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http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521641.php Invia anche i commenti.

I mercenari volontari in divisa dell'esercito di occupazione coloniale dell'Iraq non sono
by garabombo Friday, Apr. 09, 2004 at 10:20 AM mail:

i "miei ragazzi". Riconsco il sacrosanto diritto del popolo iracheno a lottare contro questi mercenari in divisa, volontari, ben pagati come dice il loro principe.

I mercenari volontar...
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Costoro son un legittimo bersaglio per la lotta di liberazione del popolo iracheno, a cui riconosco il sacrosanto diritto di colpirli per farli tornare a casa loro.

Come credo che sia dovere di ogni persona di buona volonta', del movimeto pacifista, di favorire l'obiezione di coscienza, e la diserzione, di coloro che si rifiuteranno di continuare ad essere dei sicari prezzolati di un regime coloniale di rapina, sostenedoli

POLITICAMENTE
MORALMENTE
ECONOMICAMENTE

contro questo governo che rinverdisce i fasti mussoliniani delle guerre coloniali.

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ò

Fuori campo
MARIUCCIA CIOTTA sul manifesto del 2004-04-08 prima pagina

Imbarazzo generale di fronte alla cronaca dal fronte. I fatti dicono il contrario della «missione» svolta in Iraq, ricostruzione, pace, aiuto, «hanno bisogno di noi», democrazia e tutto il repertorio del perché non possiamo ritirare le truppe occidentali dal caos barbarico. Imbarazzo su carta stampata e tv, che parla d'altro nelle fasce serali dedicate alla vita normale, si fa per dire.

Mentre dai tg saettano sequenze ritagliate al millimetro, un momento prima che il lago di sangue dilaghi e il braccio del bambino bombardato si stacchi in diretta e la gente che fugge nel fumo sia morta, quale «racconto» ci viene restituito dell'immensa tragedia?

Ieri le scene della devastazione, la moschea in fiamme, i corpi dispersi, l'oltraggio estremo che stridono con il paesaggio dipinto dai media.

Leggiamo «Feriti 12 bersaglieri, morti 15 iracheni».

Tra i quali donne e bambini.

È vero.

È anche vero che «si scatena l'inferno a Nassiriya» e pure che «il governo ha abbandonato i soldati italiani», convinti di una accoglienza festosa, «sono molto amati» diceva qualcuno pochi giorni fa.

Il lessico bellico si sbizzarisce in suggestioni da kolossal, eccesso di fuoco e fiamme, battaglie e massacri.

Eppure suona inefficace, inadeguato, falso.

La realtà infatti sta tutta nel fuori-campo.

Là dove la telecamera non arriva e la penna neppure.

Lo shock non si produce nelle immagini del disastro, nella descrizione di ciò che accade, «battaglia con morti e feriti».

Sta nel non-detto.

Chi spara abita qui, in quest'occidente che per difendersi dal terrore terrorizza.

Sta dalla nostra parte tanto che gli dobbiamo «solidarietà», li chiamiamo affettuosamente «nostri ragazzi».

È imbarazzante dire che hanno ammazzato civili, militari, integralisti, donne, bambini, sciiti, sunniti.

È meglio dire che in Iraq «sono morti» 15 iracheni, anzi 45. Anzi...

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