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Massacro di Madrid: disinformazione del Corriere embedded
by soccorsopopolare Saturday, Mar. 13, 2004 at 11:56 PM mail: soccorsopopolare@libero.it

La disinformazione era già pronta. Chi costruisce e come e perchè il clima di linciaggio contro i baschi. Un esempio di disinformazione embedded nostrana. Il Corriere della Sera e Magdi Allam


MASSACRO DI MADRID UN ESEMPIO DI DISINFORMAZIONE
SUL CORRIERE DELLA SERA del 12 marzo 2004- PRIMA PAGINA

MAGDI ALLAM E LA MISTERIOSA ALLEANZA

Diamo una lampante e storica prova di come lavora la disinformazione imperialista. Il “giornalista” Magdi Allam di recente passato per meriti di servizio dalla sinistra ancella di Repubblica alla destra padrona del Corriere della Sera così ieri 12 marzo, in prima pagina di questo giornale il più “autorevole” e venduto (in tutti i sensi) della storia d’Italia, “analizza” il massacro di Madrid. Così dunque una voce vicina ai servizi, pista (siamo al pistaggio più che al depistaggio) la notizia, pensiamo con l’assenso del direttore Stefano Folli di noti sentimenti e accompagnata dal lapidario invito alle armi e alla guerra dell'ambasciatore Sergio Romano. Chissà se mai dovranno rispondere di questo bel lavoretto disinformativo fatto non sappiamo se a cottimo o per contratto quadriennale. Dal quale vengono fuori tutta una serie di mirabolanti notizie secondo le quali un non meglio precisato Campo Antimperialista, infiltrato dai servizi di Saddam Hussein avrebbe trasportato i baschi a Bagdad, gli stessi baschi che poi ( e si fanno anche dei nomi dei Valpreda del giorno d’oggi) avrebbero partecipato alla preparazione degli attentati e, en passant, avrebbero ucciso gli agenti segreti spagnoli in Iraq. L’articolo dice molto, dice molto sulle intenzioni non proprio occulte di manipolare e far piazza pulita, dice molto su un operazione iniziata non proprio in queste ore, un’operazione da giornalisti embedded, incapsulati nell’organizzazione armata imperiale. Può dispiacere l’ennesima scivolata del Corriere che si intravedeva nell’ultimo cambio di direttore, ma è così e d’altronde così è sempre stato nella storia contemporanea d’Italia in cui si celebra il direttore democratico del corriere dimenticandosi di quello fascista o repubblichinio del momento giusto. Questa disinformazione si accompagna al pogrom in corso nelle prigioni spagnole contro i detenuti baschi.. Al pogrom suggerito anche per via mediatica da Aznar e dalla sua ministra, la Palacio degna erede delle belle tradizioni cattoliche di quel paese. Pogrom il cui clima suggerito dal governo è stato portato avanti da “giornalisti” locali alla Magdi Allam. E così ci figuriamo dovevano essere i tristi giornalisti repubblichini nei giorni della resistenza.

Per fortuna che come noi con Piazza Fontana e l’Italicus, anche molti spagnoli a Madrid sono incazzati neri con il Aznar e il PP e gli danno del mentitore bugiardo. E molte altre migliaia manifestano contro la guerra. E dire che anche su Indymedia più di qualcuno premeva perché chiudessimo la bocca!


DISINFORMAZIONE IMPERIALISTA
SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA
DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 12 MARZO 2004 - PRIMA PAGINA


DIETRO LA STRAGE

I COMBATTENTI BASCHI IN IRAQ E UNA MISTERIOSA ALLEANZA

di MAGDI ALLAM
Tra gli stranieri che sono andati in Iraq per combattere e opporsi alla presenza americana, c'erano anche un'ottantina di militanti baschi dell'Eta: a fianco dei militanti islamici in un insolito sodalizio del tenore.


IL RETROSCENA
Patto di sangue Eta-integralistiin Iraq anche le brigate basche

Un anno fa un'ottantina di militanti
andò a Bagdad per fermare l'avanzata
americana. Il sodalizio ispirato
dai servizi segreti di Saddam Hussein

