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La situazione ternana
by H - C S. E.net Tuesday, Feb. 10, 2004 at 4:46 AM mail:

Quannu pozzu m'appallozzu

La situazione ternana .

Molti, su Indy, lamentavano la mancanza assoluta di notizie e indicazioni politiche chiare sulla situazione ternana.

Hanno ragione . Ma non potrebbe essere altrimenti.
Perchè gli operai scesi in lotta spontaneamente non hanno rappresentanza . E quindi non hanno voce.

Il clamoroso è proprio questo. Che riemergono gli operai in carne e ossa.
Fanno notizia.Proprio perchè i soggetti deputati non fanno il loro mestiere e non danno notizie.

Il sindacato ternano è storicamente consociativo piu' che concertativo .
Costitutivamente incapace di concepire una vertenza e uno scontro veri .
Fino agli anni novanta ha co-gestito la azienda, nel gran baraccone della cuccagna dell'IRI. Favori, agi e carriere per i suoi quadri, in cambio del controllo degli operai ,rigidamente disciplinati nei suoi ranghi.

Per tutti questi anni le Acciaierie hanno alimentato non solo l'economia cittadina , ma anche tutta la classe dirigente politico-sindacale e amministrativa.
Tale il sindacato , tale il Partito.Zombi.
Alla funzione parassitaria e clientelare delle burocrazie e delle imprenditorialità locali fanno da corrispettivo una cittadinanza dispersa e anomica, assente, muta e passiva e una società civile inerte.

La privatizzazione, lo smantellamento e la vendita a un gruppo straniero furono l'ultimo atto della cronica crisi, cogestita anch'essa, di quel modello di grande industria assistita.
In un quindicennio , dal 75, le Acciaierie passano da 7000 a 2500, ca, operai.
I vuoti occupazionali sono coperti con forti interventi di protezione sociale e con l'importazione e l'insediamento , in un territorio già fortemente provato,di industrie chimiche ,megainceneritori e ogni sorta di nuove produzioni e impianti a forte impatto ambientale e alta nocività e pericolosità.
Nessuna iniziativa da parte istituzionale di riconversione e rilancio della produzione della siderurgia ternana attraverso una sua maggiore integrazione e un raccordo piu' stretto con le vocazioni e le esigenze della comunità e della economia locali.

Nel frattempo partiti e amministrazioni cittadine ci baloccavano con amenità seducenti e trionfaliste tipo " Dall'industria pesante all'industria pensante ", che in pratica significo' una abbuffata epocale di milioni di euro di fondi europei e pubblici risucchiati nella voragine della megatruffa di un piano di sviluppo telematico e multimediale che non ha mai partorito un solo servizio per la cittadinanza , non un prodotto per il mercato , o l'allegra proliferazione di corsi di formazione di alta qualificazione e richiesta tipo " Aiuto falegname stuccatore " lautamente finanziati coi medesimi fondi e modalità e criteri segretissimi da un segretissimo comitato di quattro funzionari della Provincia, o il restauro coi medesimi fondi di un'altra storica pestilenziale fabbrica di Terni dismessa , quella della calciociannamide di Papigno , e la sua riattivazione a fabbrica , appunto ,.. di sogni , una demenziale Holliwood o Cinecittà nostrana, o l'indegna provinciale gazzarra attorno al bissinis della università.

I licenziamenti e la chiusura dell'AST, il fallimento , prevedibile - o l'abbandono, previsto- del tentativo di stare sul mercato con un potenziamento della produzione di qualità, gli acciai speciali, rivela l'appartenenza in realtà anche di cio' che resta della gloriosa industria cittadina, al nuovo e piu' arretrato modello di economia di colonizzazione e di rapina e distrazione di denaro pubblico.
La sola identità , le sole risorse che la popolazione continua a esprimere sono la inesauribile disponibilità a farsi avvelenare e di manodopera a basso costo e a tutela zero .

Non mi faccio illusioni . Anche questo fuoco sarà spento.
Ma la lezione di Terni è la stessa di Scanzano e dei ferrotranvieri . Basta con la delega !
Ogni istituto rappresentativo finisce con l'essere autoreferenziale. Ogni rappresentanza si converte in privilegio.
L'unica vera necessità è quella disattesa da tutte le riforme costituzionali in circolazione.
L'iniezione di formidabili dosi di autentica democrazia in tutti i settori delle relazioni istituzionali, politiche, sindacali e amministrative.

