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(A)mazzonia:Sarayacu in difesa di madre terra
by MeScAl^ina Tuesday, Feb. 03, 2004 at 9:03 AM mail:

(A)mazzonia ecuadoriana terra di conquista

In Ecuador il popolo kichwa di Sarayacu continua la sua battaglia per la dignità. Il presidente Gutierrez e il suo ministro per l'energia, Carlos Arboleda Heredia, hanno deciso di mandare l'esercito nelle terre indigene, il 6 dicembre, per permettere le ricerche petrolifere.

Sarayacu in difesa della madre terra
03/12/2003

L'amazzonia ecuadoriana non trova pace. Dopo le battaglie civili contro l'oleodotto OCP che taglia in due l'Ecuador, di cui anche le imprese italiane sono responsabili, e dopo l'inizio di quello che sarà definito il primo e storico processo contro le multinazionali del petrolio Chevron-Texaco, ree di avvelenamento dell'ecosistema in 20 anni di sfruttamento petrolifero, un nuovo fronte di resistenza si fa strada tra le foreste.

Il popolo kichwa Sarayacu, della regione di Pastaza non è certo nuovo a campagne importanti per la difesa del suo territorio ancestrale. Suo malgrado la scelta compiuta da questa comunità indigena di rifiutare lo sfruttamento petrolifero sulle sue terre, da parecchi anni gli costa sacrifici e una dedizione quasi totale alla difesa dell'ambiente da cui sopravvivono.

La comunità indigena di Sarayaku è situata sul fiume Bobonaza, affluente del Marañon, in una conca di selva primaria, dove non arriva né la strada né la corrente elettrica. Gli abitanti si muovono a piedi o in canoa, ma in caso di necessità possono usufruire, comunicando via radio, di un sistema di piccoli aerei che permette loro, seppur a un prezzo piuttosto elevato, di raggiungere in circa 25 minuti di volo la cittadina del Puyo, capoluogo della Provincia di Pastaza.

La comunità vive delle attività tradizionali di caccia, pesca e agricoltura di sottobosco; solo una minoranza svolge attività commerciali e su tutto il territorio di Sarayaku, abitato da circa 1500 persone, vi è un solo piccolo emporio per il rifornimento di beni provenienti dalla città (vestiti, scatolame, pasta, riso, alcolici, batterie, ecc.).

La vita degli abitanti di Sarayaku è intimamente relazionata con la selva, considerata la propria casa, il proprio granaio, la propria scuola formativa. Pur avendo superficialmente fede nella religione cattolica, credono intensamente negli spiriti superiori che governano la selva, i fiumi, le lagune, le montagne, definiti quali la fonte della propria saggezza e del proprio potere. Gli sciamani fungono da intermediari tra la comunità e gli spiriti della selva.

I valori e l'identità
Gli abitanti di Sarayaku mantengono una forte identità culturale, conservano gran parte dei valori tramandati dalle tradizioni della cultura kichwa, nonostante alcuni aspetti, quali l’abbigliamento e le attività ricreative, presentino tratti di “occidentalizzazione” dovuti all’influenza e all’intercambio con il mondo esterno urbano e nazionale.

Come dicono i loro sciamani: "Nel corso della nostra vita siamo responsabili di ciò che la natura ci ha offerto affinché lo si utilizzi in modo razionale e si possa così vivere in armonia; la responsabilità di vivere in un ambiente sano, godendo di buona salute fisica e mentale, è assolutamente nostra."

Ma non per tutti gli ecuadoriani i valori sono uguali. Ovviamente si fa riferimento al petrolio e in nome di questo "sangue della terra" anche molte identità dovrebbero perdere la loro importanza.
Sarayacu si è opposto in modo anche esemplare allo sfruttamento petrolifero e persino all'entrata della società argentina preposta per lo studio delle riserve tramite esplosioni sotterranee di rilevamento la Compagnia Generale di Combustibili CGC.

