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Palestina: storie di muri e aparthied, sul villaggio Kifl Hares
by ilnonsubire by imemc.org Saturday, Aug. 30, 2003 at 2:46 AM mail:

In una terra dove migliaia di antichi olivi hanno le loro radici e dove qualcuno vuole costruire un muro per dividere la popolazione.... In questa terra la morte di alcune piante e alberi non sarebbe poi cosi grave, se.... Ma ogni storia umana e' una pagina importante nel libro di questa occupazione illegale. L'oocupazione continua, il muro e' in costruzione, il sistema di aparthiede attraverso le strade e i servizi negati e' in atto... e la storia di Osama e Said sono solo il volto umano di questa terribile situazione...

Se viaggi per la "Highway 505" verso Tel Aviv c'e' un piccolo villaggio Palestinese chiamato Kifl Hares posizionato a circa 30 metri dalla strada. Fino alla settimana scorsa la strada che portava al villaggio era considerata una "zona militare chiusa" (CMZ).

I confini della zona non sono chiari, e la ragione per dichiararla tale ("zona militare chiusa") persino piu' oscuri. Il villaggio dista un paio di km dalla colonia di Ariel, dove ultimamente c'e' stato un'attentato suicida. L'attentatore non proveniva pero' dal villaggio di Kifl Hares o dalla regione circostante. Ma guarda caso Kifl Hares e' molto vicino a la zone da dove dovrebbe passare il "muro dell'Aparthied", con
l'obbiettivo di incorporare Ariel (e i terreni palestinesi attorno alla colonia) dentro Israele.

Ora c'e' un blocco stradale continuamente presidiato da soldati israeliani fuori dal villaggio. I soldati si sono posizionati persino sul tetto di una casa che sta all'incrocio tra la grande strada (Highway 505) e la strada che porta al villaggio. La casa ovviamente e' di proprieta di un abitante del villaggio, chiamato Sami.

Quando la famiglia di Sami si trasferi a Kifl Hares, la colonia di Ariel ancora non esisteva. Sami, sua moglie e i bambini hanno dovuto lasciare la casa per via dei ripetuti attacchi compiuti dai coloni. Hanno cosi deciso di affittare la casa come negozio, ma ora ci sono i soldati.
Osama invece e' un'altro abitante del villaggio che coltivava la terra attorno ala casa. Faceva buoni affari, anche dopo l'inizio della seconda Intifada, grazie sopratutto all'elevato traffico sulla strada principale.

Dopo anni di lavoro, l'IDF (Israeli Defense Forces) o meglio dette IOF (Israeli Occupation Forces) impediscono quotidianamente a Osama di innaffiare le piante, gli alberi e il terreno. Questo e' l'attuale ordine per le zone militari chiuse, l'ordine dovrebbe scadere per la fine di
Settembre, ma gia' si prevede che verra' esteso. Sami si preoccupa di perdere definitvamente la casa. Allo stesso tempo Osama ha perso la sua fonte di sopravvivvenza e molte delle piante e degli alberi stanno muorendo.

Osama ha contattato un'avvocato, cosi come attivisti delle organizzazioni umanitarie (tramite IWPS), che pero' fino ad oggi non sono stati in grado di scoprire minimamente il motivo della decisione di attuare una zona militare chiusa e per quanto sono intenzionati a privare Sami di una casa e Osama di un'attivita' commerciale. Tutto cio' nonostante anche alcune sollecitazioni di menbri della Knesset ("parlamento" israeliano). L'IOF si rifiuta di dare anche solo informazioni sul motivo di questa situazione.

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