Riporto l'articolo con la lettera strappalacrime del nostro caro questore che - ahime' - e' stato trasferito.
Ti ringrazieremo per sempre, sceriffo Eugenio Itrocaso, per tutte le cose che hai fatto. Quando hai sgomberato e messo sotto sequestro Rebeldia, quando alla rioccupazione hai ordinato di fare un'incursione pistole alla mano e i tuoi agenti hanno distribuito schiaffi e botte a quei criminali disobbedienti, quando hai attaccato critical mass con le multe e le denunce, quando hai fatto partire i 25.000 euro di multe per il Trainstopping, quando hai sgomberato due posti occupati che avevano raggiunto un accordo con gli enti proprietari dei locali, mandando a quel paese - giustamente - la giunta comunale di pisa, pericoloso gruppo di brigatisti e terroristi islamici.
Per questo e molti altri fatti ti ricorderemo sempre.

E ora vai, levati dai coglioni.

da La Nazione, sabato 27 dicembre 2003.

D’Urso nuovo questore.
Originario di Catania, arriva da Grosseto. Dopo un anno e mezzo Introcaso va a Taranto.

Pisa – Da martedì prossimo 30 dicembre il dottor Franco D’Urso, attualmente questore di Grosseto, sarà il nuovo questore di Pisa e prenderà il posto del dottor Eugenio Introcaso, che dopo un anno e mezzo lascerà gli uffici di via Lalli per andare a ricoprire lo stesso prestigioso incarico alla Questura di Taranto.

Dirigente esperto Il dottor D’Urso, 56 anni, sposato e padre di due figli, è originario di Catania e per ben otto anni ha fatto parte della Direzione Centrale della Criminalpol di Roma. Al suo primo incarico come questore, D’Urso ha assunto questo grado nel marzo del duemila e, prima di arrivare a Roma, è stato due anni a Piacenza, come funzionario, e poi dieci anni alla Questura di Reggio Calabria dove ha lavorato alla squadra mobile e alla divisione anticrimine, prima di svolgere le funzioni di Capo Gabinetto del questore. Dal novembre 2001 è stato questore del capoluogo maremmano.

Il saluto di Introcaso “Pisa è una città splendida – dice il dottor Eugenio Introcaso nel suo saluto – meritatamente famosa nel mondo, ricca di cultura e di arte; non potrò mai dimenticare questo periodo trascorso ‘sotto la torre’ perché costituirà sempre il fiore all’occhiello della mia carriera. Non potrò dimenticare nemmeno l’accoglienza e la collaborazione ricevuta da tutto il personale della Questura e da tutti i rappresentanti delle altre istituzioni. In questo anno e mezzo in cui ho diretto la Questura di Pisa sono accaduti molti avvenimenti sia con riflessi sulla situazione dell’ordine pubblico che nel campo della polizia giudiziaria. Abbiamo avuto importanti manifestazioni di rilevanza nazionale come il corteo del Social Forum davanti alla base Usa di Camp Darby; come il transito, osteggiato dai pacifisti, dei convogli ferroviari e stradali carichi di armi da e per la stessa base militare. Abbiamo tratto in arresto e assicurato alla giustizia pericolosissimi criminali come in occasione della rapina alla Banca Popolare di Lodi quando dopo una pericolosa sparatoria e rocambolesca fuga sono stati catturati sette malviventi catanesi.
Alcune mie decisioni hanno costituito qualche volta ragione di commento nella pubblica opinione e nelle istituzioni; mi riferisco da ultimo ai recenti provvedimenti di sgombero di aree occupate da esponenti di movimenti politici. Si è trattato anche in quei casi di mantenere l’ordinato svolgimento dell’ordine pubblico e assicurare il rispetto della legalità. Niente di più, niente di meno, che il nostro dovere. A coloro che volessero mettere in relazione il mio trasferimento con le polemiche sorte dopo questi ultimi avvenimenti e ai membri dei sindacati di Polizia, pochissimi per la verità, al cui volere non ho voluto sottomettermi desidero far sapere che nonostante il pregio dell’esperienza pisana a cui ho fatto prima riferimento, la mia assegnazione alla Questura di Taranto arriva oggi dopo un lungo periodo di attesa e arriva per mia richiesta dovuta a ragioni di carattere personale. Concludo con l’augurio sincero a tutti i cittadini della provincia di Pisa di un felice anno nuovo e tanta serenità”.