Dopo la rottura delle trattative

Resta in alto mare la trattativa per il rinnovo del contratto degli atutoferrotramvieri. Malgrado l'ottimismo dimostrato ieri sera dai vertici dei sindacati al termine dell'incontro nella sede nazionale della Cisl, concordi nel ritenere che ''la trattativa si puo' concludere questa sera (ieri sera, ndr)'', l'accordo con i rapprersentanti del governo non e' stato raggiunto. L'incontro al Ministro del Walfare tra i rappresentati dei sindacati e quelli del governo, proseguito per gran parte della notte, si e' concluso intorno alle due senza raggiungere una soluzione. A partire da questa mattina, la trattativa prosegue dunque a oltranza. Se sull'aumento di 80 euro in busta paga sembrano esserci margini di intesa, lo scoglio da superare resta quello dell'una tantum: i 600 euro offerti dal governo potrebbero essere accettati dalla Cisl, mentre restano insufficienti per Cgil e Uil.
Stanotte i sindacati hanno indicato la possibilita' che la partita si sposti a Palazzo Chigi, dove, peraltro, gia' in passato sono approdate le altre vertenze della categoria. L'aumento delle accise sulla benzina, come spiegano alcune fonti sindacali, sarebbe sufficiente a coprire i soli costi del contratto mentre le aziende chiedono anche risorse per finanziare interventi strutturali per il risanamento del settore. La loro richiesta parlava, infatti, di un incremento di 3 centesimi al litro che avrebbe garantito un gettito di 650 milioni di euro. Nel merito della proposta presentata dal sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, i sindacati hanno chiesto di innalzare l'una tantum a copertura della vacatio contrattuale intorno ai 1000 euro dai 600 proposti e hanno chiesto di intervenire sugli aumenti medi di 80 euro, giudicati ancora insufficienti. La richiesta dei sindacati e' quella di incrementi medi di 106 euro a fronte di una offerta delle aziende di 41 euro.

L'incontro di oggi davanti al sottosegretario Letta č stato spostato alle 13, mentre la Cisl chiede un tavolo di trattative separate per Milano.Ma a questa ipotesi si oppone la Uil, che considera un errore, che farebbe perdere forza ai lavoratori, trasformare una questione nazionale in questione locale.

Intanto perō, come dimostrano gli scioperi spontanei di questi giorni, i sindacati confederali non hanno pių la fiducia dei lavoratori e delle lavoratrici, che scelgono da sč le proprie forme di lotta.
Anche Trentin, in un intervista oggi al Corriere della Sera, ha ammesso che č inevitabile allontanarsi da un sindacato che non sa pių difendere gli interessi dei lavoratori