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I genitori dei soldati: «Basta adesso devono rientrare a casa»
by dall'unità Wednesday, Apr. 07, 2004 at 1:00 PM mail:

I genitori dei soldati: «Basta adesso devono rientrare a casa».

«Non devono restare lì, devono tornare a casa. In Iraq i pericoli si susseguono e i nostri ragazzi rischiano molto». Rocco Galati, papà di Francesco Galati, uno degli undici bersaglieri italiani feriti in modo non grave nello scontro a fuoco di Nassiriya, non si stacca dal telefono. Spera che il suo ragazzo chiami ancora, come ha fatto ieri mattina alle 9.30. «Mamma qui è tutto calmo ed io sto bene». E invece un proiettile l’aveva colpito agli arti inferiori. Il primo caporalmaggiore Galati rientra oggi in Italia. E sullo stesso volo - con scalo a Roma - ci saranno altri soldati della stessa missione. Tutti appartenenti alla 132.ma Brigata Corazzata «Ariete» di stanza a Pordenone. Undici ragazzi dai 22 ai 28 anni e provenienti da sei regioni italiane: Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia, Veneto e Sardegna. E tutti partiti in missione volontaria nel gennaio scorso, insieme ad altri 1.189 uomini.

I militari più gravi sono stati ricoverati negli ospedali da campo della Brigata alle porte di Nassiriya. «Migliorano le condizioni di tutti i bersaglieri - ha detto il colonnello Giovanni Cavallo, portavoce della Brigata Ariete -. Nessuno è rimasto ferito in maniera grave - ha aggiunto - Alcuni sono stati feriti alle gambe. Il più grave ha avuto una prognosi di 30 giorni. Due di loro oggi saranno rimpatriati, altri tre nei prossimi giorni».
Ma l’angoscia delle famiglie non cessa. Silenzio del comando militare, fino a sera. C’è chi ha saputo la notizia dello scontro a fuoco dai cronisti e chi credeva che il proprio figlio fosse in Kosovo e non Iraq. Così disse il sottotenente Massimo Pupo, 27 anni, di Pogliano (Rho) agli anziani genitori, per non farli preoccupare. Solo la moglie Giovanna sapeva la mèta della reale missione.

Maurizio Cottone, 23 anni di Adrano (Catania) si è arruolato nell’esercito per passione. La madre, Concetta Santangelo, casalinga, racconta: «Ero contraria alla sua partenza in Iraq. I miei figli li voglio tutti a casa e Mauro è il più piccolo. Ma lui era testardo: ha fatto il militare a 18 anni, poi ha messo la firma ed ha ottenuto la specializzazione di meccanico. Telefonava ogni sera e mi diceva quando era di pattuglia ed io quelle notti non dormivo. Così è accaduto l’altra notte: sapevo che era fuori a fare il suo lavoro: quando ho appreso la notizia dalla televisione ho creduto di impazzire, poi mi ha telefonato Mauro e mi ha rassicurata. Sentire la sua voce mi ha fatto stare meglio: ora dovrò aspettare altri due mesi per riabbracciarlo. Mi ha detto che tornerà con le sue gambe alla fine di maggio».
Francesco Galati, 26 anni, di Surano (Lecce) ha telefonato a casa alle 9.30 del mattino. «Strana telefonata», hanno subito pensato il papà Rocco, pensionato, e la mamma Addolorata Rizziello, casalinga. «Chiama di solito la sera - precisa il padre - non sto tranquillo. Qualcosa sarà successo al mio ragazzo, altrimenti che motivo c’era di chiamare al mattino per dire “qui è tutto calmo”?».
Poi in serata la visita del maresciallo dei Carabinieri di Surano: «Mi ha confermato il mio sospetto: è rimasto ferito agli arti inferiori e dovrebbe rientrare in Italia. Spero che non parta più. Anzi, tutti devono rientrare. I pericoli si susseguono in Iraq. Dicono che la guerra è finita ma intanto i nostri ragazzi si prendono le pallottole. No, basta - aggiunge il genitore - Non devono più tornare in quel paese». Francesco è entrato nell’esercito alla fine del ‘98. Non era alla sua prima missione volontaria: è stato in Kossovo, in Macedonia e in Ucraina. Doveva andare a Bassora poi invece a gennaio è stato spostato a Nassiriya. Al paese l’aspettano la sorella, il fratello maggiore e la fidanzata. «Nonchè la sua cavalla Gina - precisa il papà -. Gli piace tanto a Francesco praticare questo sport. Ha una cavalla tutta sua, che io governo con cura».
Anche i familiari di Espedito Aliberti non sapevano che il loro ragazzo di 25 anni, caporalmaggiore dei bersaglieri, fosse rimasto ferito. Ha telefonato a casa per salutare la mamma Ermelinda e la sorella Teresa. E al papà Pellegrino che ha risposto ha solo detto: «Stiamo tutti bene, non preoccupatevi». Poi cos’era realmente accaduto l’hanno appreso dagli organi d’informazione. Silenzio dal comando militare, fino a sera. «Certo siamo preoccupati - dicono i genitori - ma anche orgogliosi: nostro figlio subisce la guerra per mantenere la pace». Gli altri soldati feriti sono: Stefano Orrù, originario di Furtei (Cagliari) ha solo subìto un malore; Armando Mirra, 24 anni di Napoli, Luca Patrizio, 22 anni (Caserta); Raffaele Cataldi 24 anni (Terlizzi, Bari); Daniele Vadrucci, 27 anni (Poggiadro, Lecce); Marco Caputo (Tv) e Giacomo Farfante di Catania.

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