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[Parigi-ESF] sul forum parigino e donne e guerra dalla lista sexyshock
by teresa dalla lista sexyshock Wednesday, Nov. 19, 2003 at 4:49 PM mail:

sexyshock@inventati.org https://www.inventati.org/mailman/listinfo/sexyshock

appena arrivata e riassettata..eccovi il mio percorso attraverso il forum
bacetti
tere

Il forum parigino

Non e' stata l'esperienza che mi aspettavo, innanzitutto.
Molto deludente dal punto di vista organizzativo e molto deludente anche dal punto di vista di energia umana creative. L'esclusione dei soggetti e il loro controllo ne erano la causa. Seminari lontani fino ad un ora di distanza per Ivry almeno, locazioni difficili da individuare e poi tutto molto periferico rispetto alla citta'. Chissa' magari c'era la pretesa di far partecipare la gente della periferia. Anche se poi la necessita' di avere pass da deleguee contraddiceva questa idea di periferico.
Io ho seguito piu' che altro il percorso sulla guerra. Poche cose interessanti. La maggior parte continuava a fare riferimento al fatto di esserci, di essere in tanti contro la guerra e queste guerre. Mera retorica politica. Di fatto molte delle persone che parlavano erano piu' che altro vecchi riciclati politici. La cantilena che veniva spesso ripetuta quasi come oggetto totemico era "capitalismo, imperialismo, militarismo".
Non che ci sia nulla di sbagliato in questo, ma contavo molto nell'emergere di nuove narrative e contraddizioni, di esperienze e ragionamenti p[iu' che sicurezze.
In ogni caso vi riporto qui parte dei miei appunti strettamente attinenti ai seminari sulla guerra. Molto interessanti invece I seminari di Next genderation che ho seguito con Gaia, ma credo ve ne parlera' lei..

Le donne e la guerra.
Una donna francese aveva il compito di riportare il pensiero di una donna palestinese che non era riuscita ad arrivare a causa del governo israeliano. Questa ha riferito che ci sono al momento 75 donne detenute nelle prigioni israeliane che vivono in condizioni terribili, senza la possibilita' di incontrare ne' legali ne familiari. Info su questo accessibili al sito http://www.addameer.org
La stessa ha annunciate che stanno organizzando, con l'osservatorio di Giakarta, una carovana che partira' a Marzo dell'anno prossimo verso Palestina e Iraq ed ha invitato tutte a partecipare. E' stato ditto che il problema in Iraq e' piu' che altro l'occupazione e il regime di protezione attorno a questa per cui non e' permesso prendere posizione contro l'occupazione, poiche' questo e' considerato un reato.
Una donna israelina ha parlato di come sia importante il lavoro dei singoli all'interno della comunita' per instaurare un rapporto di solidarieta' con I palestinesi, cercando di superare il senso di rabbia e bisogno di vendetta che nasce dall'ingiustizia e dal senso di impotenza che vivono tutti I giorni. I passaggi di questa lotta passano attraverso le relazioni personali (spesso) tra donne e poi passano all'esercito e all'occupazione.
Dall'Afghnaistan si diceva che per la stabilita' politica ed economica e' necessario che la presenza dell'onu si faccia sentire non solo a Kabul ma in tutto il territorio contro le forze di Bin laden.
Dalla Cecenia due donne, parte piu' commovente del seminario, rifugiate che chiedevano di non essere rappresentate via foto, per il rischio che correvano. Queste dicevano che nella guerra terribile e dimenticata che stanno vivendo l'ordine di genere e' completamente stravolto. Se l'uomo veniva ritenuto il difensore e la donna l'anima del focolare, durante la guerra sono le donne a dover prendere le armi per difendere se stesse e I loro uomini. Gli uomini sono spariti o ricercati con l'appellativo di terroristi, quindi sono le donne a dover cacciare I militari quando questi vengono a cercarli, a dover difendere le case e I villaggi dagli atti arbitrary dell'esercito russo. Anche le informazioni spesso passano solo attraverso le donne che contettano I giornalisti, ma questo e' molto pericoloso poiche' una donna e' stata recentemente catturata, violentata e uccisa in seguito alle sue dichiarazioni. Sono quindi le donne a difendere la vita e I valori della vita. La guerra in cecenia si presenta sempre di piu' come una guerra di sterminio contro il popolo ceceno.
Una donna di San Pietroburgo sosteneva che fosse importante incoraggiare I figli alla diserzione in nome del diritto alla vita. Spesso ai militari viene distrutto ogni senso di dignita' ed e' per questo che sono pronti a tutto e ad uccidere.
Anche una donna del Kurdistan riteneva fosse particolarmente importante il legame tra donne. Assieme alle donne turche stavano lavorando per la pace.
Dall'Inghilterra invece la voce della protesta contro le proliferazioen delle armi e gli arresti di molte compagne. Tra tutte ricordo il nome di Margaret Jones.

Dalla Plenaria sulla guerra globale.
Dalla spagna e' stato notato che dalla protesta contro la guerra nasce un movimento di forte delegittimazione del potere e questo rafforza I movimenti sociali anticapitalisti.
E' importante cercare di fondare un europa della pace da opporre agli stati della guerra, quindi combattere la costituzione di un esercito europeo e una forza militare.
Da Negri e' stato ribadito ceh questa e' una guerra globale, non solo un tentative economico -politico sugli assetti medio orientali. E' una guerra costituente attorno alla quale il potere si sviluppa. Investe I rapporti sociali e organizza il mondo gerarchizzandolo. Non e' una guerra imperialista ma una guerra in nome del capitale globale.
Dal Congo si e' fatto notare come le guerre che vengono presentate come etniche siano in realta' fatte per sottrarre risorse. Coem queste guerre creino signori della guerra e bambini sfruttati sessualmente per il mantenimento del morale delle truppe. Come gruppi di mafie, banditi e varie organizzazioni traggano beneficio da queste guerre, ricavandone denaro, commerci e traffici umani. Dal discorso sulla guerra emerge impellente il bisogno di democratizzare le istituzioni.
Dalla Colombia invece parole che sostengono l'importanza dell'internazionalizzazione del conflitto.

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