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Scandicci: Nel nome di Pavolini scomuniche reciproche tra i colonnelli di An
by di Paola Fichera - Il Resto del Carlino Friday, Sep. 26, 2003 at 7:08 PM mail:

dal resto del carlino.

FIRENZE — Vetero fascisti in terra toscana più che altrove? Sembrerebbe di sì visto che il presidente di An, in persona, l'onorevole Gianfranco Fini, è stato costretto a intervenire per vietare la tavola rotonda sul ministro del governo fascista, Alessandro Pavolini. Da giorni quel dibattito è alla ribalta delle cronache, sotto il fuoco incrociato dei Ds, ma anche di una delle componenti della stessa An. Sì, perché il partito di Fini in riva d'Arno è da sempre insanabilmente spaccato, con la «Destra protagonista» di Achille Totaro schierata contro la «Nuova alleanza» di Riccardo Migliori e Marco Cellai. Rivalità antica quella fra Totaro e Cellai che neppure il congresso 'unitario' di un anno e mezzo fa che ha portato all'elezione alla presidenza provinciale dell'ex deputato Simone Gnaga, è riuscita a mitigare. Anzi.
Situazione per molti versi analoga quella di «Azione giovani» a Massa, qui sotto accusa c'è finito un concerto. I ds non hanno gradito la scelta dei gruppi musicali. I «Ddt» e gli «Aurora». Cantano testi di carattere nostalgico inneggianti alla Repubblica sociale — hanno denunciato — e, prima sono riusciti a far spostare il concerto dalla piazza dove ha sede l'associazione partigiani, poi, soprattutto grazie alla corrente avversaria interna al partito del centrodestra, hanno scatenato la reazione romana. Insomma non è certo tutto merito dei Ds se, a Firenze come a Massa, Fini e il coordinatore nazionale La Russa hanno deciso di battere il pugno sul tavolo e richiamare all'ordine gli iscritti con censure e minacce di commissariamento. Più che di deriva nostalgico-fascista infatti, il partito toscano soffre di acuta litigiosità fra correnti e, non solo, anche di spaccature infracorrentizie che rischiano di indebolire il partito molto di più di un concerto dal sapore nostalgico o di una tavola rotonda su un gerarca fascista che non piacciono ai Ds. Anche perché se i diessini in terra toscana sono pronti a tollerare — borbottano nella sede della federazione fiorentina di An — le commemorazioni di Stalin ad opera del partito marxista leninista, non si capisce perché non possano accettare una tavola rotonda su un ministro del governo Mussolini.
In ogni caso a soffiare sul fuoco della polemica innescata dai ds sono intervenuti venti diversi. Anche perché l'annunciato dibattito su Pavolini nell'hinterland fiorentino (la Festa tricolore a Scandicci) ha di fatto oscurato, la festa organizzata in riva d'Arno dalla corrente avversaria «Destra in festa» che, pure, ospitava il leader di «Destra protagonista», il ministro Gasparri e lo stesso coordinatore nazionale La Russa. Tutto sullo sfondo del convegno nazionale che oggi e domani a Fiuggi potrebbe sancire, salvo clamorosi colpi di scena, un «patto di unità di azione» fra due delle tre correnti storiche la «Nuova alleanza» del ministro Matteoli e la «Destra sociale» del ministro Alemanno. Passaggio fondamentale per il partito di Fini, perché le due correnti rappresentano oltre il sessanta per cento del partito e, insieme, potrebbero ridimensionare quella «Destra protagonista» che conta fra i suoi sostenitori anche il coordinatore nazionale La Russa.
Per ora Fini in Toscana ha incassato gli applausi della Quercia e un quasi ammutinamento, quello dell'onorevole Cellai, membro dell'esecutivo nazionale, che si è ribellato a quella che ha definito una vera e propria «censura». «Da uomo libero — ha detto — organizzerò altrove la tavola rotonda e inviterò esponenti della cultura fiorentina».

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