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Il precario boicotta lo shopping di natale
by dal manifesto Saturday, Dec. 20, 2003 at 2:43 PM mail:

Nel giorno dello sciopero dei dipendenti del commercio, i precari organizzano picchetti e azioni a sorpresa contro il consumo sfrenato davanti alle grandi catene di distribuzione. Sul modello della protesta dei tranvieri milanesi. A Milano prevista una parata anticonsumista.

Prendete non un sabato pomeriggio qualsiasi. Prendete oggi, che è la penultima mostrizzante giornata di corsa al regalo natalizio (poi c'è domenica). Andate in centro a Milano e provate un po' ad alzare il ditino per spiegare alla folla in preda a delirio da shopping compulsivo che questo sarà il natale più precario che si sia mai visto. Nemmeno un cane vi dà retta? E provate allora a picchettare l'ingresso di un negozio per far notare che solo le aziende, cioè i padroni, quest'anno riceveranno un super regalo coi fiocchi, tanti bei lavoratori impacchettati a tempo determinato e parasubordinati, proprio come quelli che in questi giorni, domenica compresa, si fanno un mazzo così nel commercio e nella grande distribuzione per 5 euro all'ora (la chiamano legge Biagi). Nemmeno un sorriso? L'impresa è disperata e quasi senza via d'uscita. A meno che qualcuno non decida di mettere in piedi un bel circo del non acquisto itinerante per sconvolgere il consumo natalizio, una squadra composta da equilibristi della precarietà, contorsioniste della flessibilità, trapeziste senza rete di maternità e giocolieri dell'iperattività. E' questa la piccola sorpresa di fine anno preparata dai giovani e meno giovani di Milano, persone che faticano a tirare avanti e non si possono nemmeno raccontare come la «meglio gioventù». Rispondono sempre «creattivamente» alle chiamate dei chainworkers e oggi hanno deciso di partire alle 15 da piazza Cairoli per picchettare un itinerario segnato dalla presenza delle grandi catene distributive, e per solidarizzare con i lavoratori del commercio che oggi sono in sciopero. E' uno sciopero, dicono i promotori dell'iniziativa, che presenta molte analogie con l'azione a sorpresa dei tranvieri che adesso sta facendo scuola. «Dopo due anni - scrivono - a chainworkers, commesse, banconieri, addetti e addette, venditrici e venditori non hanno ancora pagato i 100 euro al mese di recupero dell'inflazione. Il caro-euro colpisce lavoratori come consumatori, perché scoraggia i consumi e deprime i salari. La faccia oscura dello shopping è la precarietà senza limiti, l'orgia di consumismo sfrenato di imprenditori, dirigenti, professionisti, commercianti richiede il lavoro servile di milioni». E' quasi un manifesto politico, ma il messaggio non è così difficile da veicolare: «Se la precarietà fa male, con l'euro è peggio».

La parata anticonsumista milanese si spinge fino alle colonne di San Lorenzo, trainata da un camion apripista, scompaginata dagli anarcociclisti di Critical Mass e musicata dalla Banda degli ottoni a scoppio e dal Coro Micene. Lungo il percorso, le soste non sono pensate a caso: con gentilezza, qualcuno chiederà ai direttori delle catene commerciali di mettere qualcosa nel carrello per i lavoratori dell'Alfa di Arese in lotta. Cosa c'entrano? «E' un gesto di solidarietà - spiega un esponente del "precog", che sta per precariato/cognitariato - perché anche se quella protesta non ci riguarda direttamente vogliamo mettere in luce che la precarietà è per tutti».

Il natale oggi è precario non solo a Milano. A Roma, alle 17, «azione comunicattiva» al centro commerciale Primavera di Centocelle; a Bologna, alle 18, «azione diretta» alla statua di San Petronio; a Novara, alle 15, infopoint «noshopping» all'Angolo delle Ore.




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