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BO Occupata Azzogardino
by zzzz Sunday, Dec. 07, 2003 at 7:27 PM mail:

Bologna cerca spazio per l'informazione indipendente

Bologna cerca spazio per l'informazione indipendente
Abbiamo deciso di aprire alla città uno spazio, di proprietà pubblica, chiuso da anni e inutilizzato, perché riteniamo che, soprattutto ora, dopo l'approvazione della Legge Gasparri e gli attacchi alla libertà di informazione da parte del Governo sia necessario da parte del movimento, quindi da parte dei cittadini, riappropriarsi di uno spazio in cui sia possibile produrre comunicazione e informazione indipendente. Quello che era in passato il Dopololavoro dei Monopoli di Stato da oggi diventerà un'Officina dei saperi, un luogo dell'informazione libera contro il monopolio e lo strapotere dell'informazione di Regime.
Sarà uno spazio teso a favorire l'interazione e la comunicazione tra individui di età, idee e colori diversi.
Sarà uno spazio sia fisico che mentale, libero e liberato.
Sarà uno spazio di azione e discussione, di produzione di senso e produzione di materiali.
Sarà uno spazio dove si comunicherà con le tecnologie come con le parole e con le facce, dove si informerà e si verrà informati, dove di cercherà di fare interagire gli uomini e le donne che vivono a Bologna, che sono nati a Bologna o nel resto del mondo.
Sarà uno spazio dove si parleranno lingue e linguaggi diversi.
Cercheremo di farlo diventare uno spazio accogliente dove si potrà intervenire in un'assemblea o seguire la presentazione di un libro, dove progettare la città che vogliamo e dove cercheremo di realizzarla.
Vorremmo che fosse uno spazio per tutte e per tutti, dove progetti politici, sociali e culturali diversi potranno contaminarsi, dove si sperimenti il capirsi e il parlarsi reciprocamente, uno spazio che si apra alla città e dove la città troverà spazio.

UN MEDIA CENTER
La nostra idea è quella di realizzare un vero e proprio Media Center, un luogo in cui tutti, se lo vogliono, potranno essere mediattivisti, anche solo per un ora, dove con mediattivista si intende colui che fa informazione attraverso il proprio vissuto e la propria esperienza personale, colui che dà la notizia mentre la vive. Ma dove con mediattivista si auspica anche una figura che non stia principalmente sulle notizie "calde" , ma come peraltro già spesso avviene, diventi anche un soggetto che fa inchieste.
Questo progetto nasce dall'esigenza di amplificare, potenziare e mettere in relazione le varie realtà di comunicazione alternativa e indipendente presenti sul nostro territorio e non solo.
Vorremmo che la sua nascita desse vita a molti altri progetti di comunicazione. Eccone alcuni:
L'Agenzia, il luogo dove si riceve e diffonde l'informazione proveniente dalle varie realtà di comunicazione indipendente. Un "amplificatore" che riverbera sui mezzi di comunicazione già esistenti. Un primo passo verso la creazione di reti tra le varie realtà di comunicazione indipendente che operano sulla carta stampata, via radio, etere, web, etc etc.
La Redazione-Antenna, un nuovo strumento di informazione, molto più della semplice somma delle realtà già operanti nella comunicazione indipendente, e che di fatto vuole conquistare maggiore visibilità e nuovi spazi per l'informazione-comunicazione proveniente del movimento.
Il Media-Lab, uno spazio fisico accessibile a tutti i cittadini, con particolare attenzione ai cittadini migranti, dotato di strumenti tecnici (postazioni di montaggio, accesso alla rete, telecamere etc.), dove si possa produrre e diffondere informazione indipendente.
Il Capolinea del Media Bus, vettore della comunicazione itinerante, che visiterà centro e periferie della città, portando l'esperienza dei tavoli sulla sanità, sui migranti, sull'ambiente, sulla scuola, sulla casa nei quartieri, che raccoglierà le sollecitazioni dei cittadini, che darà la possibilità ai cittadini di interagire e comunicare con il movimento.
E poi ancora: incontri, convegni, seminari, laboratori di sperimentazione di nuove modalità comunicative.

UN PROGETTO NON NATO OGGI
La storia della comunicazione indipendente in questa città è lunga e articolata.
Bologna è la città dove in questi anni, più che da altre parti, si è sviluppato il fenomeno del mediattivismo, modello di fare società e peculiare pratica di partecipazione della società civile. E' da noi che è nata la prima tv di strada, per poi prendere corpo un vero e proprio circuito. Gli spazi autogestiti hanno tutti sviluppato interessanti progetti comunicativi. Bologna vede da anni la presenza di organi di informazione legati al movimento come le Radio diventate la spina dorsale del circuito Radio Gap o di alcuni giornali. Un sito come contropiani2000.org, oggi http://www.bologna.social-forum.org, è uno dei più visitati dagli attivisti "no-global". Dal Forum sociale europeo di Firenze ha iniziato a camminare anche un network della comunicazione alternativa come Acabnews.

UNA PROPOSTA ALLA CITTA'
Con l'apertura di questo spazio di libertà intendiamo salvaguardare un elemento di democrazia nel campo della comunicazione. La nostra è anche una sollecitazione nei confronti del potere pubblico locale affinché si metta al servizio della proliferazione di unità di produzione civica indipendente:
- bisogna mettere a disposizione risorse e strumenti di interazione non centralizzati;
- l'esperienza del mediattivismo costruisce le condizioni sociali e produttive a partire dalle quali diviene possibile proporre alle istituzioni pubbliche di fare il proprio dovere democratico, che non è quello di parlare al posto dei cittadini, e meno che mai è quello di consentire a gruppi di prepotenti di invadere e privatizzare lo spazio pubblico, ma è quello di permettere ai cittadini di esprimersi, di comunicare, di creare nuclei di attenzione, punti di attraversamento mediatico;
- la comunicazione é uno spazio pubblico e come tale un diritto, come lo è la formazione di base e la sanità. I cittadini hanno diritto di usufruire degli spazi comunicativi come utenti, ma anche come produttori;
- le istituzioni pubbliche (Comuni e Regioni in primo luogo) debbono garantire ai gruppi del mediattivismo socialmente diffuso e alle fonti informative che non hanno distribuzione, di avere gratuito accesso all'etere, e alla banda larga digitale. Le istituzioni pubbliche locali possono farlo. Il suolo nel quale le aziende private di cablazione depositano i loro cavi è un suolo pubblico, e la legge prevede che le istituzioni pubbliche detengano la proprietà e l'utilizzo di una parte della larghezza di banda.

Il nostro futuro è in costruzione e chi vuole costruirlo con noi è il benvenuto.

Le compagne e i compagni
che hanno ridato alla città
Via Azzo Gardino


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