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volantino distribuito alla manifestazione antifascista di genova
by infored genova Sunday, Jan. 18, 2004 at 1:29 AM mail: infored@interfree.it

volantino infored 17 gennaio 2004 genova

BRUCIARE IL FASCISMO E SIA, MA CHE LA STESSA FIAMMA DIA FUOCO ALL’INTERO SISTEMA CAPITALISTA ED AI SUOI DEMOCRATICI VALLETTI!

Dopo numerosi attacchi di stampo fascista al csoa Pinelli, la Genova antifascista scende in piazza il 17 di gennaio, insieme agli antifascisti di molte città italiane.
I maldestri quanto sfrontati attentati al centro sociale della Valbisagno sono in realtà solo alcuni dei preoccupanti segnali del riemergere della destra radicale a Genova.
Da tempo i muri sono sempre più lordi di volantini e scritte inneggianti all’odio razziale e ad altre destrorse amenità,e in più di un’occasione compagni, immigrati o semplicemente ragazzi dal “look alternativo” sono stati aggrediti e picchiati da carogne nere. Fin troppe sono state anche le apparizioni pubbliche sotto forma di pseudo-manifestazioni che Forza Nuova ha organizzato a Genova e dintorni come battage pubblicitario di partito.
Riteniamo che sia pertanto giusto scendere in piazza per una manifestazione antifascista.
Ci sembra però giusto entrare nel merito di ciò che per noi vuol dire antifascismo, visto che nel corso della storia questa è diventata una sorta di parola-ombrello sotto alla quale hanno trovato spazio comunisti, anarchici, liberali, democristiani e perfino monarchici; insomma… un po’ troppo vago.
Partiamo da noi. Siamo comunisti e crediamo che l’antifascismo faccia parte del nostro DNA.
Da una parte combattiamo il fascismo in quanto una delle espressioni che le classi dominanti danno al proprio potere a seconda delle fasi storiche. Lottiamo contro il sistema capitalista in ogni suo aspetto, e in ogni forma esso ci si presenti, sia essa quella fascista o quella democratica, entrambe dispensatrici di sfruttamento per i proletari. A volte con il manganello e l’olio di ricino, altre volte con metodi più fini ed unti di vaselina.
Nella democrazia che viviamo al giorno d’oggi e nell’arco costituzionale che la rappresenta, pressoché tutte le forze politiche si richiamano agli astratti “valori dell’antifascismo”, forti del fatto che fu proprio il fronte unico antifascista insieme agli americani a gettare nel secondo dopoguerra le basi per l’Italia di merda in cui viviamo oggi, che oltre a tutto mantiene in vigore lo stesso codice penale di allora e non si sente per nulla in imbarazzo ad utilizzarne ampiamente le leggi più bieche e liberticide.
Gli antifascisti che noi preferiamo ricordare di allora sono quelli che non si sono accontentati di un cambio al timone dello stato italiano nel segno della continuità borghese. Il timone volevano prenderlo loro e farla finita col passato sia per quanto riguarda il sistema generale, sia per quanto riguarda invece le camicie nere, i criminali ed i torturatori del ventennio che, ironia della sorte, proprio il “guardasigilli antifascista” aveva amnistiato.
Per perseguire questi scopi furono in molti che per anni continuarono a sparare correndo appresso ad una giustizia che avevano perso di vista proprio nel momento in cui pensavano d’averla acchiappata. Essi vennero perseguitati, costretti all’esilio, imprigionati, uccisi.
Gli antifascisti che invece non vorremmo oggi trovarci al fianco sono quelli che dispensano guerre umanitarie che uccidono ma sono democratiche; che inventano nuovi campi di concentramento per stranieri che però non vanno chiamati lager; che da Napoli a Genova , da sinistra a destra sguinzagliano i loro servi a picchiare e sparare nelle nostre piazze. Lo stesso partito della rifondazione comunista, il più a sinistra del parlamento, mentre cerca di farsi portavoce dei movimenti facendo leva proprio sui sentimenti antifascisti ed antiglobal ha dato nel corso degli anni il proprio assenso a leggi tra le più autoritarie ed aberranti (Turco-Napolitano sull’immigrazione, pacchetto Treu per la precarizzazione del lavoro, introduzione del carcere duro art. 41bis,…)
Per dispensare misure di tipo totalitario non c’è bisogno di vestire una camicia nera, basta un doppiopetto. E non importa di che colore.
L’antifascismo che piace a noi è quello militante che tutti noi dobbiamo affinare per essere in grado di dare alle carogne nere risposte adeguate.
Sotto il piano politico smascherando la demagogia e le falsificazioni su cui si basano i loro programmi, che grazie a parole d’ordine roboanti, populiste e genericamente anticapitaliste rischia di fare breccia nei desideri di ribellione antisistemica dei giovani.
Sotto il piano pratico per organizzare l’autodifesa dei compagni in ogni momento e per garantirci i massimi spazi di agibilità politica e fisica.

CONTRO I FASCISTI SEMPRE PIU’ VIOLENZA
10 100 1000 ACCA LARENTIA!

INFORED

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