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http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521227.php Invia anche i commenti.

Liberiamoci dalla guerra, pratichiamo i diritti. Iniziative a Milano
by Ya Basta! Thursday, Apr. 08, 2004 at 4:44 PM mail:

Liberiamoci dalla guerra, pratichiamo i diritti. Iniziative a Milano. Testo per il presidio di oggi, h. 18.00 S. Babila

Rilanciamo questo appello, sostenendo la mobilitazione
per sabotare la guerra globale e la partecipazione italiana,
per denunciare questi meccanismi di guerra e per praticare
i diritti negati come quello al dissenso, al reddito, alla casa.

A partire dalle iniziative in programma
(e dalle sorprese fuori programma…)

17 aprile: fiera delle armi – 25 aprile: liberazione
1 maggio: euro mayday

liberiamoci dalla guerra:
guerra per nessuno, reddito per tutti!

Marta, Orlando, Milo liberi tutti

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Via le truppe dall’Iraq subito!


Le notizie che giungono dall’Iraq, nonostante il regime di "propaganda di guerra" a cui siamo variamente sottoposti dai media internazionali, dimostrano ciò che milioni di persone in tutto il mondo hanno sempre detto: la guerra non solo continua, ma è inequivocabilmente in atto l’occupazione militare di un paese, sottoposto ad una vera e propria conquista e colonizzazione.

La rivolta di massa contro l’occupazione militare è ormai generalizzata, si esprime in tutte le forme, dalla resistenza armata alla protesta di piazza e la risposta delle truppe di occupazione è delle più tragiche e classiche: sparare sulla folla, bombardare interi quartieri, chiudere organi di stampa, effettuare arresti e retate.

A queste vergognose operazioni partecipano tutti i contingenti militari che sono agli ordini diretti del comando anglo-statunitense, quindi anche i carabinieri delle truppe d’assalto MSU italiani. Non solo. Proprio nei giorni in cui il ministro della guerra Martino e il solito Berlusconi si lanciano nell’apologia della presenza in Iraq come grande azione umanitaria, i carabinieri ammazzano sparando sulla folla che occupa un ponte almeno (fonti ufficiali, che dichiarano meno della realtà effettiva) 15 civili irakeni, tra cui donne e bambini.
La guerra, oggi globale e permanente secondo le intenzioni neoliberiste, con il suo strascico di morte e devastazione, con le sue implicazioni politiche e sociali, è questa. E’ fatta di militari occupanti che per imporre l’ordine deciso dal nuovo sovrano, devono terrorizzare la popolazione che sta insorgendo. Oltre 15.000 mercenari delle agenzie private di "sicurezza" affiancano l’esercito. Sono quelli specializzati nei lavori sporchi (torture, esecuzioni mirate, attentati e stragi) che i governi non possono dichiarare ai parlamenti. Tra questi vi erano anche i 4 linciati e uccisi alcuni giorni fa dalla folla inferocita, quelli che i media si ostinano a definire "civili". Appartenevano ad una delle peggiori e più efficenti squadre di macellai presenti in Iraq, la "Blackwater Security Consulting", pagati 1000 dollari al giorno.

Anche il tentativo di far apparire la ribellione all’occupazione militare come contrapposizione tra milizie islamiche fondamentaliste e gruppi moderati, oppure tra sciiti e sunniti, è ormai sepolto dagli avvenimenti: tutti, sciiti e sunniti che siano, chiedono che le truppe di occupazione se ne vadano. Lo fanno nelle piazze, anche appoggiando la resistenza armata. Probabilmente è proprio dalla ribellione all’occupazione militare che possono nascere gli anticorpi sociali che costruiscano un altro Iraq possibile, democratico, non autoritario. Sicuramente esso non può nascere sotto l’occupazione militare, i massacri, la dittatura economico-politica neoliberista, i proconsoli nominati da Bush e Blair, i governatorati imposti e graditi alle monarchie assolute saudite.

Il ritiro immediato delle truppe di occupazione italiane, il sabotaggio e boicottaggio della guerra globale permanente, dei suoi sporchi e tragici meccanismi, partendo da quelli economici e militari, è un obiettivo di civiltà.

E’ il modo concreto per riprenderci il nostro destino in un mondo assurdo, dai morti a milioni per fame e sete, alla devastazione ambientale, alla produzione e commercio delle armi. Un mondo che non può essere l’unico possibile perché ce lo impongono con la forza.


Stop global war
Basta con i massacri!
Disobbedire disertare sabotare
Diritto di resistenza

Associazione Ya Basta! Milano

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