Comunicato
Mondo di marzo: pochi giorni fa imponenti e partecipate manifestazioni hanno segnato tutto il pianeta con un forte e chiaro no alla guerra in Iraq. Proprio in un momento in cui, ovunque, dal Medio Oriente all'Afghanistan, dal Kosovo alla Spagna, si sono evidenziati gli aspetti più crudi e drammatici delle avventure di guerra che attraversano questo decennio.
Un no alla guerra globale netto, chiaro, senza mediazioni.
Lo stesso rifiuto delle avventure di guerra che ha spinto, il 25 aprile 1999, decine di migliaia di persone a manifestare, a Milano e altrove, contro la guerra in Kosovo, altro episodio di una infinita guerra globale.
Milano di marzo: a pochi giorni dai due milioni di persone a Roma, il Tribunale di Milano processa decine di manifestanti del 25 aprile '99, per ipotesi di reato assolutamente inconsistenti, a fronte delle decine di migliaia di civili bombardati, dell'uso di armi non convenzionali, della distruzione di un intero paese.
E invece, venerdì 26, gli imputati non saranno coloro che questa guerra hanno voluto e fatto, ma chi a questa si è opposto.
Un processo, l'ennesimo, in una Milano di marzo che di tutto avrebbe bisogno, tranne che di attacchi e tensioni che hanno tanto il clima di una malsana campagna elettorale.
Milano di marzo, che a 26 anni dall'omicidio di Fausto e Iaio, e a un anno da quello di Dax, con la sentenza d'appello per la strage di Piazza Fontana, vede sempre più incolmabile la distanza tra la verità e la giustizia, ovvero tra verità storica e verità giudiziaria.
Milano di marzo, che di fronte al dramma della carenza di alloggi, e alle speculazioni che su questi si fanno, occupa per necessità e viene sgomberata.
Milano di marzo, dove la Procura di Genova ritiene di far scattare arresti gli arresti per tre compagni e il loro impegno antifascista. Arresti immotivati, sproporzionati, tardivi quanto di sospetta durezza.
Arresti che ultimano (?) una sequenza pluriennale di denunce, restrizioni, firme, intimidazioni, sequestri ... Qui come altrove.
Milano di marzo però non cade nella trappola delle provocazioni, da qualunque parte arrivino.
Milano di marzo non ama i tunnel e il loro eco chiacchieroso: ha altro da fare.
Milano di marzo è progetto, società, disobbedienza e innovazione. Gonfia le vele attraverso la MayDay.
E' una città mangiata pezzo per pezzo, ma in cui siamo in tanti, non rassegnati e non pacificati.
Venerdì 26 saremo in aula, dalle 9.30, aula IV.
Centro Sociale Leoncavallo
