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Fiordalisi ci riprova
by sciroccorosso Friday, Jan. 09, 2004 at 7:44 AM mail:

Fiordalisi ci riprova partendo da Potenza

COMUNICATO STAMPA di Francesco Cirillo e Lidia Azzarita


Continua la persecuzione politica nei nostri confronti.

Apprendiamo oggi 8 gennaio 2004 dai giornali regionali che la magistratura inquirente di Potenza nella persona del Pm Montemurro , dopo essersi incontrato diverse volte con il PM Fiordalisi, ha deciso di inviare tutti gli atti di una “nuova” indagine nei nostri confronti e contro un'altra decina di persone , allo stesso Fiordalisi. Si da in pasto alla stampa non solo le nostre persone , ma anche l’idea che ci siano delle novità riguardanti l’inchiesta del Sud Ribelle. Un inchiesta già morta e ripiegata su se stessa, che cerca di sopravvivere solo grazie a scoop di natura esclusivamente giornalistica. Lo abbiamo visto il giorno prima dell’apertura del processo al Tribunale della Libertà di Catanzaro con il ritrovamento di un falso numero telefonico di un presunto brigatista pisano trovato nell’agendina di Antonino Campennì a seguito di una perquisizione ordinata dallo stesso Fiordalisi, che invece si trattava di uno studente cosentino iscritto all’Università di Pisa . Lo abbiamo visto con il tentativo di spacciare, un semplice pacco dolci ricevuto nella propria abitazione a Belvedere M.mo durante il periodo natalizio, in pacco bomba. Notizia ribalzata sui giornali regionali smentita negli articoli stessi. Ora esce Potenza. Si tratta di una nuova bufala, abilmente orchestrata evidentemente dallo steso PM di Cosenza che cerca da anni di dare credibilità ad un inchiesta fatta solo di prove indiziarie basate su dialoghi politici intercettati dai carabinieri del Ros, e da sempre alla ricerca di nuove prove “incastranti”, quali foto, video, materiali compromettenti. A parole si aggiungono ora altre parole, con una novità : Cirillo e Azzarita erano anche andati in Basilicata a cercare proseliti, e la stessa magistratura lucana aprì un inchiesta, quindi avevo ragione a dire che sono elementi pericolosi. I fatti “criminosi” si riferiscono in effetti al 27 aprile 2002, quando Rifondazione Comunista organizzò a Potenza un’assemblea pubblica sul problema dell’acqua. Vi partecipai insieme ad altri trecento persone e rimasi a Potenza per due giorni per i lavori assembleari. Lo staff organizzativo dell’Assemblea potentina non era del famigerato Sud Ribelle ma fatto da dirigenti nazionali del partito di Bertinotti. Tutto qui. Ma l’inchiesta si vuole presentare come nuova ma non lo è assolutamente. Questa assemblea venne segnalata nel voluminoso dossier di 31 mila pagine, dei Ros che portò all’arresto nostro e di altri 16 no global . Nel mese di maggio dell’anno scorso quando apprendemmo, sempre attraverso la stampa ( perché è uso della magistratura prima di avvertire la stampa e poi i presunti indagati !) dell’interesse da parte della magistratura potentina a questa riunione , ci recammo insieme ai nostri avvocati a Potenza chiedendo di essere interrogati . Prendemmo questa decisione, nonostante la nostra poca fiducia nella giustizia, proprio per fugare ogni dubbio rispetto alla nostra partecipazione a tale assemblea, e per evitare che poi si potesse strumentalizzare a fini politici tale spezzone d’inchiesta. Il Procuratore capo di Potenza disse ai nostri avvocati che l’inchiesta era in corso e che comunque non riteneva al momento interessante un nostro interrogatorio. Come volevasi dimostrare. A distanza di mesi eccoci di nuovo in bocca alla giustizia spettacolo. Riteniamo che si tratti solo ed esclusivamente di una persecuzione politica nei confronti nostri , e nello specifico legata alla intensa attività politica da noi svolta nel territorio calabrese , attività già minata da un assurdo obbligo di firma che non permette di allontanarsi se non per qualche ora dal paese in cui viviamo . Danno fastidio le attività giornalistiche pubblicate su giornali calabresi, danno fastidio l’ impegno nelle battaglie ambientaliste che in Calabria sono sempre presenti contro gli inceneritori, i porti, le cementificazioni selvagge, la mafia infiltrata nelle istituzioni. Se la stampa nazionale, oltre che qualche magistrato democratico (se ne esistono!) leggesse le cose che succedono in Calabria si occuperebbe molto di meno delle riunioni pubbliche e fatte alla luce del sole e molto di più di quelle segrete fatte dalla potente massoneria infiltrata nella mafia e nei partiti politici oltre che nelle istituzioni a tutti i livelli.

Francesco Cirillo, Lidia Azzarita

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