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Pisanu si smentisce a metà: piena fiducia ai magistrati di Genova
by dall'unità Monday, Sep. 15, 2003 at 5:36 PM mail:

Pisanu si smentisce a metà: piena fiducia ai magistrati di Genova.


Nel discorso pronunciato ieri non c'era «nessun riferimento a magistrati di Genova», ma «soltanto ai tentativi di speculazione politica in atto». In una nota diramata dal Viminale, il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu chiarisce il senso delle parole pronunciate a Cortina, assumendosene «tutta intera» la responsabilità ma lamentando l'accostamento «arbitrario» di «temi distinti e lontani» operato dai media.

«Alcuni commenti di stampa - scrive il ministro - hanno arbitrariamente accostato due parti nettamente distinte del discorso che ho pronunziato ieri a Cortina, traendone conclusioni fuorvianti».

«Nella prima parte del mio intervento, parlando dell'attività di governo e dei problemi della sicurezza, ho sottolineato -ricorda Pisanu- i grandi meriti delle forze dell'ordine ed ho respinto taluni ignobili tentativi di speculazione politica che cercano di rovesciare la verità dei fatti, trasformando gli aggressori in aggrediti». «Nessun riferimento, dunque - dichiara Pisanu - ai magistrati di Genova, il cui operato -assicura- non ho mai messo e non intendo mettere in discussione, ma soltanto ai tentativi di speculazione politica in atto. Ed infatti nello stesso contesto ho ribadito che anche carabinieri e poliziotti possono sbagliare, ed è giusto che chi sbaglia paghi. Ho respinto, invece, i giudizi sommari sulle forze dell'ordine, giudizi che umiliano la verità ed il senso dello Stato».

«Nella seconda parte del discorso, esclusivamente dedicata al dibattito interno a Forza Italia, ho sostenuto - continua il ministro- che i partiti politici tradizionali erano già finiti prima ancora di Tangentopoli, ed ho aggiunto che non possiamo negare che la storia si sia servita di qualche maramaldo in toga per completare l'opera. Naturalmente mi prendo tutta intera, parola per parola, la responsabilità del discorso di Cortina, ed accetto serenamente -aggiunge- ogni critica».

«Non posso accettare, invece, che temi distinti e lontani tra loro vengano accostati arbitrariamente, mescolando una valutazione politica sul presente con un giudizio storico sul passato», conclude il titolare del Viminale.


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