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M.O.: impedita demolizione di una casa con resistenza nonviolenta
by gap Friday, Apr. 02, 2004 at 10:40 AM mail:

Comunicato Stampa: Operazione Colomba / 2 aprile 2004

Israele - Territori Palestinesi Occupati

Attivisti israeliani e popolazione palestinese evitano demolizione di una casa con resistenza nonviolenta.



Ieri mattina verso le sette due bulldozers dell’esercito israeliano, accompagnati una quindicina di soldati, hanno demolito una abitazione nel villaggio di Kharbata Bani Harith, a nord-ovest di Ramallah. Dopo avere intimato alle otto persone residenti nell’abitazione di allontanarsi dalla casa entro 30 minuti, allo scadere del termine i soldati hanno avviato i lavori di demolizione.
L’intera famiglia ha cercato di mettere in salvo i beni più importanti. Al termine del lavoro delle ruspe è rimasto solo un cumulo di macerie di cemento e di armature contorte, tra le quali si poteva riconoscere quel che restava di qualche gioco da bambino. La motivazione addotta dall’esercito è che nella casa viveva la famiglia d’origine di un militante di Hamas, in prigione da tempo.
Dopo la demolizione soldati e bulldozers si sono diretti verso una casa in costruzione destinata alla moglie e ai figli dell’attivista. Ma quest’ultima oggi non è stata demolita; infatti i soldati si sono trovati di fronte l’altra faccia d'Israele rappresentata da un gruppo di giovani attivisti israeliani i quali, sdraiatisi sul tetto dell’edificio in costruzione, hanno opposto resistenza passiva ai militari. A quel punto, davanti agli abitanti del villaggio che manifestavano la loro opposizione alla demolizione con slogan di protesta alternati ad applausi di sostegno agli attivisti sul tetto, e davanti ad un nutrito gruppo di reporter e fotografi, i responsabili della demolizione hanno deciso di abbandonare il campo e ritirarsi. Fondamentale è risultata la presenza degli attivisti israeliani, i soli a poter esporsi cosi tanto verso l'autorità israeliana senza incorrere con certezza nell’arresto, e nella conseguente espulsione per chi è cittadino straniero.
Non va dimenticato che il muro definito “di separazione” è attualmente in costruzione attorno a Gerusalemme, a nord ovest di Ramallah e a sud nella zona di Hebron e si discosta spesso e volentieri dalla “linea verde”, che delimita il territorio dello Stato di Israele, penetrando per diversi chilometri dentro ai territori della Cisgiordania ed isolando in tal modo la popolazione di molti villaggi dalle proprie terre.
Agli episodi odierni hanno partecipato anche alcuni volontari dell’Operazione Colomba, progetto di condivisione della vita con le vittime delle guerre dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. I volontari dell'Operazione Colomba continuano la loro quotidiana presenza a fianco delle vittime, palestinesi o israeliane che siano, coscienti che solo un intervento internazionale potrà aiutare l'avvio della stagione del dialogo per la convivenza in questa Terra.

I volontari di Operazione Colomba

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