Il blocco 23, così viene chiamata quella porzione di Amazzonia suddivisa in grandi linee rette sulla cartina, era, già prima di questa suddivisione geometrica, territorio della popolazione Sarayacu e riconosciuta tale anche da entità sovranazionali. Infatti il 5 maggio scorso la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha reso ufficiale la decisione di sollecitare lo Stato Ecuadoriano per garantire la vita e la sicurezza degli abitanti di questa comunità.

Dopo numerose intimidazioni da parte di presenze militari, prima negate, e poi documentate anche fotograficamente dagli stessi kichwa, (vedi l'ottimo sito sarayacu.com) lo Stato ha deciso di mantenere costante la presenza militare lungo il fiume Bobonaza rendendolo in parte inagibile e pericoloso per gli stessi indigeni.

Militarizzazione petrolifera
Il ministro per l'energia, il colonnello, Carlos Arboleda ha espresso l'intenzione di militarizzare il blocco 23 così permettendo l'arrivo dei tecnici della CGC e la data prevista per questa operazione sarebbe il 6 dicembre 2003.
Immediato il rifiuto per la militarizzazione della zona, non solo dalla comunità di Sarayacu, ma dall'intera alleanza indigena rappresentata da Achuar, Shiwiar, Shuar e Kichwa con l'apoggio della Confederazione Nazionale Indigena dell'Ecuador (CONAIE).
Insieme a numerose altre componenti della società civile ecuadoriana, come Accion Ecologica e il Centro dei Diritti Economici e Sociali CDES, il 5 dicembre si svolgerà a Puyo una grande manifestazione a difesa di Sarayacu e per il diritto alla vita e alla legalità.

Selvas.org seguirà sul posto lo svolgersi di questa grande mobilitazione e nei prossimi giorni ne darà conto con un importante reportage.


--------------difesa ad oltranza di Sarayacu----------------

un appello:
Pianeta Terra, 4 dicembre 2003

Noi Organizzazioni, Associazioni e uomini e donne di questo pianeta,

Esprimiamo la nostra preoccupazione per le gravi pressioni imposte dal
Governo ecuadoriano nei confronti della comunità indigena Sarayacu,
nell'Amazzonia Ecuadoriana, e l'annuncio di una prossima militarizzazione
del loro territorio ancestrale, per favorire le ricerche petrolifere
affidate a due compagnie estere: la CGC e la Burlington.

Chiediamo con forza il rispetto dei Diritti Umani e dei Diritti Indigeni di
decidere del proprio territorio, chiediamo il rispetto dell'ordinanza del
Tribunale competente di Puyo del 29 novembre 2002 con la quale si ordinava
la sospensione delle attività esterne in quei territori.

Chiediamo che vengano ascoltati i suggerimenti della Commissione
Interamericana di Diritti Umani (CIDDHH) di rispetto per il popolo di
Sarayacu, e i consigli di cautela espressi dal Presidente della "Commision
de Asuntos Indigeno" ecuadoriana.

Ci uniamo agli appelli contro la militarizzazione del territorio di Sarayacu
espressi con forza dalla Confederazione Nazionale Indigena dell'Ecuador
(CONAIE) e dell'alleanza delle popolazioni indigene Achuar, Shiwiar, Shuar e
Kicwa per il totale rispetto dei Diritti Umani e la libera scelta di
Sarayacu per il proprio futuro.

Siamo vicini a tutto il popolo Sarayacu,
nel rispetto della legalità e della vita!



FIRMA: .................................................
NAZIONE .....................................

-------------difesa ad oltranza di Sarayacu-----------------
per maggiori info:
http://www.selvas.org/newsEC0503.html
http://www.selvas.org/newsEC1602.html
http://sarayacu.com/


--------------difesa ad oltranza di Sarayacu----------------
rivendicare la proprietà ancestrale-------------
individualità attiva
MeScAl^ina

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