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[Milano] Condannato a 16 anni l’assassino di «Dax»
by dal corriere Saturday, May. 15, 2004 at 10:32 AM mail:

Sentenza con il rito abbreviato per l’accoltellamento del giovane del centro sociale Orso. Tre anni e 4 mesi anche al padre dell’omicida: tentò di uccidere un amico della vittima.

«Dax» fu ucciso a coltellate poco dopo la mezzanotte del 16 marzo scorso. Davide Cesare - era il suo nome - aveva 26 anni ed era un attivista del centro sociale «Orso». Morì davanti al bar dei Navigli nel quale si ritrovava con i suoi compagni. Per quell’omicidio, epilogo assurdo di una lite che rischiò di far riaprire a Milano la stagione delle violenze politiche, ieri è stato condannato con il rito abbreviato a 16 anni e otto mesi di carcere Federico Morbi, 30 anni, accusato di aver accoltellato «Dax». Giorgio Morbi, 54 anni, padre di Federico, è stato condannato a tre anni e quattro mesi perché accusato di aver tentato di uccidere, nel pieno della rissa, un amico della vittima. Dopo il delitto, gli amici di «Dax» seguirono la sua ambulanza fino all’ospedale San Paolo, dove si scontrarono con polizia e carabinieri. Per quei pestaggi e quelle cariche la Procura ha inquisito anche alcuni agenti. Quella sera, in via Brioschi i fratelli Federico e M. Morbi (17 anni all’epoca dei fatti) passeggiavano con il loro dobermann «Rommel» e incrociarono alcuni attivisti dell’Orso. Proprio il nome del cane (è quello del famoso generale tedesco della seconda guerra mondiale) fu la scintilla che fece scoppiare lo scontro. Botte, un coltello nelle mani di Federico e l’arrivo del padre dei due ragazzi: sul terreno rimase Dax ferito a morte.
I tre Morbi furono arrestati dalla Polizia. Il più giovane è stato processato per omicidio nei mesi scorsi dal tribunale per i minori che gli ha riconosciuto una responsabilità attenuata e gli ha concesso la «messa in prova»: almeno tre anni di rieducazione forzata. Ieri è arrivata la sentenza di condanna per gli altri due. L’ha emessa il Gup Cesare Tacconi il quale, oltre alle pene detentive, ha stabilito che sia pagata provvisionale alla madre(150 mila euro), alla compagna e alla figlia di Dax (a ciascuna 100 mila euro). Il Pm Nicola Di Plotti aveva chiesto 18 anni per Federico e 5 per Giorgio Morbi, accusato di aver aiutato a ferite un amico di «Dax», Antonino Alesi.
Non c’è soddisfazione nei legali dei familiari della vittima. L’avvocato Barbara Stramignoni, che cura gli interessi della compagna e della figlia di Dax, ritiene «equa la sentenza. È sempre difficile valutare fatti così gravi, ma credo che il giudice abbia configurato in modo giuridicamente esatto quello che è accaduto». L’avvocato Mirko Mazzali, il quale assiste la madre di «Dax», evidenzia che «è stato respinto il tentativo della difesa di trasformare gli aggrediti in aggressori e viceversa. Non ci interessava la pena, ma che le attenuanti chieste dai difensori, quella della provocazione e della legittima difesa, non venissero accolte. E così è stato. Aspettavamo le scuse. Non ci sono state, ora aspettiamo i soldi». Di tutt’altra opinione l’avvocato Daniela Dawan, che assiste Giorgio Morbi: «La sentenza è di mezza condanna. Il giudice non ha avuto il coraggio di assolvere Giorgio Morbi ma, con il suo verdetto, dichiara in sostanza che non esistono prove per affermare che abbia cercato di uccidere qualcuno».
Federico Morbi ha anche scritto una lettera in cui ha confessato l’ omicidio e ha chiesto perdono. Come aveva già fatto in precedenza, e come hanno ripetuto i suoi familiari, ha negato di essere mai stato un «naziskin», ha escluso moventi politici e ha spiegato di aver reagito, con il padre e il fratello, a una aggressione.



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