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i mercenari servono anche alle torture
by ansa Monday, May. 03, 2004 at 7:41 PM mail:

IRAQ: TORTURE; LO SCANDALO SI ALLARGA AI CONTRACTORS /ANSA FILO ROSSO ABUSI SISTEMATICI DA GUANTANAMO A ABU GHRAIB



(ANSA) - NEW YORK, 3 MAG - Lo scandalo delle umilianti
torture ad Abu Ghraib si allarga ai contractors civili: un
rapporto dell'Esercito ha puntato i riflettori su due societa'
appaltatrici del Pentagono ai cui dipendenti era stato chiesto
di spezzare la resistenza dei detenuti ''facilitando gli
interrogatori'' dell'intelligence militare.
I dipendenti della Caci di Arlington in Virginia e della
Titan di San Diego avrebbero lavorato fianco a fianco con i
riservisti immortalati nelle foto che la rete tv americana Cbs
ha in parte reso di dominio pubblico il 30 aprile. Il rapporto
del generale Antonio Taguba fa due nomi: due dipendenti della
Caci, John Israel e Steven Stephanowicz.
Israel era un interprete, mentre Stephanowicz - scrive il
generale Taguba nel dossier entrato in possesso ieri del 'New
Yorker' e oggi di 'New York Times' e 'Los Angeles Times' -
sapeva chiaramente che ''le sue istruzioni equivalevano all'uso
di violenze fisiche''.
Con Israel e Stephanowicz l'investigatore dell'Esercito aveva
raccomandato azioni disciplinari contro due ufficiali
dell'intelligence militare, il colonnello Thomas Pappas e il
tenente colonnello Steven Jordan, entrambi della 205esima
brigata: ''Sospetto che Pappas, Jordan, Stephanowicz e Israel
erano direttamente o indirettamente responsabili per gli abusi a
Abu Ghraib''.
BUSH A RUMSFELD, PUNISCI I COLPEVOLI - Intanto negli Usa
l'indignazione cresce ad ogni livello della politica: per la
seconda volta in tre giorni il presidente George W. Bush ha
espresso al sua indignazione e sollecitato il capo del Pentagono
Donald Rumsfeld perche' i soldati responsabili siano puniti come
si deve. ''Sono stati atti esacrabili, che non devono
avere riflessi sul lavoro che la maggior parte delle truppe sta
facendo per la ricostruzione dell'Iraq'', ha detto il segretario
di stato Colin Powell, ex generale ed ex capo di stato maggiore
durante la prima guerra in Iraq.
Le torture a Abu Ghraib, il carcere dove Saddam Hussein
uccideva gli oppositori al regime, risalgono all'autunno 2003. I
vertici del Pentagono si augurano che si tratti di un fatto
probabilmente isolato. Ma il rapporto del generale Taguba e' di
tutt'altro avviso: denuncia ''atti di sadismo criminale
sistematici''.
VISITA COMANDANTI GUANTANAMO - Taquba stabilisce un filo
rosso che parte dall'Afghanistan, passa per Guantanamo e approda
all'ormai famigerato blocco A1 del carcere alla periferia di
Baghdad: un filo macchiato di sangue, di umiliazioni, di
violazione dei piu' basilari diritti umani basato sull'impiego
di agenti di polizia militare e di mercenari per fiaccare la
resistenza fisica e psicologica dei detenuti e facilitare gli
interrogatori.
Il filo comincia a dinaparsi alla fine dell'estate 2003: tra
agosto e settembre una delegazione ad alto livello da Guantanamo
guidata dal comandante della base-prigione per terroristi a Cuba
Geoffrey Miller visita l'Iraq e raccomanda che elementi di
polizia militare siano utilizzati come ''facilitatori degli
interrogatori''.
Non era una prassi inedita per i poliziotti militari
americani che avevano lavorato in questo stesso ruolo sui
detenuti di al Qaida e dei Taleban in Afghanistan.
Ai primi di novembre tuttavia un rapporto sul sistema delle
prigioni irachene per conto dell'Esercito riporta di non aver
constatato ''pratiche illegali di detenzione da parte della
polizia militare di Abu Ghraib''.
Il dossier non aveva visto o non aveva voluto vedere. Secondo
il verdetto del generale Taguba il peggio degli abusi si era
consumato proprio tra ottobre e dicembre: ''Ufficiali
dell'intelligence dell'Esercito, agenti della Cia e contractors
chiesero esplicitamente che i poliziotti militari creassero le
condizioni fisiche e mentali favorevoli agli interrogatori di
testimoni'', si legge nel dossier di 53 pagine che reca sulla
copertina l'etichetta di 'Segreto/Da non diffondere all'estero'
La Cia ha aperto un'inchiesta. Anche la Caci International a
Arlington ha aperto un'inchiesta. ''Siamo sotto shock. Non
tolleriamo ne' condoniamo condotte illegali da parte dei nostri
7.600 dipendenti'', ha preso la distanza la societa' di
Arlington che ricava il 64 per cento dei suoi proventi dal
Pentagono e che, nelle offerte di lavoro affisse su Internet in
febbraio, proponeva ''eccitanti opportunita' di intelligence in
Iraq'' per individui disposti a ''condurre per uno o due anni
interrogatori strategici e tattici''.
SCONCERTO PER MERCENARI IN PRIGIONI IRACHENE - La presenza di
mercenari nelle prigioni militari americane in Iraq ha sollevato
sconcerto negli Stati Uniti dove nei giorni scorsi aveva gia'
suscitato perplessita' il vasto numero di dipendenti civili
utilizzati in ruoli militari sul fronte iracheno: un vero e
proprio esercito di ventura che, secondo la stima di Peter
Singer della Brookings Intitution, sarebbe forte di 15-20 mila
uomini in ruoli anche critici come la conduzione degli
interrogatori e il coordinamento della logistica.
Intanto al Pentagono alcune teste hanno cominciato a cadere.
L'Esercito ha inviato una censura scritta a sei ufficiali della
catena di comando di Abu Ghraib i cui nomi non sono stati resi
noti. Un settimo ufficiale ha ricevuto un ammonimento minore.
Per tutti e sette i militari l'azione disciplinare potrebbe
di fatto significare la fine della carriera. Altri sei
riservisti coinvolti nello scandalo - sono gli uomini e le donne
delle foto - sono finiti davanti al gran giuri' militare con
accuse di natura penale.
(ANSA).

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