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L’UNIONE FA LA FORZA
by www.fdca.it Monday, Feb. 02, 2004 at 11:12 AM mail:

Comunicato FdCA per la giornata per la libertà, la dignità e i diritti dei/delle migranti

L’UNIONE FA LA FORZA
Nell’era della guerra globale e preventiva gli uomini e le donne della
terra vivono ingabbiati in uno stato di "terrore permanente". La
globalizzazione capitalistica, con la distruzione delle economie
locali, costringe masse crescenti di diseredati all’esodo forzato: la
fame e la guerra accompagnano e segnano il "Nuovo Ordine Mondiale".
Milioni di migranti che fuggono dai loro paesi di origine inseguendo il
sogno della "terra promessa", un occidente che sia una vita più
dignitosa, e trovano recinti e fili spinati, con l’incubo dei charter del
rimpatrio, resi invisibili dalla clandestinità.

Milioni di persone trattate come schiavi, che cercano di risalire una
spirale dannata che dalle mani della malavita, li porti, irregolari, a
rinforzare i circuiti del lavoro nero e dell’economia sommersa, gli
consenta di svolgere via via i peggiori lavori, con paghe da fame e senza
alcun diritto, nella speranza di una sanatoria, ennesimo "pizzo" da
pagare allo Stato, se non ad altre organizzazioni criminali, per tornare
ad esistere.

Milioni di persone che, arrivate nell’opulento occidente, scoprono di non
essersi lasciate alle spalle miseria e sfruttamento. E milioni di donne
migranti, poi, sulle cui spalle si scaricano in più anche le
contraddizioni create dai rapidi cambiamenti sociali e culturali che
attraversano l'occidente, dal lavoro di cura alla richiesta di
prostituzione e di mogli "tradizionali" ad uso e consumo di uomini
incapaci di reggere un confronto paritario.

E se la guerra è una delle cause principali di questi esodi, la paura di
invasione e il senso di assediamento di una Europa che si è fatta
fortezza alimentano il razzismo e le politiche discriminatorie che sono
alla base dell’odio per il diverso, per lo straniero e sostanziano la
guerra stessa contro il nemico esterno.

Ma il "terrore permanente" non è solo una condizione della guerra
globale, esso è intrinseco alle società in cui viviamo, è espressione di
un rapporto di dominio prodotto dall’affermarsi delle leggi del mercato
capitalista.

Questo dominio oggi si concretizza attraverso una selvaggia aggressione
alle condizioni materiali di milioni di lavoratori e lavoratrici, che si
vedono dimezzare il potere d’acquisto dei propri salari e sono
costretti ad accettare condizioni di lavoro sempre più precarie e
deregolamentate, con l’attacco alle condizioni dei pensionati e la
privatizzazione dei servizi sociali primari (sanità, scuola, ecc.).

Dentro questo quadro, dove le politiche del governo di centro-destra si
fanno sempre più aggressive ed autoritarie, la risposta non si è fatta
attendere e cresce e si diffonde la conflittualità sociale che gli
apparati repressivi dello Stato cercano di contenere attraverso la
criminalizzazione delle lotte.

In questa fase acquistano ancora più importanza le lotte dei lavoratori e
delle lavoratrici migranti che si devono coniugare con le lotte di tutti
i lavoratori e le lavoratrici del nostro paese per rivendicare più
diritti per tutti: diritto alla libera circolazione oltre i confini e le
frontiere, diritto alla casa, ad un lavoro ed un salario
dignitoso, diritto allo studio e ad una sanità pubblica e gratuita.

Per questo oggi i lavoratori e le lavoratrici migranti debbono uscire dal
vicolo cieco delle politiche assistenzialiste e caritatevoli e farsi
soggetti attivi, protagonisti della proprio riscatto sociale,
soggettività politica. L’integrazione sociale passa attraverso la
ricomposizione delle soggettività politiche che la classe lavoratrice
esprime nelle diverse fasi dell’autorganizzazione degli sfruttati
contro lo Stato e il capitale.

In questo senso, l’appuntamento del 31 gennaio può diventare una buona
occasione per il rilancio dell’iniziativa antirazzista con l’obiettivo di
trasferire dentro le contraddizioni tra capitale e lavoro le
rivendicazioni di questa nuova soggettività, per la liberazione dallo
sfruttamento capitalista e dallo Stato suo fedele servitore.

Le lotte che il Movimento dei lavoratori sta sostenendo in questi
ultimi anni con sacrificio e determinazione non potranno raggiungere il
pieno successo se non faranno proprie anche le rivendicazioni dei
lavoratori migranti, anello debole del segmentato e gerarchizzato
sistema di sfruttamento capitalista.

Federazione dei Comunisti Anarchici

gennaio 2004

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