
51 Roma


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