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[Parigi ESF] vecchi e nuovi femminismi
by mj Tuesday, Nov. 18, 2003 at 4:01 PM mail:

l'assemblea delle donne di bobigny, l'atelier sul cyberfemminismo al metallosmedialab, il dibattito su un antipatriarcato rivoluzionario al Forum Sociale Libertario, il seminario su Corporeitą della leadership e le sue rappresentazioni o sulle posizioni femministe circa l'europa della sicurezza di Nextgeneration

A parigi, tra le italiane e non, c'erano le femministe storiche sessantottine e quelle di diverse generazioni piu' avanti. c'era una lidia menapace ottantenne, memore di battaglie dei tempi della resistenza e delle fasi d'inizio del giornale Il Manifesto che veniva ascoltata dalle ragazze ventenni e c'era una poco piu' che ventenne sindacalista milanese, silvia baratella, che andava molto d'accordo con le femministe disilluse e miopi con molti anni interiori e anagrafici in piu'.

si sono incontrate, durante la prima giornata per i diritti delle donne di bobigny tantissime donne di ogni eta' e nazione. al di la' di ogni retorica che vorrebbe aggettivi predefiniti sull'andamento della prima giornata o dei seminari successivi diro' solo che tanti femminismi erano li' a dire la propria opinione su varie materie.
Poter scegliere di osservarli tutti e' stato il dato positivo; negativo e' stato il fatto che poche donne di eta' "adulta" abbiano invece avuto la curiosita' di incontrare le piu' giovani e di ascoltare le esperienze attuali che costruiscono e che potrebbero arricchire anche i loro, talvolta anchilosati e appiattiti su posizioni vicine al paradosso delle pratiche gerarchiche e dei metodi degli interventi blindati, comunque straordinari saperi. "sono le giovani che devono venire da noi" e' stato detto a conferma di questa impressione.

riferiro' cosi' cose ascoltate, percepite, rubate, lette, seguite.

"La giornata per i diritti delle donne nasce per allargare la partecipazione delle donne al social forum europeo. nasce anche per aggregarle e farle parlare e far in modo che loro riescano a portare i propri contenuti nei luoghi di discussione misti. il 50 % delle donne avrebbe dovuto sedere agli stessi tavoli di moderazione e presidenza degli atelier/seminari. non e' stato sempre cosi' perche' i tavoli misti in realta' erano composti per la maggior parte da uomini.
alcune donne che non erano state accettate nel "gruppo di continuita'" italiano e nei gruppi "dirigenti" di altri paesi (la francia?) hanno avuto o potrebbero avere cosi' il passepartout per entrarvi a buon diritto come portavoce dell'assemblea delle donne.

non tutte le donne pero' avevano questo obiettivo. piera delle donne in nero (che gli arraffazzonati e improvvisati traduttori di babel - tra gli innumerevoli strafalcioni - hanno fatto diventare "donne di colore") di bologna non ha mai smesso di ripetere che bisognerebbe non rincorrere nessuno e concentrarsi sui contenuti delle donne piuttosto che mediarli perche' qualche rigo venga raccolto nei documenti finali dei vari gruppi di continuita' socialforumini.

per la legge del contrappasso pero' anche la giornata delle donne e' stata caratterizzata dalla direzione delle "capesse" di organizzazioni note e meno note riconosciute dalla leadership francese.
le donne della marcia mondiale francesi, e a seguire quelle italiane, avevano o sembravano avere "il polso controllato della situazione".
ne viene fuori, mediazione nella mediazione, una visione parziale degli argomenti trattati che ha raccolto raramente altre parzialita' interessantissime pur dette a microfono e minuti rubati o spenti nel corso dei vari dibattiti.
e' stato raccolto l'appello accoratissimo di una donna cecena durante il dibattito sulla guerra. non sono stati raccolti gli interventi lontani dai sindacati nel dibattito su precarieta' e lavoro. non si e' fatto cenno a contributi sull'autoreddito e l'autogestione nello stesso dibattito.