Il far da sè e apparir altra della societa' civile , l'agire diretto come lavoratori e cittadini , è tutt'uno con l'istanza di legalità e democrazia autentiche.
Funzione della rappresentanza è farsi interprete delle esigenze e aspirazioni della Comunità. Esserne strumento, non strumentalizzarle.
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Terni. Paradigma della Provincia.
by H - C S. E.net Monday December 22, 2003 at 03:01 AM mail:



Terni non è una citta' . E' una espressione geografica.
E'una landa pestilente e desolata terra di colonia di faccendieri d'assalto che sbarcano li' a rapinare il vero bene cittadino .

La vocazione, intendo, della popolazione locale a farsi appestare , a mangiare pane e veleno , a sopportare che qui ab externo e ab eterno sia installato ogni genere di impianto nocivo , mortifero e cancerogeno.
Chimico,elettrico, siderurgico, dell'incenerimento rifiuti.

Non è una citta'.
E' un ammasso di bestie che oltre lu Cantamaggiu e la Filippi non va, schiavi educati a cinquanta anni di realpolitik comunista e di marciapolitik clerical-criminal-massonica, di squallido livello.

Una classe dirigente, una borghesia e burocrazia indigene razzotiche, di destra centro e sinistra omogeneamente, di bovari, buzzurri e gaglioffi, ignoranti come capre, kapo' dell'altra vera classe dirigente esotica che, pel tramite loro, colonizza il grande apparato di produzione, costituito dall'intero territorio e dall'intera cittadinanza.

Un troncio di sindaco , tronfio , borioso serioso e greve , con sulla schiena la muffa e il muschio eterni de lu pardidu cummunisda , retorico bolzo e farso fino al vomito,uno che gli attacchi la spina e ti rigurgita fuori massacri di discorsi senza contenuto e senza costrutto e senz'anima, un trombone , un secchione triste, avido , tirchio , stitico e ambizioso, sprovvisto di ironia e intelligenza. Un maglio,una pressa, un robot , un salame, un carciofo .
Uno che non ha mai fatto un incontro con la cittadinanza , mai lavorato a far avanzare democrazia e trasparenza della pubblica amministrazione , circondato da una cricca di consigliori che non si sa per conto di chi lavorino e a chi rendano conto.

Ha conferito la cittadinanza onoraria al principe di questi colonizzatori , tale Agarini , il Berlusca di Terni , che non si sa se c'è venuto o se ce l'hanno mannato.
Il sindaco e' in affari con lui che tratta la monnezza.
E l'unica volta che ha levato un grido di protesta è perchè alla sua ridente cittadina avevano assegnato solo 70 mila tonnellate di merda da smaltire invece delle 170 mila che lui pretendeva.
Il " socio " si è comprato tutto della graziosa cittadina. Radio, giornali e tv locali e annessi direttori dei miei stivali infami, lo stadio e la tifoseria ultra', i partiti , palazzi e sedi istituzionali, e tutta la giunta comunale al completo.

Insomma si è comprato la citta'. Terni è un feudo.La identità autoctona , la mission di questa classe dirigente locale e' di dar via il culo su scala industriale .

Il mega affare è la concessione gratuita di pezzi di territorio della colonia per costruire una mega città dello sport.La mega truffa del futuro come lo fu del passato , la multibliomediateca ,poi Centro multimediale , cioè niente , una sòla, una megapatacca sia l'una che l'altro, che ha succhiato montagne di miliardi di fondi europei e pubblici , finiti nelle tasche dei peggiori cialtroni , falsari e millantatori , amministratori ladri , senza che mai un prodotto o un servizio siano stati offerti al mercato e alla cittadinanza e senza che nessuno abbia mai pagato , nella omertà e connivenza generali , compresa la presente amministrazione e la procura della repubblica si potrebbe supporre.