Tra le centinaia di combattenti stranieri, perlopiù islamici, che affluirono in Iraq alla vigilia dell'attacco americano il 20 marzo 2003, c'erano anche un'ottantina di militanti baschi dell'Eta. Alvaro Gorka Vidal e Badillo Izkur erano due di loro. Lo scorso 29 febbraio furono arrestati a bordo di una camionetta diretta a Madrid imbottita di 500 kg di esplosivo. Purtroppo gli inquirenti spagnoli non erano a conoscenza del loro passato. Un passato che fa emergere un'alleanza del terrore tra i giovani attivisti dell'Eta, una fazione del-la sedicente «resistenza irachena» che controlla le località di Falluja e Al Ramadi e il circuito del Campo Antimperialista spagnolo. E che forse ieri ha inaugurato, con la più sanguinosa strage terroristica in Europa, un'inedita stagione di violenza al-l'insegna del massacro in-discriminato dei civili.
La Brigata Euskal Herria, Territorio basco, partecipò alle operazioni dicontrasto all'attacco delle forze americane a Bagdad. Era composta da giovani militanti dell'Eta disposti all'estremo sacrificio della vita. Erano stati accuratamente selezionati dal Campo Antimperialista spagnolo. Sulla base di una inflessibile fede nella causa araba e un acceso odio nei confronti di Israele. Si diressero prima in aereo ad Amman o a Damasco. Da lì proseguirono via terra verso la capitale irachena. Molti di loro sono rientrati in patria. Alcuni sono rimasti in Iraq simulandosi come operatori umanitari. Si deve probabilmente a loro l'agguato costato la vita a sette agenti dei servizi segreti spagnoli lo scorso 29 novembre a Swaira, una località a 45 km a sud di Bagdad.
Il sodalizio del terrore tra l'Eta e la «resistenza irachena» è avvenuto in Europa. Grazie all'opera di agenti dei servizi segreti di Saddam Hussein che sono riusciti a infiltrare il Campo Antimperialista attivo in Spagna e in
Francia. Questi personaggi sono rientrati in Iraq alla vigilia della guerra.
E sono riusciti a prendere il controllo dell'attività terroristica a Falluja e Al Ramadi, le due località più calde all'interno del cosiddetto «Triangolo della morte» sunnita. Da lì sono partiti gli attentati più sanguinosi contro
gli americani e i «collaborazionisti» iracheni. Il sito del Campo Antimperialista è il principale canale mediatico di diffusione dei comunicati della «resistenza irachena». Che ufficialmente afferma di non avere a che fare con Osama Bin Laden. Ma di fatto è impegnata direttamente nel reclutamento in territorio europeo e all'invio in Iraq di aspiranti combattenti e kamikaze islamici e laici. Collaborando strettamente con Al Qaeda al successo della mede-
sima strategia del terrore che mira alla destabilizzazione dell'Iraq e all'evacuazione delle forze americane.
La Spagna, al pari del-l'Italia, della Francia e della Gran Bretagna, ospita cellule attive e dormienti di Al Qaeda. Finora impegnate principalmente nell'attività di sostegno logistico. Il piano, sfociato nei tragici attentati dell'11 settembre 2001 a New York e Washington, fu elaborato anchein territorio spagnolo do-ve si recò Mohammad Atta, il capo del commando dei 19 dirottatori kamikaze. Ugualmente la Spagna è diventata uno dei principali bersagli di Bin Laden per il suo forte appoggio alla guerra in Iraq e alla sua presenza con proprie forze nel sud del Paese. Che la Spagna fosse un nemico giurato di Al Qaeda non era un mistero. Ciò che si ignorava era l'alleanza del terrore che univa l'Eta alla «resistenza irachena» e, indirettamente, a Bin Laden. Di fatto la strage di Madrid rappresenta la binladizzazione del terrorismo in Europa. Essenzialmente sul piano ideologico. Ciò che deve veramente preoccupare è il cambio della percezione del «nemico». Colpendo indiscriminatamente dei civili, l'Eta ha abbandonato il principio della responsabilità soggettiva che in passato l'aveva portata ad attaccare singoli espoPotrebbero essere stati questi estremisti a uccidere sette agenti del contingente spagnolo
nenti delle istituzioni. Per adottare il principio binladiano della responsabilità oggettiva. Tutti coloro che, a vario titolo, stan-no dalla parte del «nemico» meritano la morte. E' legittimo ucciderli. Bin Laden lo fa sulla base del takfir, la condanna di apostasia dell'insieme della società che accetta di vivere sotto un potere «empio» o «ateo». Ieri col-pendo nel mucchio a Madrid si è dichiarato la guerra totale all'insieme della società spagnola.
E' evidente che il salto di qualità del terrorismo in Spagna, l'emergere di una holding del terrore, che coniuga elementi eversivi autoctoni e gruppi estremisti arabi e islamici, preoccupano anche l'Italia. Il Sismi, il nostro controspionaggio milita-re, ha segnalato questo rischio nel recente rapporto trasmesso al Parlamento. E finora l'opera di prevenzione e di contrasto ha avuto successo. Ma è evidente che ci troviamo a fronteggiare la più insidiosa guerra del terrore globalizzato in grado di mobilitare i nemici interni e esterni all'Occidente.
Magdi Allam


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