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Moratti: la scuola griffata
by t. Sunday, Oct. 05, 2003 at 10:02 PM mail:

Nei giorni scorsi ci è stato fornito un esempio di scuola che potremmo ben chiamare "Sì Logo" . Il settimanale Donna Moderna, della casa editrice Mondadori, notoriamente di proprietà del Presidente del Consiglio, è uscito infatti con un opuscolo di propaganda della nuova scuola del Ministro Moratti accompagnato da una prorompente pubblicità

dal sito http://www.cgilscuola.it


"Si' logo": la scuola griffata di Berlusconi
"No Logo" è il titolo di un libro di successo della giornalista canadese
"no-global" Naomi Klein, dove tra le altre cose si denuncia l'invadenza
delle sponsorizzazioni mercantili nel campo scolastico. Ma c'è chi deve
aver pensato che se un "no-global" la pensa così, è giusto per chi sta
dall'altra parte fare l'esatto contrario. Così nei giorni scorsi ci è
stato fornito un esempio di scuola che potremmo ben chiamare "Sì Logo" .
Il settimanale Donna Moderna, della casa editrice Mondadori, notoriamente
di proprietà del Presidente del Consiglio, è uscito infatti con un
opuscolo di propaganda della nuova scuola del Ministro Moratti
accompagnato da una prorompente pubblicità Coin, fatta di improbabili
bimbi biondi dai vestiti griffati: il look della nuova scuola,
evidentemente.
Già così la cosa in sé potrebbe porre qualche problema. Si tratta di
un'iniziativa di Donna Moderna o del MIUR? Chi ha pagato per questa
propaganda? Sono forse andati lì una parte del 13 milioni di euro
stanziati alcuni giorni fa per la comunicazione? In questo caso un
ministero del governo Berlusconi, il MIUR, avrebbe pagato un'azienda di
Berlusconi, la tipografia Mondadori di Verona, perché stampasse il verbo
della scuola di Berlusconi per diffonderlo attraverso un settimanale di
Berlusconi, la rivista Donna Moderna. Insomma non solo Berlusconi " se la
canta e se la sòna", come dicono a Roma, ma, se fosse così, si potrebbe
dire che il conflitto di interessi è arrivato anche nella scuola, dal
momento che le commesse sono alle proprie tipografie e alle proprie
pubblicazioni.
Ma non è solo questo fatto, pur rilevante, che merita attenzione. Il fatto
è che il testo in questione contiene bugie e non solo. Contiene anche
alcune verità, ahimè amare, che però serviranno ad aprire gli occhi a chi
ancora non lo avesse fatto.


LE BUGIE
Le prime bugie sono già in bella evidenza sulla copertina:
"Sai che da settembre parte la riforma?"


e proseguono nell'introduzione, non firmata ma corredata da una foto della
signora ministra, quasi fosse scaturita dalla sua penna:
"Il primo giorno di scuola quest'anno avrà un sapore tutto particolare.
Studenti e famiglie si preparano a vivere l'inizio della riforma
dell'istruzione (.) Gli alunni che conosceranno da vicino -tra qualche
giorno- la scuola del futuro sono quelli della prima e della seconda
elementare. Tutti gli altri dovranno aspettare ancora un po'."
Fandonie! Tutti sanno che la riforma non parte quest'anno, il decreto
attuativo ha appena cominciato il suo iter, ad anno scolastico iniziato, e
perciò la partenza è, come minimo, rinviata all'anno prossimo.
Ma non finisce qui. Per l'opuscolo la scuola materna prima si chiamava
scuola materna con la riforma si chiamerà scuola dell'infanzia,
dimenticando che la denominazione scuola dell'infanzia era già stata
introdotta dalla legge 30/2000, la cosiddetta riforma Berlinguer, che
invece il testo della controriforma Moratti ( legge 53/2003) ha abrogato.
Proseguendo nella lettura, per la scuola elementare si dice:
"Fino ad oggi l'insegnamento della lingua straniera era facoltativo: ogni
istituto decideva se inserirlo o no nei programmi didattici".
Altra bugia colossale. L'insegnamento della lingua straniera era in realtà
limitato dalle risorse, ma esso era di ordinamento a partire dalla terza,
era facoltativo in prima e seconda, dove era arrivato al 40%. Ma il
contesto in cui l'affermazione si pone lascia intendere che era
facoltativo tout court. E sorvoliamo sull'introduzione dell'informatica,
che, come è stato ripetutamente scritto, è già avvenuta alcuni anni fa, ai
tempi del Ministero Berlinguer, e non è perciò una novità. Tutt'al più è
la prosecuzione di un'esperienza.
Per la scuola media la grande novità sarà la denominazione di scuola
secondaria di primo grado, dimenticando che questa denominazione era già
presente anche nella normativa ordinamentale precedente, accanto al più
diffuso "scuola media". Ma la cosa più gustosa su cui l'opuscolo si
sofferma è la reintroduzione del voto in condotta, che farà media con gli
altri voti, si sottolinea, a differenza di prima, quando il 7 poteva
comportare bocciatura. Tante grazie! Peccato che si dimentichi che il voto
di condotta era già stato abolito e che la legge 53 lo reintroduce. Anzi
lo stesso opuscolo in altra parte lo sottolinea con enfasi sempre in
ossequio al tradizionalismo e ad un concezione bacchettona, letteralmente,
dell'educazione.
Per la scuola secondaria superiore si dice:
"Ci saranno gli istituti di istruzione e formazione professionale, con 10
aree di studio."
In realtà non si dice che questi saranno fuori dalle competenze
ministeriali e affidati alle regioni. Inoltre le dieci aree di studio non
sono ancora definite da nessuna norma di legge e neppure da documenti resi
pubblici, neppure noti agli operatori della scuola. Chiediamo allora: è
uno scoop di Donna Moderna? Finora l'unico documento noto riguardava i
licei non l'istruzione e la formazione professionale. Esiste un documento
in tal senso? Se esiste, perché gli operatori della scuola non lo
conoscono?