Ora contro questo megaprogetto dell' urbanistica , altra fonte storica , altro truogolo tradizionale della porcilaia ternana di arricchimenti facili e di distrazione di massa selvaggia di denaro pubblico, contro il pool di impresari ternesi della truffa la cui ragione sociale è
" Lu bissinisse è lu nostro ", INFATTI, giacciono ricorsi al TAR di imprese indovina un po' di dove , caru sindacu " tutto è pulito e alla luce del sole "?
Di Cataaania , picciotti mei , 'u capishte ? ah !..

E' anche culo e camicia col vescovo poi questo primo cittadino . E l'alto prelato lo tratta con la benevola e affabile condiscendenza che si riserva ai dementi.

Avesse mai conferito un'onorificenza agli operaiacci dell'acciaieria , questo compagno che si è fatto onore nel dar di lustro e dar di lingua nelle anticamere del potere , in nome de lu Partitu, dei proletari e dei suoi concittadini tutti, ci mancherebbe , stu panzone ipocrita e volgare.

Terni è arrivata ultima in classifica nella situazione del traffico e dei traporti pubblici e davanti alle telecameriere delle TV locali viene a sbavare autocompiacimento e spocchia , questo ottuso vanesio, questo parvenu,perchè una agenzia mediaset lo avrebbe eletto lu meglio sindaco d'Italia ! E te credo ! Il piu' babbeo in assoluto . Un idiota utile cosi' , quando mai lo ritrovi .

E se tanto mi da tanto...
Ma vi pare possibile che in una città di piu' di 100 mila abitanti non si conoscano i nomi , nè si abbia notizia di una dichiarazione , una presa di posizione una qualsiasi sortita di qualche segretario di partito ? di un presidente di provincia ? di uno straccio di assessore e consigliere municipale ?
A Terni lo è. Qui la civica convivenza è fondata sulla separazione assoluta tra istituzioni e società civile ,.. cioe' selvaggia.
L'una ignora l'altra. Rispettivamente e integralmente.

Terni è un caso eccezionale.A Terni la dimensione politico istituzionale , non vi è mai stata. E' allo zero assoluto.
La Cittadinanza non ha un volto. E' sorda, cieca e muta. Completamente all'oscuro di tutto della cosa pubblica e totalmente passiva. Terni è uno scheletro di democrazia . Le istituzioni la squallida somma delle clientele locali, il loro appannaggio abusivo ed esclusivo.
Legioni intere di politici e amministratori hanno costruito intere carriere e solide fortune sul silenzio e sull'arte del dire senza dire niente, che guarda che è difficile parlare tutta una vita senza mai dire un cazzo , manco pe' sbaglio !
A Terni, si'.
E bisogna vederli infatti i Tg3 locali.
Il 70% sono convegni in cui al tavolo della presidenza sono piu' che in sala. Saloni e sedie vuote.
L'altro 30% sono servizi. Servizi servizi, quelli servizievoli, non giornalistici.Le altre tv locali, 100% !

E' educazione , questo silenzio.
Educazione massonica.

Si' alla base di questa eccellente selezione dei peggio carrozzi, dei piu' brutti bifolchi , dei bestioni piu'stupidi e rozzi, a goder di prebende e benemerenze , a regolare il traffico nella giungla cittadina del pubblico denaro , c'è la fratellanza frammassona.
Non c'è un buco che non faccia parte del loro organigramma.

In provincia è cosi'. Tutto già funziona come programma della Loggia. Lo si sappia o no, non vi ha chi ne sia immune .
E piu' sono piccoli e piu' e' facile infiltrarli.
Non hanno una lira . Co quattro soldi ti compri la Segreteria e tutto il Comitato federale.

Il risultato ? La riunione alla sezione .
All'inizio e alla fine il Segretario gli fa il lavaggio del cervello con una relazione e una conclusione cabalistiche di 40 minuti cadauna .
In mezzo rari e stiracchiati interventi prestampati di max 5 minuti , che iniziano, continuano e finiscono ' sono d'accordo con la relazione del segretario '.
Le elezioni del segretario , dei candidati elettorali, avvegono crociando un si' sotto una lista prestampata a candidatura unica .
E stanno tutti seduti , fermi, seri e zitti.
Poche decine di persone. Riunioni tipo quelle ogni tre mesi.
E' tutto li' il Partito.

