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morti in palestina
by fate intervenire l'onu Saturday, Oct. 11, 2003 at 12:39 PM mail:

fate intervenire l'onu

Raid israeliano, 7 morti a Rafah
È stato uno dei raid più devastanti che Rafah abbia subìto negli ultimi mesi: nella notte tra giovedì e venerdì una cinquantina di carri armati, appoggiati da elicotteri da combattimento, hanno invaso il campo profughi palestinese, uccidendo sette persone e distruggendo una decina di case. Fonti palestinesi riferiscono che durante l'operazione, lanciata secondo i militari per fermare uno scambio di armi tra l'Egitto e Gaza, sono stati sparati missili e bombe tra le case e tra la gente. Intanto oggi nella capitale giordana Amman un gruppo di politici palestinesi guidato da Yasser Abed Rabbo incontra - riferisce il quotidiano Maariv - una delegazione israeliana composta da parlamentari laburisti e del Meretz. Dovrebbero sottoscrivere un documento che rappresenti una bozza di piano di pace. A PAGINA 10

Su Rafah il «terrore» di Sharon
Raid nel campo profughi di Gaza: carri armati ed elicotteri sparano tra le case uccidendo sette palestinesi. Incontro «per la pace» in Giordania tra politici israeliani e dell'Anp
MI. CO.
Un'incursione dell'esercito israeliano nel campo profughi di Rafah ha fatto almeno sette vittime palestinesi e l'operazione, iniziata giovedì notte, mentre scriviamo è ancora in corso. Il campo di Rafah - 90.000 abitanti, nel sud della Striscia di Gaza, al confine con l'Egitto - è stato invaso ieri da una cinquantina di blindati appoggiati da elicotteri, in uno degli attacchi più imponenti degli ultimi mesi, in una zona martoriata dai frequenti raid dei soldati israeliani. Secondo la versione fornita dall'esercito, l'assalto è scattato in seguito a informazioni d'intelligence che segnalavano l'imminente arrivo dall'Egitto di armi (tra cui missili anti-aereo Stinger e razzi Katyusha) destinate ai combattenti palestinesi, attraverso tunnel scavati alla frontiera. Una volta entrati nel campo, i soldati hanno fatto uscire dalle proprie case centinaia di persone per perquisirne gli appartamenti, ma i militanti palestinesi hanno risposto all'avanzata dei militari sparandogli addosso.

E così, quella che i comandi militari israeliani hanno denominato «operation root canal» e che, avvertono i generali, potrebbe durare alcuni giorni, è iniziata con un massacro. Due palestinesi armati sono stati uccisi durante gli scontri a fuoco con i militari, ma le altre cinque vittime sono arrivate in seguito a lanci di colpi di artiglieria pesante tra le abitazioni da parte di elicotteri e carri armati israeliani. Tra i sette morti ci sono Ibrahim Ahmed Qrainawi, otto anni, e Sami Talal Salah, 15: alcuni cadaveri sono giunti in ospedale irriconoscibili a causa degli effetti devastanti dei proiettili di grosso calibro sparati tra la gente; nelle stesse condizioni degli israeliani uccisi in Israele dagli uomini bomba palestinesi.

L'esercito ha riconosciuto di aver agito in una zona densamente popolata ma ha assicurato di «aver indirizzato il loro fuoco solo verso uomini armati». Le testimonianze degli abitanti di Rafah riferiscono invece di bombardamenti indiscriminati. Una cinquantina almeno i feriti e dieci le case distrutte. Secondo il Centro palestinese per i diritti umani di Gaza (Pchr) di Raji Sourani, la demolizione di case «fa parte di una stategia che ha già causato la distruzione di centinaia di case adiacenti il confine egiziano, giustificata dalle autorità israeliane per ragioni di sicurezza». «Tuttavia - continua Pchr nel comunicato diffuso ieri - queste demolizioni mirano a sottrarre una larga area di terra palestinese vicino ai confini con l'Egitto, per stabilire un'ampia zona cuscinetto che rafforzi il controllo militare israeliano nell'area». Il gruppo di Gaza per i diritti umani ricorda che «le forze militari israeliane hanno iniziato la costruzione di un muro di mattoni e di metallo parallelo al confine egiziano sulla terra sottratta ai palestinesi durante operazioni di demolizione come quelle di ieri».

E se sul campo la rappresaglia del governo di Ariel Sharon all'attentato di sabato scorso ad Haifa (20 morti) sembra non conoscere limiti, nello stesso tempo si rincorrono le voci di «trattative» tra esponenti israeliani e palestinesi. Il quotidiano Maariv dà notizia di un incontro previsto per oggi nella capitale giordana Amman tra un gruppo di israeliani, tra cui Yossi Beilin (Meretz) e i laburisti Amran Mitzna e Abraham Burg e una delegazione palestinese guidata da Yasser Abed Rabbo. Dovrebbero sottoscrivere un documento che funga da bozza per un ipotetico accordo di pace definitivo. E ieri il presidente Yasser Arafat, alle prese con le difficoltà nella formazione di un nuovo governo palestinese, è apparso in buone condizioni di salute durante la preghiera del venerdì, dopo le speculazioni della stampa che gli avevano attribuito un attacco cardiaco la settimana scorsa, notizie smentite dai palestinesi, che avevano riferito di una semplice infezione allo stomaco.





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