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La droga di Fini, riempire le galere
by un compagno anarchico della FAI Friday, Oct. 10, 2003 at 4:18 PM mail:

Da "Umanità Nova" n. 31 del 5 ottobre 2003

La droga di Fini
Riempire le galere


Il 3 ottobre la criminale fascista Letizia Moratti inaugurerà la Conferenza Europa dei Ministri dell'Educazione nel lager di San Patrignano, un luogo tristemente noto per le torture, gli stupri e le violenze di ogni tipo che (come accertato da DECINE di inchieste giudiziarie e giornalistiche) fanno parte della sua pratica quotidiana. La scelta di un posto tanto atroce non è casuale per due ordini di motivi. Intanto, svela che l'educazione secondo la Ministra Moratti dovrebbe consistere essenzialmente nell'uso sistematico dei mezzi di coercizione necessari per spegnere nei bambini e negli adolescenti ogni velleità di pensare con la propria testa. Poi, è uno spudorato omaggio al boia Vincenzo Muccioli, i cui metodi sono tra le fonti d'ispirazione della nuova, ferocissima legge antidroga che il Governo Berlusconi si appresta a varare da qui a pochi mesi. L'unico governo al mondo che vanta tra i suoi membri un cocainomane dichiarato e non pentito (il mitico sottosegretario Miccichè, che si faceva portare la bamba direttamente al Ministero dell'Economia), infatti, ha deciso di far approvare rapidamente dal Parlamento una nuova normativa antidroga.


Più volte annunciato dal ViceDuce Gianfranco Fini, il disegno criminale del governo prevede di eliminare la distinzione che c'è oggi (in Italia come in tutti i paesi dell'Unione Europea e in gran parte del resto del mondo), tra droghe pesanti e droghe leggere, con successive sanzioni penali al di sopra di una certa soglia e amministrative al di sotto della massima quantità stabilita dalla legge per ogni diversa sostanza. Con sadica soddisfazione, Fini ha sottolineato che queste sanzioni penali saranno durissime, da otto a vent'anni di carcere, anche per la semplice detenzione (e l'unico modo per evitare la galera sarà finire in qualche comunità di recupero). A pochi giorni dalle dichiarazioni di Fini arrivava un documento del Consiglio Superiore della Sanità, stilato a tempo di record in meno di due settimane dal farmacologo Silvio Garattini (noto simpatizzante fascista e beniamino di Big Pharma), a dare un imprimatur scientifico alla svolta ultraproibizionista. Secondo il CSS (che non è un organo indipendente, ma è costituito per la maggior parte da medici nominati direttamente dal ministro), "l'uso della cannabis è gravato da pesanti effetti collaterali quali dipendenza, possibile progressione all'uso di altre droghe quali cocaina e oppioidi, riduzione delle capacità cognitive, di memoria e psicomotorie, disturbi psichiatrici quali schizofrenia, depressione e ansietà; possibili malattie broncopolmonari tra cui bronchiti croniche ed enfisema" e quindi i suoi effetti sarebbero più devastanti di quelli dell'alcool, del tabacco e del caffè. Queste conclusioni contraddicono in modo clamoroso centinaia, forse migliaia, di ricerche che sono state fatte in tutto il mondo dalla fine del XIX Secolo ad oggi (secondo The Lancet, la rivista medica più antica del mondo, "la marijuana è la pianta più studiata di tutti i tempi e non si riesce a capire perché è ancora proibita"). Basti pensare che nell'ultimo annuario del NIDA (l'istituto governativo USA sulle tossicodipendenze, da sempre un baluardo del proibizionismo "scientifico") c'è uno studio sulla pericolosità delle droghe, classificate in modo che al punteggio più basso corrisponda la pericolosità maggiore. In questa tabella vengono dati 9 punti all'eroina, 12 all'alcol, 15 a nicotina e cocaina e 27 a caffeina e marijuana. La relazione degli esperti di regime contraddice soprattutto l'esperienza diretta di milioni di persone che fumano o che hanno fumato hashish e marijuana (e di qualche altra decina di milioni di persone che conoscono qualcuno che ha queste abitudini) e che non si sono mai accorte di tutti questi strani fenomeni, tant'è che secondo i primi sondaggi ben il 77% degli interpellati si dice in disaccordo con il verdetto del CSS.


Le rissose bande di fascisti, mafiosi e nazipadani che costituiscono il Governo Berlusconi sembrano tuttavia intenzionate ad andare avanti, finalmente unite nella caccia ai fumatori di spinelli, noncuranti neppure del proprio isolamento internazionale in materia. Neanche negli Stati Uniti la marijuana è equiparata a cocaina ed eroina e negli ultimi anni, mentre in Europa (dal Belgio alla Spagna alla Svizzera alla Gran Bretagna) prevaleva una politica di progressiva depenelizzazione, nella guerra alla droga si erano distinte soprattutto le ultime dittature marxiste sopravvissute all'immondezzaio della storia: la Cina e il Vietnam (dove l'ultima giornata ONU antidroga è stata festeggiata a colpi di esecuzioni di massa di "spacciatori") e Cuba, dove il caudillo Fidel Castro ha da poco varato una legge che prevede la pena di morte per il narcotraffico di qualunque sostanza.


Se il progetto fascista è chiaro, restano da capire tuttavia da capire i motivi di una scelta così radicale. Proviamo a dirne un paio: 1) Duce Berlusconi in una recente visita a New York ha dichiarato gongolante che "l'Italia è il paese più americano d'Europa", riferendosi alle leggi sulla flessibilità del lavoro. Tuttavia, per trasformare l'Italia nei novelli Stati Uniti, manca un ingrediente fondamentale, quegli oltre due milioni di detenuti che costituiscono la vera base della pax sociale americana. È stato grazie alla War On Drugs che negli USA la popolazione carceraria è quintuplicata in vent'anni (nel 1980 nelle carceri c'erano "solo" 400mila persone). Reagan, ai suoi tempi, aveva lanciato la sua crociata antimarijuana come una sorta di vendetta contro lo spirito libertario degli anni '60. Berlusconi e i suoi complici pensano probabilmente di fare la stessa cosa in Italia e non è certo casuale l'insistenza con cui i media di regime additano i centri sociali come luoghi di consumo e spaccio di fumo, mentre davanti alle scuole più turbolente stazionano fissi i cani poliziotto; 2) Non bisogna dimenticare che tra gli azionisti di maggioranza dell'attuale governo, insieme ai fanatici fascisti e neonazisti, c'è la mafia. Berlusconi, l'uomo che si è fatto da sé con più di 100 miliardi spuntati dal nulla e che per tutti gli anni '80 è stato indagato per riciclaggio di narcodollari, di certe cose se ne intende. Ora, mentre il traffico di hashish in Italia è passato progressivamente nelle mani delle famiglie di coltivatori marocchini che danno il loro prodotto direttamente ai loro parenti emigrati qui (che si occupano poi di distribuirlo localmente), quello di eroina e cocaina è rimasto saldamente controllato dalla mafia. Uno degli effetti dell'equiparazione tra droghe pesanti e leggere sarebbe evidentemente quello di incentivare lo spaccio di droghe pesanti che, a parità di rischio, renderebbero comunque enormemente di più dal punto di vista economico. In questo modo, le strade si riempirebbero di eroina e di cocaina mentre gli amici e finanziatori della Banda Berlusconi vedrebbero aumentare i loro sporchi guadagni.


robertino


http://www.ecn.org/uenne

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