La sproporzione tra la accessibilità delle poltrone e di abiti sartoriali e indegnità e illegttimità morale e rappresentativa, qui è tangibile e rende piu' bestiale e sanguinaria , la faida permanente sul loro pezzo di potere.
Poi c'è la base di militanti , giovani altra' entusiasti del Che e vecchi rincoglioniti di Stalin , che fa da copertura , lo specchietto per le allodole , perchè si svolga quella guerra carogna per le poltrone. Che è la vera ragion d'essere del Partito e di tutti i partiti.

Questi sindaci spettrali , governano fantasmi di cittadini e voraci , concrete ambizioni.
Il Nostro l'aspirazione di diventar borghese , l'ha soddisfatta.
Ora ne incarna la contraddizione .

Che per comandar, fa d'uopo farsi servi.

H - C S. E.net



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interessante
by dinotruck Tuesday, Feb. 10, 2004 at 8:52 AM mail:

certo il quadro e' preoccupante , sarei interessato a conoscere meglio gli intrallazzi che riguardano il centro multimediale e il Tale Agarini re della monnezza, ma che per caso e' quello di roma uno?

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una riflessione
by EnriCo Tuesday, Feb. 10, 2004 at 10:49 AM mail:

Quella che precede questa riflessione mi sembra un'interessante argomentazione. Provo a dire la mia, ri-pubblicando questo intervento scritto a commento della cronaca dallo Spezzone antagonista. Per Dinotruck: no, l'editore è il consorzio Colari che gestisce le discariche del comune di ROma. L'imprenditore, se non vado errato si chiama, Manlio Cerroni. Se ho altre info le passo.
Ecco la mia riflessione

Forse da lontano l'immagine appare più chiara e le sfumatore che in un primo momento finiscono in secondo piano possono riprendersi prepotentemente la scena. Ho seguito le vicende e il bel corteo nella mia condizione di ternano "esiliato", lontano da Derni nostra. Ma gli echi del corteo sono arrivati ben distinti. COsì come le polemiche e i distinguo. Mi sembra che questa brutta storia per la città abbia riportato d'attualità per la sinistra antagonista ternana un tema molto importante quello del conflitto e della sua territorialità.
Dal corteo giungevano slogan ritmati presi a prestito dalla curva Est. Non il contrario. E' lo stadio e non già la piazza/fabbrica il luogo, oggi a terni, dove si socializza l'appartenenza a un tessuto ideale forgiato, un tempo, nelle strade, nelle piazze, nel movimento, nelle scuole, nelle officine, ternane, a socializzare, oggi, migliaia di persone alla partecipazione. Dalla fabbrica allo stadio per poi oggi ritornare dallo stadio alle piazze.
Qualche cosa di strano? Forse, no. Però forse una riflessione deve scaturire da questa situazione. PEr anni si è lasciato rosicchiare territorio a qualcos'altro che non ci apparteneva. I centri commerciali, i teatri di posa, il restyling urbano, le mediateche, i locali che tirano, lo smembramento di un tessuto operaio senza che si sia offerta una sponda ai quanti si arruolavano nel vasto pubblico degli spettatori salariati. Quella che è mancata a Terni è stata una seria riflessione sulla città e sul suo destino. Da città pesante, dell'acciaio, a città leggera, del bit e dell'immagine. Per anni ce l'hanno menata, sociologi e antropologi, sulla nostra presunta "originalità". Ma quale, se poi questo significa smantellamento e licenziamenti? L'unica ed ultima battaglia che mi ricordo è quella a metà degli anni '80 contro il Supercarcere. In quell'occasione c'è stata la voglia e il desiderio di dire no a una città militarizzata. Ok, è stata persa, ma la battaglia segnava una linea netta d'opposizione a chi sul corpo della città voleva scrivere senza tanti pensieri. Poi dopo? Riconversione e ristrutturazione senza intervento critico. Bene è tempo di tornare a riprenderci la città. Dalla curva alla fabbrica, dal movimento al sindacalismo di base, dai circoli alle sezioni, senza scordare mai che la lotta per il lavoro dev'essere sempre di liberazione dal o non per lo sfrutttamento salariato!
RIPRENDIAMOCI LA CITTA'

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