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Guerra di tortura
by speedoflife Monday, May. 10, 2004 at 7:55 PM mail:

Gli articoli del 9 e 10 maggio 2004

Guerra di tortura
Le torture di Abu Ghraib non sono un momento qualsiasi della planetaria pratica della tortura che Amnesty International documenta con assiduità. Esse muovono dall'interno di una guerra con una sua proclamata specificità che non può non aver toccato anche i più abietti esercizi di potere sui corpi dei prigionieri. Che Rumsfeld si scusi e prometta il risarcimento del danno come se fosse un automobilista distratto che ha spaccato un fanalino, è offensivo fumo negli occhi.

La rivolta si estende a Bassora
Le milizie di Muqtada all'attacco del sud dopo il sermone infuocato dell'imam Abdul Sattar al Bahadli e le accuse ai soldati britannici, scontri anche a Amarah, molte le vittime.

«E' disgustoso quello che è successo ad Abu Ghraib»
Intervista a Mohammed Said Saggar, famoso maestro di calligrafia araba, tornato a Baghdad dopo 26 anni di esilio.

Era un ordine della Cia: torturateli
Una direttiva del Pentagono aveva dato ordine di «cambiare le procedure» per ottenere la «massima cooperazione» durante gli interrogatori: è una nuova rivelazione. Una soldatessa: ci avevano ordinato di «rendergli la vita un inferno». La situazione del segretario alla difesa Rumsfeld è critica, nei circoli interni della Casa Bianca qualcuno comincia a mollarlo. La consigliera Condoleeza Rice «non sarebbe scontenta» della sue dimissioni: «è diventato di peso al presidente».

Neanche il Papa vuole Bush a Roma
Per il 4 giugno a rischio l'incontro con Wojtyla. Respinta la prima richiesta, ufficialmente per motivi tecnici. La sinistra divisa. Rutelli e D'Alema: «Bandiere arcobaleno alle finestre ma niente cortei». Prc, Pdci e Verdi in piazza con i movimenti.

Un thè caldo nel carcere dei taleban
Visita alla famigerata prigione di Shebarghan dalla quale devono essere evacuati 450 prigionieri in trasferimento a Kabul. Racconto di un luogo sinistro, di uno sciopero della fame e di un viaggio con i ferri attraverso l'Afghanistan. Emergency. La spesa per il noleggio dei pullman e per l'acquisto del cibo e delle bevande indispensabili alla sopravvivenza di tutti, nel corso del lungo viaggio di trasferimento dei prigionieri incatenati, dal carcere lontano a quello della capitale sono stati pagati dall'organizzazione umanitaria.

Stati uniti a stelle e sbarre
Sette milioni di prigionieri. Tanti sono negli Usa. Oltre due milioni nelle varie carceri federali, statali, distrettuali e minorili, gli altri in libertà condizionata. Situazione insostenibile anche economicamente.

Abu Ghraib, il dossier della Croce Rossa
Abu Ghraib, abusi sui prigionieri erano «parte del procedimento». Nel rapporto della Croce Rossa la «giustificazione» dell'ufficiale Usa responsabile degli interrogatori. Il rapporto era stato consegnato a Bremer e Sanchez. «Gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario».

Siamo tutti iracheni
«Nous sommes tous Américains», scrisse Jean-Marie Colombani, direttore di Le Monde, all'indomani dell'11 settembre. De Bortoli, direttore del Corriere delle Sera, riecheggiò. Quasi un manifesto, una dichiarazione di principio, molto più che l'evidente pietà per i morti: il bisogno di reagire alla paura, all'ignoto, al sorprendente, all'orribile.

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