In un seminario sull'apporto delle donne nel movimento si e' fatto un gran parlare sul sessismo che nasce dal capitalismo stesso che rende la donna merce prendendo ad esempio Condoleeza Rice che agirebbe come agisce perche' possiede tre multinazionali. "e' dal maggio '68 che le donne non facevano una lotta per cambiare il mondo!" afferma una francese dimostrando, a detta di alcune osservatrici, molta miopia e tanta incapacita' di confronto con le nuove generazioni.
perche' il femminismo "strutturato" - che dovrebbe avere il coraggio di destrutturarsi - che poi da voce anche alle teorie delle donne della marcia mondiale, ritiene che dopo gli anni settanta non sarebbe esistito alcun tipo di movimento delle donne. le donne degli anni ottanta sarebbero delle "invisibili" cui non va riconosciuto alcun merito. men che meno esisterebbero le donne dei primi anni novanta.
visione alquanto sessantottocentrica che non riconosce alle figlie e nipoti la capacita', che parrebbe ovvia, di partire da diritti acquisiti con fatica e dunque considerati scontati per iniziare pratiche di lotta che non necessariamente abbisognavano di una separazione fisica dagli uomini per affermare i propri diritti e le proprie specificita'.

in italia, per esempio, nel corso degli anni ottanta fino alla prima guerra del golfo, le donne si aggregavano a gruppi di affinita', all'interno dei quali sviluppavano anche un confronto e una pratica di genere.
questo non era compreso dalle compagne intransigenti e duramente provate da anni di lotte e dalla repressione. il confronto con quella generazione era quasi impossibile perche' esse comunicavano stanchezza, disillusione, avvilimento, amarezza, poche volte lucidita' e capacita' di comprensione di quanto in maniera nuova stava accadendo. tutto cio' che non era come negli anni settanta non era bello e utile. le "invisibili" degli anni ottanta e inzi anni novanta hanno avuto bisogno di slegarsi dalle mamme, sorelle maggiori, nonne per cominciare un percorso autonomo, riconoscente al vecchio, ma separato e spesso originale rispetto ad esso.

erano gli anni della eredita' difficile lasciata dal periodo della lotta armata, del neo "valore della differenza" della Irigaray. c'era stata l'eroina e la risposta della nuova inquisizione cattolica al sesso libero: l'AIDS.
le donne di quel tempo hanno avuto il coraggio di tracciare una linea di continuita' con un passato non negato ma dal quale volevano distinguersi. riconoscere di essere figlie non significa che si dovra' o vorra' poi scimmiottare le mamme.
nonostante la nuova pesantissima azione moralizzatrice, le donne hanno continuato a fare battaglie per la loro emancipazione. sono state critiche nei confronti delle logiche di alcune femministe storiche che hanno portato allo svuotamento di contenuti di genere e alla istituzionalizzazione delle pari opportunita' nel lavoro - e non solo - che , come dimostrato dai provvedimenti del governo di centrosinistra, ha portato a forme di precarizzazione devastanti.

lontane dal potere delle donne ombra degli uomini di potere (vedi livia turco e compagne venute fuori dall'epoca delle Frattocchie del PCI) e piu' vicine ai nuovi percorsi di riforma della politica e di pratiche dell'antagonismo, il femminismo ha svolto e ha continuato a svolgere un ruolo - come lidia cirillo ha detto nel corso dello stesso dibattito - "critico... che sovverte e critica la politica" nelle sue forme piu' obsolete.
Sottrarsi dai ruoli politici per essere osservatrici attente della politica e' la soluzione suggerita dalla Cirillo, donna intelligente e aperta della marcia mondiale con cui il confronto e' complesso seppur utile, credo, da ambo le parti.

apro qui una parentesi che riguarda il gruppo di donne parigi-diverse che e' arrivato a parigi dall'italia quasi tutto insieme, in un viaggio estenuante fatto in un treno, ed ha alloggiato in un unico posto dove ai seminari/atelier/plenarie seguivano confronti, scambi, impressioni, resoconti e dibattiti che spesso erano assai piu' interessanti di quelli ufficiali. il merito di aver fatto parlare tra loro donne lontane per eta', provenienza, esperienza politica va tutto ad anna la cognata, siciliana rifondarola che avrebbe organizzato l'intera giornata delle
donne di bobigny assai meglio di tutte le donne francesi messe assieme.