LE VERITA'
Ma non si può dire veramente se siano peggio le bugie o le verità, amare,
contenute nell'opuscolo.
Prima fra tutte vi è una rivendicazione di tradizionalismo che tradisce
subito la natura conservatrice del progetto. Dice infatti la
sottosegretaria Aprea:
"La formazione culturale tradizionale (la lingua italiana, la grammatica,
il latino già nella scuola media) verrà rafforzata"
Già! Tornerà il latino nella scuola media. Se ci fossero dubbi Bertagna ci
spiega anche come:
"Le preiscrizioni alle superiori si fanno a gennaio. Quindi, se lo
studente ha deciso di andare al liceo classico, fino alla fine dell'anno
approfondirà lo studio del latino. Se invece ha scelto la formazione
professionale, farà attività di laboratorio."
Insomma a denunciare la canalizzazione nella secondaria superiore siamo
stati degli inguaribili ottimisti. Inizierà alle medie, almeno
nell'intenzione di chi ci sta preparando il "pacco". Il bello è che non
esistono ancora documenti che dicano ciò. Ma se l'affermazione viene da
personalità di sottogoverno del calibro di Aprea e Bertagna non c'è
ragione di dubitarne.
Così come nell'elementare avremo il ritorno al maestro unico:
"Per il bambino ( e quindi anche per la famiglia) ci sarà un solo maestro
di riferimento: il tutor. Sarà lui a insegnare le materie fondamentali
come l'italiano, la storia, la geografia e la matematica. E sarà lui a
coordinare il lavoro degli altri maestri che si occuperanno dei laboratori
( linguistico, artistico, delle attività motorie ecc.)."
Persino l'aggettivo prevalente impallidisce di fronte ad una simile
affermazione, degna del primo comandamento.
E l'esame ex di licenza media, il primo che il ragazzo affronterà, vista
l'abolizione dell'esame di quinta elementare, diventa un vero e proprio
test fondato, oltre che sul curriculum scolastico e delle prove scritte e
orali valutate dai professori, anche su:
"un'altra prova nazionale. Che verrà giudicata dall'Invalsi. Questa è una
struttura che avrà anche il compito di esaminare la qualità dell'intero
sistema scolastico, mettendo a confronto i risultati degli esami dei tutte
le scuole italiane."
Insomma gli studenti in ansia di fronte ad un esame usati come cavie per
le inchieste nazionali e il metodo della comparazione tra i risultati
degli alunni per giudicare la qualità delle singole scuole.
Infine la secondaria superiore divisa tra i licei statali e gli istituti,
l'opuscolo li chiama così, vale a dire la formazione
professionale,affidati alle regioni, ma questo l'opuscolo non lo dice. Ci
dice però quali sono le aree di indirizzo che lì saranno raccolte:
agricolo-ambientale, tessile-moda, meccanico, chimico-biologico,
grafico-multimediale, elettrico-elettronico-informatico, edile e del
territorio, turistico-alberghiero, aziendale-amministrativo,
sociale-sanitario. Come era prevedibile il settore professionale affidato
alle regioni coprirà tutta la gamma dell'offerta oggi fornita non solo dai
professionali ma anche dai tecnici, vale dire quella che attira oggi più
di tue terzi dell'utenza e utilizza altrettanta parte dell'organico. Un
bel modo per scaricare la patata bollente alle regioni e sgravare lo stato
da spese e incombenze, senza però fare i conti con il modo in cui si
orienterà la domanda nella nuova situazione.
Roma, 25 settembre 2003





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