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Il piano di Licio Gelli e della P2 non esiste.
by Wolf Sunday, May. 09, 2004 at 11:05 AM mail: wolf@wolfstep.cc

Su insistenza di alcuni amici sono andato a vedere il famoso piano di Licio Gelli e della P2. Lo sono andato a leggere perche' loro insistono in continuazione nel dire che tale piano starebbe venendo attuato in pieno dal bisunto del signore.

Cosi' sono andato in giro per la rete a cercarlo, e l'ho trovato su un sito sedicente antagonista. L'ho scaricato e l'ho letto.

Saro' molto sincero, non ci ho visto niente di piu' e niente di meno che la sintassi generativa di qualsiasi governo occidentale negli ultimi 100 anni, inclusi quelli di Hitler e Mussolini.

Non sono riuscito a trovare nell'intero occidente un solo governo, dal 1900 in poi, che non abbia attuato il grande piano di Gelli. Chi ha attuato un capitolo, chi ne ha attuato un altro, tutti hanno concorso a realizzare il piano di Gelli.

Il guaio e' che Gelli nel 1900 non era ancora nato.

E allora?

Significa semplicemente che Gelli non ha affatto scritto la roadmap di qualcosa da farsi. Ha semplicemente, come si e' usi fare in italia, deciso di aiutare il vincitore. Siccome l'occidente intero va in quella direzione, ha semplicemente deciso che se ci va e' perche' si realizza il suo piano.


Come se io, notando il cielo nuvoloso, scrivessi un piano che parla di far piovere questo pomeriggio. Nel momento in cui piove, si direbbe che in fondo si stia realizzando il mio piano.


Di per se' si tratta solo della classica cialtroneria provinciale italiana: milioni di siciliani sono convinti che Churchilli, Stalin e Roosevelt si sarebbero consultati col minkiadura del loro paesello prima di attuare lo sbarco in sicilia, ad esempio.

Ognuno di noi e' convinto che il piu' fiko del proprio paesello in fondo sia parte e motore dei grandi cambiamenti del mondo. Chi non dubita che il sindaco del proprio paese non sia coinvolto nelle trame di Bush? E chi non dubita che il geometra forzitaliota del paesello non sia coinvolto nella ricostruzione dell' Iraq? Probabilmente si dira' anche che il geometra Barzetti e' proprio quello che deve costruire la nuova sede del governo iracheno (cosa che lui non si adoperera' mai a smentire, ma neanche a confermare, beandosi di quel mito) , e questo ci spieghera' come mai lui sia cosi' favorevole all'invasione.

Questa pulsione di fatto non e' altro che la constatazione di come

1)Siamo un popolo irrilevante.
2)Siamo un paese irrilevante.
3)Non contiamo un cazzo.
4)Nessuno di noi conta un cazzo neanche come singolo.

Spaventato da questa semplice constatazione, l'uomo provinciale (che invece e' convinto di essere un Dott e non un Rag, genuflettersi please) non fa altro che costruire un mito del vicino di casa. Il pirla che sta vicino a casa nostra, in questo caso Gelli, non e' semplicemente un pirla che stupisce gli avventori del bar con farneticazioni di poco conto. No , e' lui che in segreto gestisce i destini del mondo. Dopotutto, nessuno di noi riesce a capire bene con quali soldi abbia cambiato macchina, no?

Saranno i soldi segreti di Gladio, come minimo.

E cosi', costruiamo il mito secondo il quale il minkiadura del paese avrebbe deciso eventi su scala cosmica. E allora il minkiadura Gelli non e' altro che colui che ha deciso l'occidente.

In realta', qualunque fesso dotato di un minimo di percezione della realta' potrebbe scrivere quel piano. Puo' farlo perche' le tendenze sociali che il "piano" rispecchia altro non sono che una lettura neanche tanto profonda del destino dell'occidente, o meglio del suo stato attuale.

Le caratteristiche del potere che Gelli ipotizza nel suo scritto non solo erano gia' abbozzate quando gelli scrive, ma erano GIA' realizzate sin dall'inizio del 1900! Gelli non ha progettato un bel nulla, ha solo visto una casa, ha preso le misure e ci ha fatto la pianta. Spacciandola per il progetto...di qualcosa che c'era gia'.

Il piano di Gelli e' stato realizzato ai primi del secolo scorso. Nel tempo sono cambiati solo i paradigmi col quale si realizza il "piano". Le tv hanno preso il posto dei giornali, il potere e' divenuto "democratico" anziche' totalitario, e cosi' via.

Questa e' la parte del Piano di Gelli che e' difficile da affrontare. E' difficile perche' il Piano implica un cittadino del tutto bovino, privo di volonta', privo di gusti, privo di capacita' critiche e di capacita' di discernimento.

Sentirsi dire che il Piano e' realizzato da almeno un secolo fa male: perche' in quel modo bisogna ammettere che siamo proprio noi quell'umanita' misera stupida e piccola della quale il piano parla.

E' difficile per un uomo dell'opposizione delle sinistre scendere dal trono di "intellettualmente superiore" e accettare di essere quell' imbecille zompettante e irrilevante , paranoicamente litigioso e sterilmente polemico che il Piano descrive quale opposizione funzionale al piano stesso.

E' difficile per l'uomo di destra ammettere di essere quel rodomonte arricchito, quel tamarro ignorante e obeso di cui parla il Piano.

Ma il "Piano" di gelli altri non e' che una fotografia precisa della realta' gia' in essere.

Tutto qui.

Non lo si puo' fermare perche' era gia' realizzato nel 1900. Esso descrive benissimo sia l'ascesa del fascismo, che del nazismo, che la resistenza, che l'unione sovietica, che Vichy, che Papadopoulos, che Franco, che Churchill, che la Tatcher, descrive benissimo Martin Luther King e Reagan, descrive Bertinotti e Rauti come D'Alema e Berlusconi, descrive benissimo Casarin come don Badget Bozzo, descrive Bobbio come descrive Ferrara, descrive Craxi come descrive Berlinguer, descrive Toto' Riina come Giovanni Falcone, descrive Sofri come descrive Freda.

Non c'e' alcun "Piano", c'e' solo una fotografia perfetta della societa' nella quale viviamo da oltre un secolo. Fotografia che con italiana cialtroneria Gelli cerca di vendere quale sua creazione. Certo ,come no : e chi fa le previsioni del tempo fa piovere, giusto?

Ovviamente, posso anche sbagliarmi. Infatti, se invece vi ostinate a pensare che quello sia un "piano", avrei un'interessante fontana da vendervi.

Si trova a Roma.

E' un affare.

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