tornando a ricordare delle plenarie, in quella ultima della giornata per i diritti delle donne va registrato uno scontro forte tra due modi di concepire i corpi, la sessualita' in rapporto alla prostituzione. da una parte coloro che ne sostengono la legalizzazione e dall'altra (assai fischiata a dire il vero e per fortuna) coloro che mettono la prostituzione in rapporto alla mercificazione/offesa del corpo e della sessualita' femminile.
interessantissimi sono gli spunti di discussione che in maniera animata le donne hanno portato a contributo dei seminari sulla costituzione europea dove si e' avanzata anche la proposta di una bozza autonoma.
di costituzione e lavoro sara' comunque meglio detto in altri resoconti specifici.
dall'america latina e' arrivato invece un contributo di donne che raccontavano del conflitto con le donne bianche, ricche ed europee.
le donne sono state poi le uniche che sulla guerra non hanno usato mezzi termini. hanno preteso piu' volte, spesso inascoltate, di inserire nel documento dell'ESF finale che si richiedesse di scrivere nella costituzione europea che l'europa ripudia la guerra e che non procedera' al riarmo e alla istituzionalizzazione di un esercito volontario europeo.
i francesi non sono stati d'accordo con la proposta del rifiuto del riarmo perche' le fabbriche di armi darebbero lavoro e loro sono per una difesa dell'europa e una organizzazione dell'esercito europeo autonomo e che ha stesso potere contrattuale di quello statunitense.

l'ESF ha contenuto anche i seminari proposti dalle donne di nextgeneration (http://nextgenderation.let.uu.nl/). da dire che avevano proposto di trattare gli argomenti durante la giornata delle donne e le organizzatrici francesi le hanno tagliate fuori. cosi' loro hanno fatto dei seminari a parte su: "Corporeitą della leadership e le sue rappresentazioni:
Quali corpi per quale movimento?" e "Problematizzando l'europa della sicurezza: posizioni femministe".

Tra gli appuntamenti di Metallosmedialab (http://metallosmedialab.fse-paris.org/wiki/view,index.html) c'e stato un atelier-dibattito sul cyberfemminismo [Costruzione di spazi virtuali e reali per comunicare, ricercare, sperimentare, creare la politica. smontare e rimontare le macchine (carta madre compresa). Atelier per donne biologiche e non.]
Metallosmedialab sarebbe stato uno spazio che le donne di bobigny avrebbero dovuto vedere. avrebbero cosi' compreso che oggi la differenza tra uomini e donne e' data non solo da un patriarcato di destra e sinistra e da un militarismo di destra e sinistra ma anche da una tecnocrazia (si puo' dire cosi'?) al maschile che si colma in un rapporto di collaborazione e scambio tra i differenti generi e nel mettere in rete esperienze e pratiche femminili che da anni realizzano un "agire politico" attorno, con, per, la comunicazione e l'ģnformazione. in questo campo la differenza sta tra chi ha gli strumenti (altre lo dicano diversamente o meglio di me se vogliono) e la preparazione tecnica da applicare alla comunicazione e alla informazione come pratica politica e chi non ce l'ha o ne ha poca. percio' si sono costruiti e si costruiscono momenti di scambio e "condivisione dei saperi" misti e/o di genere con una percentuale di donne sempre maggiore che viene coinvolta.

Nel corso del Forum sociale libertario (http://www.fsl-sla.eu.org/) si e' tenuto un dibattito sull'antipatriarcato rivoluzionario e tra le esposizioni c'era tutta una parte che riguardava l'immagine delle donne nella pubblicita'.

donne visibili e donne invisibili si sono incontrate e qualche volta parlate.
io spero che lo facciano ancora, magari non in francia, magari con una organizzazione diversa, magari tenendo conto del fatto che le donne sono donne di ogni eta', razza e cultura. magari ascoltando le donne che s-parlano di leadership e potere anche tra le femministe."

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