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art. 270 bis, magistratura democratica etc.
by Gianmarco Monday, Jul. 14, 2003 at 5:40 PM mail:

sulle diverse inchieste della magistratura

Mazzetta coglie un problema corretto e giustamente lo pone con forza all'atttenzione di tutt*, anche alla luce degli ultimi fatti accaduti tra Parma e Modena.

Da alcuni mesi una parte della magistratura italiana [nella fattispecie quella ascrivibile a Magistratura Democratica] ha ricominciato a utilizzare i codici [e le procedure penali] della legislazione emergenziale creata e molto in voga per la gestione della cosidetta 'emergenza terrorismo' degli anni '70.
Questo comporta che singoli episodi, opinioni, riunioni o quant'altro attenga l'agire politico vengano inquadrati in teoremi interpretativi che cercano di attribuire una visione organizzata e d'insieme a singoli e spesso differenti fatti od opinioni agiti da molteplici soggettivitą e/o singolaritą.
Si badi inoltre al ritorno del 'concorso morale' per il quale leggere o discutere un documento vuol dire automaticamente essere partecipanti a fatti specifici, o anche alla sua ri/articolazione nella 'compartecipazione psichica' che ha permesso la carcerazione preventiva di diversi compagn* per i fatti del G8 2001 e la successiva inchiesta della procura di Cosenza (2002).
Non solo, ma il 'disegno teoretico' č quasi sempre totalmente induttivo e scaturisce da una lettura del reale criminogena, che pecca ab origine di una continua tendenza alla produzione pubblica di un nemico dello Stato o alla diretta trasformazione di fenomeni di devianza o di conflitto in 'obbiettivi da colpire con ogni mezzo legale "lecito" (*)'.
E ancora: i codici del diritto penale che vengono utilizzati comportano conseguenze devastanti per le biografie dei cittadin* indagat* ed attribuiscono agli inquirenti i pił ampi poteri di indagine [ad esempio divengono d'ufficio lecite le intercettazione ambientali, telefoniche ed elettroniche] fino al completo annientamento delle garanzie di agibilitą politica (e privacy) sancite dalla stessa dottrina costituzionale dominante.

E non č un caso che questo nuovo uso politico del diritto penale provenga sostanzialmente da Magistratura Democratica, che ha al suo interno forti correnti la cui cultura giuridica discende dalla 'trincea' della gestione emergenziale dei conflitti e che negli anni č intervenuta in maniera sostanzialmente uguale sia che l'oggetto fossero le avanguardie dei movimenti degli anni '70-'80, sia che si trattasse della repressione dei fenomeni mafiosi negli anni '90, per finire con l'arcinota e stucchevole vicenda della corruzzione politica italiana. (**)

Non ho nč tempo nč l'intenzione di approfondire in questo post le tematiche introdotte e chiudo con qualche osservazione: non credo che le vicende processuali sui movimenti (cfr. fatti di genova 2001) siano concluse nč credo che questa magistratura 'a la Violante' abbia finito di operare, come dimostrano gli ultimi fatti, anche se hanno per oggetto d'indagine temi differenti nel cui merito non entro e sui quali non mi interessa nč appartiene dare giudizi.

Credo che vada sistematicamente stigmatizzato ogni operazione di questo tipo della magistratura e ritengo che vada aperto un dibattito politico pubblico sul problema giustizia in italia ed in europa, che, evitando commistioni con 'l'intervento interessato' di Berlusconi & soci in affari, ponga con forza il problema di che cosa voglia dire giustizia, diritto, veritą e che dimostri quanto queste parole siano dissonanti rispetto alla 'Legge', alla sua applicazione ed al suo uso politico.

E, per favore, almeno nel 'movimento' si evitino i distinguo e si entri nel merito della critica politica e giuridica di inchieste condotte con la clava e nel disprezzo della stessa forma diritto anche perchč sotto questa clava purtroppo capita di finire in molti.

Gianmarco, bologna

(*)Rossiter, un giurista del secolo scorso, arrivņ a dire che "nessun sacrificio č troppo grande per la nostra democrazia [cioč lo Stato NdR], meno che mai il temporaneo sacrificio della stessa democrazia". (Sic!) [citato in
"Stato di eccezione", Giorgio Agamben, 2003].
(**) Sulla gestione emergenziale dei femomeni migratori e del c.d. terrorismo insiste la nuova sperimentazione su scala europea e globale di quanto detto. Come metafora, e dicendo esplicitamente che le condizioni materiali sono ovviamente differenti, voglio segnalare il dibattito in corso nei giuristi e politici nord americani sui detenuti di Guantanamo nel quale sta diventanto maggioranza l'opinione secondo la quale č accettabile la detenzione, processo e addirittura soppressione dei detainees [infatti per la forma legge in vigore essi non sono nč prigionieri, nč accusati ma solo 'detenuti'] nel nome della guerra globale e permanente. Nella governance globale ritorna la dialettiva mortale amico/nemico: o con l'Impero o terrorista della guerra asimmetrica.

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