Il Grande Vecchio dello spionaggio americano, l’uomo che conosce i misteri di Ustica, è riemerso dalla pensione per aiutare a Baghdad gli iracheni a organizzare i nuovi servizi segreti.
L'uomo che sa tutto di Ustica crea l'intelligence iracheno
Duane "Dewey" Clarridge, capo della Cia in Italia tra il 1979 e il 1981, dopo l'esperienza italiana, venne promosso e divenne il capo del Centro per il Controterrorismo della Cia.
WASHINGTON - Il Grande Vecchio dello spionaggio americano, l’uomo che conosce i misteri di Ustica, è riemerso dalla pensione per aiutare a Baghdad gli iracheni a organizzare i nuovi servizi segreti. Duane "Dewey" Clarridge, capo della Cia in Italia tra il 1979 e il 1981, all’epoca della strage di Ustica e della vicenda del Mig libico, si è materializzato in questi giorni a Baghdad per mettere la sua vasta esperienza a disposizione della neonata intelligence irachena. Dopo l’esperienza italiana, Clarrige era stato promosso capo della divisione America Latina della Cia, per diventare poi il capo (tra il 1984 e 1986) responsabile della Divisione Europea. Quindi aveva creato il famoso Centro per il Controterrorismo della Cia, diventando lo stratega di alcune delle più importanti operazioni clandestine della Cia sotto l’amministrazione Reagan. La nuova missione di Clarridge, nell’Iraq post-Saddam, è adesso quella di insegnare al nascente servizio segreto iracheno le tecniche per dare la caccia ai terroristi (anzichè proteggerli). La Superspia, che ha 72 anni, ha sempre mantenuto stretti contatti con l’Iraqi National Congress. La sua ultima apparizione conosciuta a Baghdad si era verificata nel 1986 quando aveva incontrato il capo dell’intelligence di Saddam Hussein, allora ancora amico degli americani, per negoziare la consegna di Muhammed Abu Abbas, il terrorista protagonista del dirottamento dell’Achille Lauro. Sotto l’amministrazione Reagan la superspia aveva aiutato l'insurrezione dei Contras in Nicaragua e quindi coordinato nel 1985 le operazioni di Oliver North per trasferire missili terra-terra all’Iran. Quando nel 1987 era divampato lo scandalo Iran-Contras Clarridge era rimasto impigliato nella rete delle rivelazioni. Il primo giugno 1988 aveva dovuto lasciare la Cia. Tre anni dopo era stato incriminato, dagli inquirenti, per avere mentito in almeno sette occasioni al Gran Giurì. Ma non venne mai processato, grazie al provvidenziale perdono del presidente George Bush senior, giunto il 24 dicembre 1992, pochi giorni prima dell’arrivo alla Casa Bianca di Bill Clinton. Una superspia non va mai in pensione. Clarridge aveva mantenuto stretti contatti con l’Iraqi National Congress mettendo a punto negli anni successivi, per i "falchi" dell’amministrazione di George W. Bush, un piano per rovesciare Saddam Hussein armando l’opposizione locale, seguendo il modello Nicaragua e Afghanistan. Una delle critiche di Clarridge adesso da Baghdad agli americani, secondo una intervista ad un giornale di New York, è quella di «non avere fatto alcuno sforzo per addestrare gli iracheni in azioni di sostegno alle truppe Usa: ogni plotone o ogni compagnia americana avrebbero dovuto avere almeno un iracheno con sé». Se rappresentanti iracheni fossero entrati a Baghdad insieme agli americani - sostiene Clarridge nell’intervista - sarebbe stato possibile mettere più l’accento sulla "liberazione" del paese piuttosto che sulla sua "occupazione" da parte delle forze Usa. La superspia ha sottolineato che in occasione della cattura di Saddam sarebbe stato «molto importante» che nella "foto ricordo" fossero apparsi anche poliziotti iracheni oltre ai soldati americani. Cristiano Del Riccio (25/02/04)
web.freepass.it/crimelist/ustica.htm
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